Otite del nuotatore: cosa fare?

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi, con la consulenza di Leo Venturelli - Dottore specialista in Pediatria

Il sintomo più tipico è il mal di orecchio, che nei bambini piccoli può causare anche pianti inconsolabili. Il pediatra Leo Venturelli spiega come intervenire.

Otite ricorrente al mare

L’otite ricorrente esterna è un’infiammazione del condotto uditivo esterno che tende a presentarsi più volte, soprattutto nei mesi estivi, quando i bambini trascorrono molto tempo in acqua. Non a caso, viene chiamata anche “otite del nuotatore”.

Infatti, caldo, umidità e acqua stagnante nel canale uditivo creano un ambiente favorevole alla proliferazione dei batteri, scatenando il processo infiammatorio. “Questa problematica si manifesta con dolore all’orecchio, che può aumentare toccando il padiglione, prurito, sensazione di orecchio tappato, irritabilità e, talvolta, secrezioni o febbre leggera” spiega Leo Venturelli, pediatra, responsabile dell’educazione alla salute della SIPPS (Società italiana di pediatria preventiva e sociale).

In genere, per curarla, il pediatra prescrive l’utilizzo di gocce specifiche e di antidolorifici in caso di dolore. Per evitare l’otite ricorrente è utile adottare alcune precauzioni, come asciugare bene le orecchie dopo i bagni, evitare l’uso di cotton fioc e rinunciare alle cure fai da te.

Le cause

Si tratta di un’infiammazione acuta della pelle del condotto uditivo, il canale che collega il padiglione auricolare (la parte visibile dell’orecchio) al timpano interno. Quando si manifesta più volte nell’arco dell’anno, si parla di otite ricorrente esterna. A differenza dell’otite media, in genere, non coinvolge la tromba di Eustachio e la membrana del timpano. “L’origine è spesso infettiva: nella maggior parte dei casi è sostenuta da microrganismi patogeni presenti in ambienti umidi, in primis le acque del mare e della piscina, che penetrano nel condotto uditivo durante i bagni e scatenano l’infiammazione” dice l’esperto.   

L’otite esterna è un disturbo molto comune nei bambini, specie d’estate. Ecco le cause principali.

  • Accumulo di umidità nell’orecchio, che crea un ambiente umido favorevole alla proliferazione dei batteri e, più raramente, funghi che arrivano dall’esterno o vivono normalmente nella zona
  • Frequenti e prolungati bagni
  • Sudorazione abbondante, che aumenta l’umidità del condotto uditivo
  • Microlesioni del condotto uditivo, spesso provocate dall’uso improprio di cotton fioc o dal grattarsi a causa del prurito
  • Immaturità del sistema immunitario, che rende i bambini più vulnerabili alle infezioni
  • Presenza di eczema o dermatite, che può irritare la pelle interna dell’orecchio
  • Azione irritante del cloro presente nell’acqua della piscina o di altre sostanze chimiche contenute negli shampoo e nel balsamo, che indeboliscono le difese naturali
  • Ridotta produzione di cerume, che ha un naturale effetto protettivo
  • Tortuosità e ristrettezza del condotto uditivo

La combinazione di questi fattori rende i bambini particolarmente soggetti a sviluppare un’otite ricorrente, soprattutto se il primo episodio non viene trattato correttamente.

Mal d’orecchio dopo il bagno in piscina o al mare 

L’otite esterna è molto frequente d’estate, a causa della prolungata esposizione all’acqua, specialmente quella di piscine pubbliche o quella non perfettamente pulita del mare. Per questo è detta anche otite del nuotatore.

“Quando un bambino lamenta mal d’orecchio dopo aver fatto il bagno, dunque, è molto probabile che si tratti di questa problematica” conferma Venturelli. Tipicamente ne sono colpiti anche i bambini che praticano nuoto in piscina. In genere, i sintomi si sviluppano 24-48 ore dopo l’immersione.

Come si riconosce

Sebbene l’otite esterna sia collegata a un’irritazione cutanea, in genere non si notano segni di desquamazione. Possono essere presenti invece arrossamento e talvolta gonfiore della cute dietro l’orecchio. Inoltre, si può osservare lo spostamento in avanti del padiglione auricolare, tanto che l’orecchio interessato sembra “a sventola”. Molti bambini all’inizio avvertono una sensazione di ovattamento dei suoni e prurito all’interno dell’orecchio.

“Il segno più tipico è il dolore, che nelle prime fasi è lieve, ma poi tende a diventare intenso, peggiorando alla pressione: appena si tocca il condotto uditivo con un dito o si appoggia l’orecchio interessato al cuscino, le fitte si intensificano” chiarisce il pediatra. A volte compaiono anche secrezioni biancastre o giallastre più o meno dense, sanguinamento e addirittura un lieve rialzo termico (più raramente). Nei più piccoli, che non riescono ancora a descrivere ciò che provano, il disagio può manifestarsi con pianto, irritabilità, insonnia o il gesto ripetuto di toccarsi l’orecchio.

La diagnosi dell’otite ricorrente è semplice. In genere, al pediatra basta conoscere i sintomi avvertiti dal bambino e osservare l’orecchio e il condotto uditivo con l’otoscopio per inquadrare la situazione.

Rimedi

Nella maggior parte dei casi, il trattamento prevede l’utilizzo di gocce a base di antibiotico e cortisone, da applicare direttamente nell’orecchio per almeno una settimana. Si possono impiegare anche antidolorifici per bocca per alleviare i fastidi. In presenza di febbre e di gonfiore del padiglione auricolare, il medico può aggiungere poi una terapia antibiotica e cortisonica per bocca.

“Se la problematica non migliora dopo 7-10 giorni di cura, potrebbe essere utile eseguire un tampone auricolare per individuare il microrganismo responsabile ed eventualmente modificare i farmaci” specifica Venturelli. In caso di infezione fungina, possono essere utili crema o un’emulsione antimicotica da applicare localmente per qualche giorno.

Se il bambino presenta secrezioni molto dense nel condotto uditivo esterno, l’otorino può con l’otomicroscopia, una procedure semplice e non invasiva che consiste nell’aspirare con precisione secrezioni e pus.

Le regole di prevenzione

  • Asciugare sempre bene le orecchie dopo il bagno, inclinando la testa su entrambi i lati
  • evitare i cotton fioc, anche perché il cerume è un alleato naturale contro i germi. Per la pulizia esterna, basta un panno umido
  • limitare l’uso di auricolari e tappi per le orecchie, soprattutto se il bambino ha già avuto episodi ricorrenti. Meglio prima sentire il parare del pediatra
  • non utilizzare mai gocce fai-da-te, ma solo su prescrizione
  • consultare il medico in caso di dermatiti o eczemi, che rendono la pelle del canale uditivo più vulnerabile
  • effettuare lavaggi auricolari con acqua borica al 3%, nota per le sue proprietà antibatteriche e antifungine. Si consiglia di usarla tiepida, alla temperatura di 37 °C. Questa strategia è molto utile nell’otite ricorrente.

 

Immagine di copertina di tung256 via Pixabay.

 
 
 

In breve

L’otite esterna è un disturbo frequente nei bambini, soprattutto in estate, quando il contatto continuo con l’acqua può favorire infiammazioni del canale uditivo. Colpisce la parte più esterna dell’orecchio e tende a ripresentarsi più volte, causando fastidi come dolore, prurito, orecchio tappato e secrezioni. In genere, si cura con l’uso di gocce antibiotiche o antimicotiche prescritte dal pediatra. Per evitare l’otite ricorrente è utile asciugare bene le orecchie dopo i bagni, non usare cotton fioc ed evitare cure fai da te.

 

Fonti / Bibliografia

Pubblicato il 29.7.2025 Aggiornato il 29.7.2025
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