Parotite: cinque cose da sapere sugli orecchioni

Miriam Cesta A cura di Miriam Cesta

Se ne parla tanto ma non sempre la si conosce bene. I pediatri della Sip hanno stilato una breve sintesi di quello che è necessario sapere. Ecco i cinque punti fondamentali

Parotite: cinque cose da sapere sugli orecchioni

Qualche anno fa era una malattia classica dei bambini, che era bene “prendere” quando si era piccoli così le possibili complicanze sarebbero state meno gravi e meno probabili. Oggi si può prevenire con il vaccino e così è meno diffusa. Comunemente nota come orecchioni, perché comporta un ingrossamento delle parotidi, ovvero le ghiandole salivari maggiori situate sotto i padiglioni auricolari, dietro l’angolo della mandibola, arrotondando il contorno del viso proprio nell’area vicino alle orecchie. Il nome corretto, però, è parotite, una malattia infettiva altamente contagiosa causata da un virus della famiglia dei Paramyxovirus che, oltre a colpire le parotidi, arriva a interessare le prime vie aeree (faringe, laringe e trachea). Ma quali sono le cose più importanti da sapere su questa malattia? Secondo la Società italiana di pediatria (Sip) sono cinque. Eccole.

Prevenire è meglio che curare

Tanto per iniziare, è bene sapere che c’è un modo per evitare di essere contagiato dalla parotite: oltre al rispetto delle buone norme igieniche, spiegano i pediatri, l’arma migliore è il vaccino.

Conoscere i sintomi

Segni principali della parotite sono l’ingrossamento delle ghiandole parotidi e il tipico arrotondamento della parte inferiore del viso. I sintomi iniziano con febbre spesso elevata che persiste per 4-5 giorni, dolore alle orecchie, indolenzimento muscolare, mal di testa e tumefazione delle parotidi (nel 75% dei casi entrambe), dolore durante masticazione e deglutizione. Il periodo di incubazione varia tra i 12 e i 25 giorni e può essere accompagnato da malessere generico (brividi, qualche linea di febbre, dolori muscolari, cefalea). La guarigione avviene in 10-12 giorni.

Quando si rischia di più

Sono maggiormente a rischio bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 e 15 anni, ma anche gli adulti possono contrarre la parotite. Solitamente nei primi 12 mesi di vita si è immuni, e raramente interessa bambini con meno di 2 anni.

Come si cura

Per il trattamento della parotite vengono utilizzati farmaci analgesici e antipiretici con il solo scopo di alleviare i sintomi. Una dieta a base di pietanze liquide o semiliquide può alleviare il dolore associato alla masticazione. Da evitare i succhi a base di agrumi perché l’acidità può stimolare la salivazione, accentuando il fastidio dovuto all’infiammazione.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Le complicanze della parotite – meningite sierosa, perdita dell’udito, pancreatite – sono rare. L’orchite (infiammazione dei testicoli) si presenta nel 10-20% dei maschi dopo la pubertà. Circa la metà dei ragazzi che sperimenta questa complicanza va incontro ad atrofia testicolare di grado variabile, ma la sterilità è un evento raro.

 

Pubblicato il 17.2.2019 Aggiornato il 26.2.2019
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Assenza di un rene scoperta dalla morfologica: che succederà alla nascita?

03/09/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

Un bimbo che nasce senza un rene, se non vi sono altre anomalie (malformazioni o patologie cromosomiche o genetiche), può contare su un'aspettativa e una qualità di vita sovrapponibili a quelle della popolazione generale.  »

Puntura di zanzara che lascia il segno più del solito

01/09/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Ci sono zanzare la cui puntura causa una risposta maggiore, in più verso la fine dell'estate la pelle dei bambini può reagire in maniera più importante all'attacco degli insetti.  »

Rischio di parto pretermine: può servire il pessario?

01/09/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Il pessario può evitare che il collo dell'utero si raccorci ulteriormente, un'alternativa più radicale è il cerchiaggio che consiste in una cucitura della cervice che ne impedisce l'apertura fino al parto.   »

Fai la tua domanda agli specialisti