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In collaborazione con Pfizer
L’inverno è una stagione a rischio per le malattie respiratorie. Il freddo, ma anche la permanenza in locali chiusi e scarsamente aerati, favorisce infatti la circolazione di virus e batteri. Il pensiero va subito all’influenza, ma non si deve dimenticare che nella stagione fredda aumentano le probabilità di contrarre anche infezioni respiratorie legate ad altri patogeni, tra queste, anche l’RSV. Conoscere la sua natura, ma soprattutto i rischi che comporta per i neonati, i bambini piccoli e anche per gli adulti, è fondamentale per mettere in atto strategie di prevenzione che consentano di arginare le possibili, gravi complicanze dell’infezione. Vediamo insieme 10 cose da sapere sull’RSV.
1. L’infezione da RSV non è un raffreddore
L’infezione da RSV si manifesta in genere con gli stessi sintomi di una comune infezione delle vie respiratorie superiori, proprio come il raffreddore. Non a caso, la maggior parte di chi viene colpito dal virus respiratorio sinciziale guarisce nell’arco di una, al massimo due settimane, senza necessità di particolari cure. Questo non deve però portare ad escludere che il virus possa determinare complicanze di una certa entità, persino mortali, soprattutto in neonati, anziani e soggetti fragili.
2. Può essere asintomatica
L’infezione da RSV spesso risulta asintomatica negli adulti. Nei neonati e nei bambini, invece, si manifesta in genere con una serie di sintomi che, in fase iniziale, possono essere molto lievi e interessare le vie respiratorie superiori. Occorre tenere presente però che l’infezione da RSV può migrare verso le vie respiratorie inferiori e questo comporta lo scatenarsi di una sintomatologia decisamente più grave e complessa. È bene ricordare poi che anche persone asintomatiche o che soffrono di sintomi lievi possono trasmettere l’RSV agli altri.
3. I neonati sono particolarmente a rischio
Il sistema immunitario non ancora del tutto sviluppato dei neonati e dei bambini con meno di sei mesi, la conseguente difficoltà a creare anticorpi capaci di combattere l’infezione, la facilità con cui nei primi mesi di vita le vie aeree vanno soggette a infiammazione e ostruzione espone queste due categorie ad un elevato rischio di andare incontro a complicanze gravi a seguito dell’infezione da RSV. Si calcola che in Italia oltre 80mila bambini nel primo anno di vita vengano visitati in ambulatorio per cause legate all’infezione da RSV: circa 15mila di essi necessitano dell’ospedalizzazione e circa 3mila di ricovero in terapia intensiva.
4. È tra le principali cause della bronchiolite
L’RSV è un virus che può provocare una grave malattia respiratoria. Colpisce in modo particolare i neonati e i bambini: inizia generalmente con rinite e una febbre lieve, ma può evolvere con sintomi importanti come tosse insistente e difficoltà respiratorie. Il virus respiratorio sinciziale è una delle prime cause di bronchiolite. Si calcola che il 60-80% dei casi di bronchiolite nei neonati sia dovuto all’RSV, responsabile del 15-20% della totalità dei ricoveri di bambini sotto i due anni.
5. Può causare la polmonite
La polmonite, che può riguardare uno solo o entrambi i polmoni, si manifesta con tosse, difficoltà respiratorie, febbre anche elevata, respiro sibilante e dolore toracico. I sintomi possono aggravarsi, anche in concomitanza con fattori di rischio preesistenti, tanto da suggerire il ricovero. Si stima che fino al 50% dei ricoveri per polmonite nei neonati sia dovuto all’RSV.
6. In caso di infezione da RSV i genitori devono monitorare con attenzione i sintomi
Nei neonati e nei bambini piccoli irritabilità, perdita di appetito, ridotta reattività, apnee con pause nella respirazione che durano più di dieci secondi, respiri brevi, poco profondi o rumorosi, dilatazione delle narici durante l’inspirazione, rientramento della parete toracica, colorazione blu o grigia di labbra, bocca e unghie sono sintomi dell’infezione da RSV che richiedono un intervento medico urgente per tamponarne l’evolvere verso manifestazioni sempre più gravi e scongiurare la necessità di un ricovero.
L’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) riporta infatti che ogni anno nell’Unione Europea, in Norvegia e nel Regno Unito, l’RSV è responsabile del ricovero ospedaliero di circa 213.000 bambini sotto i cinque anni, alcuni dei quali necessitano di terapia intensiva, e di circa 158.000 adulti.
7. Sono a rischio di complicazioni anche gli over 60
Le manifestazioni cliniche del virus possono diventare importanti non solo nei più piccoli, ma anche negli over 60, portando al possibile sviluppo di asma e polmoniti nonché al peggioramento di malattie polmonari pregresse e di patologie, come l’insufficienza cardiaca.
Più sale l’età, poi, più il sistema immunitario indebolito non è in grado di opporsi efficacemente all’infezione da RSV che rappresenta ad oggi una delle principali cause di ospedalizzazione per polmonite virale.
8. È particolarmente contagioso
L’RSV si trasmette per via aerea attraverso le goccioline che vengono emesse dalle persone infette quando tossiscono, starnutiscono o anche semplicemente parlano. E’ facile esserne colpiti, tanto che si calcola che la quasi totalità dei bambini sotto i due anni abbia contratto il virus, anche più volte, dal momento che è possibile reinfettarsi.
Ci si ammala per contatto diretto con una persona malata, ma anche toccando superfici dove l’RSV può sopravvivere per ore. Un malato è in genere contagioso per un periodo variabile dai 3 agli 8 giorni, ma può esserlo anche un paio di giorni prima di mostrare i sintomi dell’infezione. Va tenuto conto, poi, che i neonati possono continuare a diffondere il virus anche per un mese dopo la remissione dei sintomi.
9. La prevenzione è basilare per arginare il contagio
La prima norma per evitare la circolazione dell’RSV rimane quella di lavarsi spesso le mani con acqua e sapone, in modo accurato per almeno una ventina di secondi. I grandi, ma anche i bambini, dovrebbero farlo sempre e, in modo particolare, prima di toccare un neonato. Se c’è un malato in casa, poi, è bene pulire le superfici che vengono toccate con maggior frequenza come le maniglie delle porte, i pulsanti delle luci, il cellulare; sono da evitare anche i contatti molto stretti come baci e abbracci e occorre fare attenzione a non scambiare posate, bicchieri e altri oggetti che siano venuti a contatto con la bocca. E’ utile poi ricordare di coprirsi naso e bocca con un fazzoletto, e non con la mano, quando si starnutisce.
10. Come si cura
Non esistono cure specifiche per l’RSV, e nei casi gravi è necessario ricorrere a tecniche di supporto alla respirazione per aiutare il paziente a superare l’infezione senza complicazioni.
Come detto, la prevenzione gioca un ruolo cruciale. Lavare spesso le mani, indossare la mascherina in luoghi affollati e mantenere il distanziamento sociale sono misure semplici ma efficaci. È altrettanto importante confrontarsi con il medico di famiglia o il farmacista per identificare le strategie preventive più adatte, soprattutto per le persone fragili e gli anziani.
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PP-UNP-ITA-4479
Fonti bibliografiche
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