Osteoporosi: colpa anche dell’inquinamento

Luciana Pellegrino A cura di Luciana Pellegrino Pubblicato il 13.12.2019 Aggiornato il 18.12.2019

L’inquinamento sarebbe la causa della carenza di vitamina D, compromettendo così la mineralizzazione ossea e favorendo l’osteoporosi

Osteoporosi: colpa anche dell’inquinamento

Da una ricerca condotta da Carlo Foresta, ordinario dell’Endocrinologia presso l’università di Padova, è emerso che i Pfas, ovvero i composti chimici inquinanti, interferirebbero con la vitamina D portando a una ridotta mineralizzazione delle ossa fino a provocare lo sviluppo dell’osteoporosi..

Carenza di vitamina D in crescita

Gli studiosi hanno preso in esame 117 maschi tra i 18 e i 21 anni d’età e li hanno sottoposti all’inquinamento da Pfas. Dai risultati è emerso che l’80% della popolazione italiana è carente di vitamina D, la cui scarsità causa l’osteoporosi, un fattore che può essere associato a malattie generative come l’Alzheimer, il Parkinson, il diabete e patologie polmonari. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Endocrine”. 

Una malattia delle ossa

L’osteoporosi è una malattia dell’apparato scheletrico che si contraddistingue per il basso livello di mineralizzazione e il deterioramento del tessuto delle ossa. Ciò comporta l’aumento della fragilità ossea in relazione all’invecchiamento, con la conseguenza di un elevato rischio di fratture di femore, vertebre, polso, caviglia e omero, anche per traumi di lieve entità.

Vita sana, ossa forti

Per mantenere le ossa sane e resistenti a lungo è importante innanzitutto seguire uno stile di vita sano e attivo, nonché avere una dieta equilibrata e varia per prevenire obesità e sovrappeso. Inoltre, è fondamentale assumere anche quantità adeguate di vitamina D e calcio, smettere di fumare, evitare l’alcol e diminuire il consumo di sale.

Da sapere!

La vitamina D, nota anche come vitamina del sole, è fondamentale per l’assorbimento del calcio e per favorire la crescita delle ossa. Ad aumentare i livelli di vitamina D nel corpo sono, oltre alla luce solare, anche il consumo di tuorlo d’uovo, pesce, latticini e prodotti caseari.

 

Fonti / Bibliografia

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