Raggi solari contro il coronavirus: lo uccidono in meno di un minuto

Stefania Lupi A cura di Stefania Lupi Pubblicato il 8.7.2021 Aggiornato il 8.7.2021

Un team italiano ha misurato la capacità dei raggi solari contro il coronavirus, scoprendo che lo possono disattivare molto velocemente. Con la diffusione dei vaccini, si ha un mix vincente contro il Covid-19

Raggi solari contro il coronavirus: lo uccidono in meno di un minuto

I raggi solari contro il coronavirus, ora è provato scientificamente. L’esposizione ai raggi solari insieme alla vaccinazione potrebbero rappresentare un mix vincente per battere il coronavirus e le malattie che provoca. A dirlo è Mario Clerici, docente di immunologia dell’università degli Studi di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi, che ha studiato a lungo la capacità dei raggi solari di uccidere i virus, tra cui Sars-CoV-2. Ma non solo.

Da pochi secondi a un minuto

Una nuova ricerca, per ora pubblicata in pre-print, cioè non ancora revisionata e in attesa di essere pubblicata su riviste scientifiche, che ha coinvolto anche l’Istituto dei tumori e l’ospedale Sacco di Milano, conclude che il tempo necessario ai raggi ultravioletti (UvA-UvB-UvC) per disattivare Sars -CoV-2 è di meno un minuto o pochi secondi se il virus è presente in quantità moderate. «In spiaggia, con il riverbero dell’acqua, il tempo di disattivazione diminuisce ulteriormente del 20-30%» spiega Clerici.

Non solo UvC

«L’anno scorso abbiamo valutato in uno studio scientifico la capacità dei raggi UvC di uccidere Sars-CoV-2 e ora possiamo dire lo stesso dei raggi UvA e UvB che raggiungono la superficie terrestre », spiega sempre il dottor Clerici.

I raggi UvC, potenzialmente pericolosi per l’uomo, non arrivano sulla Terra perché sono filtrati dallo strato di ozono e sono creati in modo artificiale con lampade speciali proprio per uccidere i virus. L’esperimento è stato ripetuto con i raggi UvA (responsabili dell’invecchiamento cutaneo) e con i raggi UvB (responsabili della tintarella). «In pratica, dunque, le goccioline che possono essere emesse da un eventuale soggetto positivo vengono colpite dai raggi solari e la carica virale è disattivata in pochissimo tempo. Quindi, con le dovute cautele le lampade a raggi UvA e UvB potrebbero essere montate in luoghi pubblici, magari accese a intermittenza senza colpire direttamente i presenti».

Anche con quantità elevate di virus

Durante l’esperimento è stata considerata una quantità di virus molto più alta di quella presente in soggetti malati di Covid. Poi è stata utilizzata una dose equivalente a quella presente nell’espettorato di un paziente Covid grave per vedere se poteva esserci una potenziale importanza clinica. Infine, sono state messe cellule polmonari in piastra irrorate con il virus. Il virus che era stato prima sottoposto attraverso lampade a raggi Uv-A o Uv-B non è stato in grado di infettare le cellule ed è stato ucciso sempre entro il minuto.

L’estate aiuta

Questi risultati potrebbero spiegare il ruolo dell’irradiazione solare nella disinfezione delle superfici esterne e contribuire a spiegare la stagionalità del virus. In uno studio precedente era già stato dimostrato il collegamento tra irraggiamento solare e epidemiologia di Covid-19. Gli astrofisici dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) avevano raccolto dati sulla quantità di raggi solari in 260 Paesi, dal 15 gennaio a fine maggio 2020. «La corrispondenza con l’andamento dell’epidemia di Sars-CoV-2 è risultata quasi perfetta: minore è la quantità di UvA e UvB, maggiore è il numero di infezioni – dice Clerici- e ora questo dato è confermato dal nuovo studio. Per cui se l’anno scorso l’estate è andata bene perché tanti raggi solari annientano il virus, quest’anno si aggiunge l’arma dei vaccini anti-Covid e c’è quindi possibilità di dare una importante frenata all’epidemia».

 

 
 
 

Forse non sapevi che…

I raggi UvA rappresentano circa il 95% dei raggi ultravioletti e la loro irradiazione, mentre i raggi UvB costituiscono il 5% dei raggi ultravioletti, sono presenti maggiormente tra aprile e ottobre.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Ridatazione della gravidanza: c’è da preoccuparsi?

11/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Non c'è nulla di cui preoccuparsi quando la gravidanza viene ridatata, specialmente se la differenza tra l'epoca calcolata in base alla data dell'ultima mestruazione e le misure rilevate dall'ecografia è di appena una settimana.   »

Mestruazioni in ritardo ma il test di gravidanza è negativo: cosa può essere?

10/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Gaetano Perrini

L'elenco delle possibili cause di amenorrea o, comunque, di irregolarità mestruale è molto nutrito e non è possibile, in assenza di informazioni precise, ipotizzare quale possa essere nel singolo caso. Quello che serve è effettuare determinati controlli affidandosi al proprio ginecologo.   »

Depressione post parto: che fare?

03/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

A fronte di una diagnosi di depressione post parto è irrinunciabile intraprendere cure mirate, che consistono nella psicoterapia associata all'assunzione di farmaci ad hoc. Spetta comunque al medico pianificare la strategia più adatta al caso.   »

Pianto e tosse durante la poppata: cosa può essere?

03/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Roberta Levi

Le possibili cause che possono indurre il bambino a scoppiare a piangere e a tossire mentre viene allattato sono numerose: se l'episodio si ripete è necessario un controllo dal pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti