Boom di morbillo nel 2018: è allarme coperture vaccinali

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca

Nell’anno appena concluso sono stati registrati quasi 2.300 casi di morbillo. Secondo gli infettivologi italiani all’origine di questo boom di morbillo c’è il tasso ancora insufficiente di vaccinazioni

Boom di morbillo nel 2018: è allarme coperture vaccinali

Quasi tutte le 2.295 persone colpite da morbillo in Italia nel 2018 non erano mai state sottoposte al vaccino. A lanciare l’allarme è la Simit (Società italiana malattie infettive e tropicali). Dal gennaio 2017, i casi di morte per morbillo in Italia sono stati 17, soprattutto in bambini e adulti immunodepressi. Dall’inizio del 2013 ci sono stati 12.787 contagi. Numeri che fanno parlare di boom di morbillo e che mettono l’Italia nella posizione di fanalino di coda in Europa nella lotta alla malattia.

Una reazione a catena

Cento dei casi verificatisi nel 2018 sono stati segnalati in operatori sanitari. Dei casi in cui è noto lo stato vaccinale, 83 non erano mai stati sottoposti al vaccino, mentre 8 erano stati vaccinati in maniera incompleta. Va ricordato che ogni caso di morbillo è potenzialmente in grado di causare 16-18 casi secondari. È inaccettabile – sostiene la Simit -che un operatore non sia protetto e di conseguenza non protegga i suoi assistiti, evitando di contribuire al boom di morbillo.

Operatori sanitari nel mirino

L’età media degli operatori sanitari colpiti da morbillo è 35 anni e questo dato è significativo del fatto che a rischio di contrarre questa malattia siano anche gli adulti non sottoposti al vaccino o che non hanno fatto la malattia in età infantile. Gli infettivologi non possono che esprimere il loro completo dissenso verso qualsiasi posizione che possa indurre a ritenere che i problemi inerenti le vaccinazioni siano da considerarsi superati o di prossima risoluzione. A oggi, l’obbligo vaccinale rigorosamente applicato resta l’unica via percorribile per un periodo che non è possibile prevedere.

Unica arma di prevenzione

Bisogna rilanciare la vaccinazione anche in ampi strati di giovani adulti rimasti fuori dagli interventi di prevenzione. Non solo le coperture richieste dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’evidenza scientifica contro le infezioni prevenibili mediante vaccinazione non sono ancora state raggiunte, ma anche solo il mantenimento nel tempo della copertura vaccinale nei nuovi nati in più anni consecutivi potrà permettere il conseguimento dei risultati necessari.

Da sapere!

Tra i casi segnalati nel 2018 anche molte donne in età fertile, che dovrebbero vaccinarsi prima di cercare una gravidanza.

Pubblicato il 9.1.2019 Aggiornato il 18.11.2019
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