La mononucleosi è una malattia ancora troppo poco conosciuta e, proprio per questo motivo, spesso particolarmente temuta. La facilità di trasmissione e il fatto che colpisca principalmente bambini e giovani incrementano questa paura, anche se, nella maggior parte dei casi, le complicazioni restano di lieve entità.
Causata da un virus della famiglia degli Herpes, l’Epstein-Barr, la mononucleosi può trasmettersi tramite la condivisione di un bicchiere o per via delle goccioline di saliva disperse nell’aria con colpi di tosse o starnuti.
Nella maggior parte dei casi, i sintomi sono lievi e portano semplicemente a un senso di stanchezza e malessere generalizzato. Raramente, però, l’infezione può avere un decorso differente e portare a conseguenze più gravi che vanno a interessare linfonodi, milza, fegato, cuore, polmoni e sistema nervoso centrale.
Difficilmente, il decorso causa complicazioni e porta a epatite, miocardite, meningite, anemia emolitica e trombocitopenia. Con un periodo di incubazione che va da un mese a cinquanta giorni, la mononucleosi non è facile da individuare, infatti, i sintomi sono passeggeri e di lieve entità. Come detto si manifestano con un semplice senso di stanchezza generalizzata, accompagnata da inappetenza, da uno stato febbrile e dall’ingrossamento di linfonodi, fegato e milza.
Nella sua fase acuta, l’infezione porta a mal di gola, con placche bianco-giallastre alle tonsille, rendendo complessa la deglutizione e difficoltosa la respiratorie. In rare occasioni, per 4-5 giorni si possono presentare anche lesioni cutanee simili a quelle del morbillo.
Vista la sintomatologia non specifica, per diagnosticare la mononucleosi occorre necessariamente passare da una valutazione clinica che, attraverso gli esami del sangue, arrivi a identificare anticorpi anti Epstein-Barr Virus. Per prevenire la mononucleosi il consiglio è, ovviamente, quello di evitare il contatto con qualsiasi oggetto che sia stato a contatto con la saliva degli altri.
Una volta identificata, l’infezione può essere trattata e con degli antinfiammatori e degli antipiretici. Non esistono, infatti, trattamenti specifici per la mononucleosi. Nei casi in cui il problema interessi particolarmente la milza è fondamentale limitare gli sforzi fisici, per scongiurare il rischio di una rottura dell’organo. Il consiglio degli esperti è, dunque, quello di riposarsi e di idratarsi costantemente.
In sintesi
Il periodo di incubazione è variabile. Nei bambini la durata si assesta mediamente a circa un mese, mentre negli adulti si protrae fino al mese e mezzo-cinquanta giorni.
Quanto dura il virus della mononucleosi?
Normalmente, la quantità di virus della mononucleosi si riduce sensibilmente a una settimana dalla comparsa dei sintomi. In molti casi, però, si trovano tracce del virus nella saliva per molto tempo dopo la fine dell’infezione.
Fonti / Bibliografia
- Mononucleosi - HumanitasLa mononucleosi è una malattia infettiva che si trasmette attraverso la saliva; per tale motivazione è anche conosciuta come "malattia del bacio".