Raggi solari contro il coronavirus: lo uccidono in meno di un minuto

Stefania Lupi A cura di Stefania Lupi

Un team italiano ha misurato la capacità dei raggi solari contro il coronavirus, scoprendo che lo possono disattivare molto velocemente. Con la diffusione dei vaccini, si ha un mix vincente contro il Covid-19

Raggi solari contro il coronavirus: lo uccidono in meno di un minuto

I raggi solari contro il coronavirus, ora è provato scientificamente. L’esposizione ai raggi solari insieme alla vaccinazione potrebbero rappresentare un mix vincente per battere il coronavirus e le malattie che provoca. A dirlo è Mario Clerici, docente di immunologia dell’università degli Studi di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi, che ha studiato a lungo la capacità dei raggi solari di uccidere i virus, tra cui Sars-CoV-2. Ma non solo.

Da pochi secondi a un minuto

Una nuova ricerca, per ora pubblicata in pre-print, cioè non ancora revisionata e in attesa di essere pubblicata su riviste scientifiche, che ha coinvolto anche l’Istituto dei tumori e l’ospedale Sacco di Milano, conclude che il tempo necessario ai raggi ultravioletti (UvA-UvB-UvC) per disattivare Sars -CoV-2 è di meno un minuto o pochi secondi se il virus è presente in quantità moderate. «In spiaggia, con il riverbero dell’acqua, il tempo di disattivazione diminuisce ulteriormente del 20-30%» spiega Clerici.

Non solo UvC

«L’anno scorso abbiamo valutato in uno studio scientifico la capacità dei raggi UvC di uccidere Sars-CoV-2 e ora possiamo dire lo stesso dei raggi UvA e UvB che raggiungono la superficie terrestre », spiega sempre il dottor Clerici.

I raggi UvC, potenzialmente pericolosi per l’uomo, non arrivano sulla Terra perché sono filtrati dallo strato di ozono e sono creati in modo artificiale con lampade speciali proprio per uccidere i virus. L’esperimento è stato ripetuto con i raggi UvA (responsabili dell’invecchiamento cutaneo) e con i raggi UvB (responsabili della tintarella). «In pratica, dunque, le goccioline che possono essere emesse da un eventuale soggetto positivo vengono colpite dai raggi solari e la carica virale è disattivata in pochissimo tempo. Quindi, con le dovute cautele le lampade a raggi UvA e UvB potrebbero essere montate in luoghi pubblici, magari accese a intermittenza senza colpire direttamente i presenti».

Anche con quantità elevate di virus

Durante l’esperimento è stata considerata una quantità di virus molto più alta di quella presente in soggetti malati di Covid. Poi è stata utilizzata una dose equivalente a quella presente nell’espettorato di un paziente Covid grave per vedere se poteva esserci una potenziale importanza clinica. Infine, sono state messe cellule polmonari in piastra irrorate con il virus. Il virus che era stato prima sottoposto attraverso lampade a raggi Uv-A o Uv-B non è stato in grado di infettare le cellule ed è stato ucciso sempre entro il minuto.

L’estate aiuta

Questi risultati potrebbero spiegare il ruolo dell’irradiazione solare nella disinfezione delle superfici esterne e contribuire a spiegare la stagionalità del virus. In uno studio precedente era già stato dimostrato il collegamento tra irraggiamento solare e epidemiologia di Covid-19. Gli astrofisici dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) avevano raccolto dati sulla quantità di raggi solari in 260 Paesi, dal 15 gennaio a fine maggio 2020. «La corrispondenza con l’andamento dell’epidemia di Sars-CoV-2 è risultata quasi perfetta: minore è la quantità di UvA e UvB, maggiore è il numero di infezioni – dice Clerici- e ora questo dato è confermato dal nuovo studio. Per cui se l’anno scorso l’estate è andata bene perché tanti raggi solari annientano il virus, quest’anno si aggiunge l’arma dei vaccini anti-Covid e c’è quindi possibilità di dare una importante frenata all’epidemia».

 

 
 
 

Forse non sapevi che…

I raggi UvA rappresentano circa il 95% dei raggi ultravioletti e la loro irradiazione, mentre i raggi UvB costituiscono il 5% dei raggi ultravioletti, sono presenti maggiormente tra aprile e ottobre.

Pubblicato il 8.7.2021 Aggiornato il 8.7.2021
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Come faccio a togliere la poppata notturna a un bimbo di un anno?

18/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Per indurre il bambino a rinunciare a bere il latte durante la notte può essere una buona strategia sostituirlo gradualmente con l'acqua.  »

Nausea fortissima che si protrae oltre il 1° trimestre: che fare?

18/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Floriana Carbone

Se la nausea si protrae oltre il primo trimestre, interferendo pesantemente sulla qualità della vita, diventa opportuno valutare opzioni terapeutiche che abbiano una maggiore efficacia rispetto ai tradizionali rimedi naturali.   »

Salmone scaduto: dopo quanto possono comparire i sintomi di un’intossicazione?

17/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Il lasso di tempo che intercorre tra l'assunzione di un cibo contaminato e l'eventuale comparsa di sintomi da intossicazione dipende dal tipo di agente infettivo coinvolto.   »

Camera gestazionale più piccola dell’atteso: proseguirà la gravidanza?

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Bisogna sempre attendere l'8^ settimana prima di pronunciarsi rispetto al destino di una gravidanza e anche qui con un margine di errore dell'1% sull'esito favorevole dello sviluppo embrio-fetale. L'aspetto importante è che questo processo di selezione sia rispettato e compreso dalla donna.   »

Gravidanza e poca tolleranza nei confronti dell’integrazione di magnesio

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La scarsa tolleranza al magnesio potrebbe essere dovuta al fatto che non è ciò di cui si è carenti perché l'organismo, se ha bisogno di qualcosa, di solito ne fa tesoro.  »

Tampone vaginale: può essere pericoloso in gravidanza?

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Nel caso in cui ci sia il sospetto di una vaginite, anche inn gravidanza è opportuno effettuare il tampone vaginale che da un lato non espone a rischi dall'altro permette di individuare l'origine dei sintomi.   »

Fai la tua domanda agli specialisti