Rischio cancro ai polmoni anche con il fumo “di terza mano”

Miriam Cesta A cura di Miriam Cesta

Il fumo di terza mano, ovvero le sostanze derivate dalla combustione che si depositano su superfici, abiti e tappeti, è un fattore di rischio cancro ai polmoni

Rischio cancro ai polmoni anche con il fumo “di terza mano”

Non solo quello attivo e quello passivo – anche chiamato utilizzando la traduzione letterale dall’inglese “di seconda mano” (second hand smoke): uno studio statunitense pubblicato sulla rivista Clinical Science spiega che anche il fumo “di terza mano”, ovvero le sostanze derivate dal fumo che si depositano su superfici, tende e tappeti, sconosciuto purtroppo dai più, è molto pericoloso per la salute al punto da rappresentare un fattore di rischio cancro ai polmoni.

Miscela altamente tossica

Gli autori dello studio del National Lawrence Berkeley Laboratory hanno effettuato diversi esperimenti, rilevando che in particolare alcune sostanze derivate dal fumo che si vanno a depositare sulle superfici interagiscono con le molecole dell’aria creando una miscela tossica in grado di danneggiare il Dna fino a provocare tumori. Non solo: test condotti in laboratorio su gruppi di topi hanno dimostrato che a 40 settimane dall’ultima esposizione gli animali hanno mostrato un aumento di rischio cancro ai polmoni.

Bambini più vulnerabili

Gli autori dello studio spiegano che, poiché l’esposizione al fumo di terza mano si può verificare attraverso l’inalazione, l’ingestione o l’assorbimento attraverso la pelle, particolare attenzione deve essere dedicata ai bambini, soprattutto quelli che ancora si muovono gattonando ed esplorando gli oggetti con la bocca, che devono essere il più possibile preservati dal contatto con superfici contaminate.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Non è sufficiente pulire – anche a fondo – tende, tappeti e superfici: alcune particelle rilasciate dal fumo di sigaretta sono, infatti, particolarmente “tenaci” e resistono ai tentativi di rimozione da parte di detergenti e spugne.

 

Pubblicato il 15.5.2018 Aggiornato il 2.8.2018
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Allattamento a rischio per condizione aziendale: si ha diritto al 100% della retribuzione?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Paola Bernardi Locatelli

Per l'interdizione post partum per rischi aziendali per legge è dovuta solo l'indennità di maternità INPS (80% della retribuzione media giornaliera) ma l'eventuale integrazione al 100% dal datore di lavoro può essere prevista dal CCNL o dalla contrattazione aziendale.  »

Minaccia d’aborto: può essere colpa dell’allattamento?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In gravidanza, continuare ad allattare il primo bambino non causa direttamente contrazioni dell'utero ma è impegnativo dal punto di vista psico-fisico. Ridurre le poppate giornaliere, quando sono numerose come quelle offerte a un neonato, è una buona idea soprattutto se il primo figlio ha già 15 mesi...  »

Bimba di tre anni con otiti ricorrenti: perché?

06/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

A volte è la particolare conformazione delle tube di Eustachio (i tubicini che collegano l'orecchio al naso) a favorire la ricorrenza delle otiti, tuttavia con la crescita tutto si risolve.   »

Fai la tua domanda agli specialisti