Morbillo: l’Italia è tra i Paesi europei con più infezioni

Miriam Cesta A cura di Miriam Cesta Pubblicato il 08/01/2019 Aggiornato il 18/11/2019

Il 2018 è stato l'anno nero del morbillo con il record di contagi in Europa, 15 volte più alti rispetto al 2016. Anche in Italia la situazione è critica

Morbillo: l’Italia è tra i Paesi europei con più infezioni

Allarme morbillo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: i dati parlano di 82mila persone colpite e di 72 vittime nel 2018. Si tratta del record negativo dell’ultimo decennio. Oltre 4mila persone, tra cui anche moltissimi bambini, sono stati colpiti dal morbillo in Europa nei primi sei mesi del 2018, più di tutti quelli registrati in un intero anno negli ultimi dieci anni.  E l’Italia è uno dei 7 Paesi sui 53 presi in esame in cui si sono superati i mille casi. Dopo il minimo negativo toccato nel 2016 c’è stato dunque un drammatico aumento nelle infezioni.

Non è una malattia innocua

Contrariamente a quanto si crede, il morbillo può comportare in alcuni casi serie complicazioni per la salute, può causare polmoniti ed encefaliti (infiammazioni delle cellule del cervello). Per proteggersi c’è un vaccino, indicato per i neonati tra i 13 e i 15 mesi di vita (più un richiamo a 5-6 anni), ma può essere somministrato a qualsiasi età.  Tra il 2000 e il 2015 il vaccino ha impedito 20,3 milioni di morti nel mondo, ma gli ultimi dati dimostrano che è urgente tornare a promuovere con chiarezza i benefici della vaccinazione: abbassare i livelli di copertura vaccinale, sottolineano gli esperti, favorisce il ritorno di malattie mortali che avevamo debellato, anche da noi.

Più colpiti i bambini sotto i 5 anni

Nonostante sia disponibile un vaccino sicuro ed efficace, il morbillo resta una delle principali cause di morte tra i bambini: nel 2015 ci sono state nel mondo 134.200 morti a causa di questa malattia infettiva, nella maggior parte dei casi in bambini sotto i 5 anni(), circa 15 morti ogni ora.

La situazione del mondo

Nel 2015 circa l’85% dei bambini nel mondo ha ricevuto una dose di vaccino contro il morbillo entro il primo anno di vita, nel 2000 la copertura era del 73%. Ma nonostante i progressi, ogni anno 1,5 milioni di bambini muoiono ancora. E nonostante sempre più bambini hanno accesso ai programmi di immunizzazione, dal 2010 a oggi l’aumento della copertura globale è stata appena dell’1%.

Da sapere!

L’Organizzazione mondiale della sanità ribadisce che la vaccinazione è il modo più sicuro per proteggerci dalle malattie e che i vaccini in commercio sono sicuri e vantaggiosi.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti