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Sembrava una malattia praticamente scomparsa. Invece, la pertosse torna a far parlare di sé. La colpa, secondo gli esperti, è del vaccino in uso dagli anni ’90: troppo “leggero” per garantire una copertura davvero completa. Il risultato è che si stanno ripresentando epidemie della malattia, soprattutto negli Stati Uniti.
Una malattia contagiosa
La pertosse è una malattia causata dal germe Bordetella pertussis. È molto contagiosa. Si trasmette per via aerea, probabilmente attraverso le goccioline di saliva diffuse nell’aria quando il malato tossisce. Provoca una tosse molto forte e difficoltà respiratorie. Nei bambini con meno di un anno può comportare gravi conseguenze.
Ci si può vaccinare
Contro la pertosse esiste un vaccino che può essere somministrato insieme con quello contro la difterite e il tetano tramite una puntura. Viene preparato a partire dai principali componenti del batterio opportunamente privato della tossicità. Questo vaccino è stato introdotto negli anni ’90, in sostituzione di quello “vecchio”, che aveva troppi effetti collaterali. Sicuramente è più tollerato ma, secondo un editoriale pubblicato sulla rivista “Science”, che raccoglie le ultime scoperte sul tema, è anche meno efficace. L’articolo spiega, infatti, che il vecchio vaccino era formato dal virus intero detossificato, mentre il nuovo contiene solo alcuni frammenti di Dna. Questo significa che nel farmaco attualmente in uso non sono presenti le endotossine che nella versione originale causavano i maggiori effetti collaterali. Questo significa anche che il sistema immunitario viene stimolato in misura più lieve, sviluppando una protezione inferiore. Alcuni studi hanno mostrato che erano proprio le endotossine a garantire la copertura a lungo termine. Si tratta ora di decidere se mantenere quello attuale, ritornare a quello vecchio o metterne a punto uno innovativo: la questione è aperta.