Salmonellosi: sintomi, contagio, cure in gravidanza e nei bambini

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo

Provoca dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, ed è pericolosa soprattutto nei bambini piccoli e durante la gravidanza. Per non ammalarsi è bene evitare carne, uova e latte crudi e lavarsi bene le mani.

Salmonellosi: sintomi, contagio, cure in gravidanza e nei bambini

A fine ottobre 2025 si è verificato un focolaio di salmonella nella zona di Reggio Emilia, in Emilia Romagna. Sono circa 50 i casi di sospetta intossicazione, riferiti alle autorità sanitarie da parte di persone che avevano pranzato in ristoranti della città e della zona circostante. Di questi, tre hanno richiesto il ricovero in ospedale per le opportune cure.

La salmonellosi è stata accertata in 33 casi, dopo che le analisi di laboratorio hanno effettivamente individuato la presenza del batterio salmonella, appartenente a quattro sierotipi diversi. Le ricerche in un primo momento si erano concentrate su pomodorini di provenienza siciliana, ma non tutte le persone che avevano accusato i malesseri avevano consumato questo prodotto.

Sintomi

L’intossicazione da salmonella non è sempre facile da diagnosticare, perché i sintomi possono essere vari, appena sfumati, può comparire febbre oppure no, possono manifestarsi sintomi gastrointestinali e perfino infezioni al sistema nervoso. In particolare, i sintomi della salmonella variano a seconda del sierotipo che entra in contatto con l’organismo.

Le forme di salmonellosi minore sono le più diffuse e presentano prevalentemente sintomi che colpiscono l’apparato gastrointestinale, come:

  • dolori addominali
  • crampi addominali
  • vomito
  • diarrea
  • nausea
  • febbre
  • mal di testa
  • a volte sangue nelle feci.

Altre forme di salmonellosi più serie e per fortuna più rare provocano:

  • disturbi di tipo gastrointestinale come nausea, diarrea, vomito, dolori addominali
  • febbre
  • infezioni serie a carico di ossa e sistema nervoso (come meningite) soprattutto nei bambini piccoli e nelle persone con sistema immunitario poco attivo o già affette da altre malattie.

I sintomi della salmonella compaiono dalle 6 ore ai tre giorni dopo l’ingestione del cibo o dell’acqua contaminata. Hanno una durata che varia dai quattro ai sette giorni, quindi solitamente si alleviano gradualmente e la persona si sente meglio. La guarigione avviene nel giro di una decina di giorni circa, se non compaiono complicanze.

Come si prende

La salmonella è molto contagiosa ed è presente in natura con circa 2000 sierotipi diversi. Si trova nell’intestino di molti animali, sia a sangue caldo, sia rettili e viene eliminata nell’ambiente attraverso le feci.

I sierotipi più diffusi nell’uomo sono la Salmonella enteritidis e la Salmonella typhimurium. Questi batteri sono presenti nel terreno e nelle acque e possono contaminare alimenti e bevande che vengono poi ingeriti dagli esseri umani. Una volta che il batterio giunge nell’intestino, esplica la sua azione tossica causando i sintomi elencati sopra.

Gli alimenti che possono contenere il batterio responsabile dei malesseri sono solitamente prodotti crudi di derivazione animale come:

  • carni bovine, ovine e suine crude o poco cotte (quindi salumi, salsicce, tartare, tagliate, roast beef)
  • uova crude e alimenti che sono stati preparati con uova non pastorizzate (per esempio maionese, creme, gelati)
  • latte crudo, ma anche formaggi freschi preparati con latte non pastorizzato
  • ortaggi o verdure irrigati con acqua contaminata dal batterio, consumati crudi e non adeguatamente lavati.

Il contagio tra esseri umani può avvenire nel caso in cui il malato utilizzi posate, asciugamani o altri oggetti in modo non esclusivo. Questi possono recare tracce del batterio e, se usati da un’altra persona, trasmettere il contagio.

Salmonellosi in gravidanza

La gravidanza è una delle condizioni in cui la salmonella può causare più problemi al benessere di una persona e provocare disturbi anche al feto. Durante i nove mesi, infatti, l’organismo femminile è meno attivo dal punto di vista delle difese immunitarie.

Una eventuale infezione può provocare nella futura mamma diarrea e vomito con disidratazione, riducendo la quantità di liquido amniotico nel quale si trova il bambino in crescita e quindi creando un ambiente intrauterino poco favorevole al suo sviluppo. Inoltre, la disidratazione diminuisce il volume totale del sangue circolante, con il risultato che al feto giunge una quantità minore di ossigeno e di nutrimento. Questo può provocare una riduzione della crescita e il piccolo può venire al mondo con un peso inferiore al normale.

In alcuni casi, per fortuna rari, l’infezione batterica può superare la barriera della placenta e contaminare il liquido amniotico, danneggiando il feto. Può anche verificarsi un parto prematuro, pericoloso nel caso in cui il piccolo non sia ancora sufficientemente sviluppato.

Queste problematiche compaiono nel caso in cui la gestante abbia in generale condizioni di salute già compromesse per malattie croniche non ben controllate, oppure abbia trascurato i sintomi della salmonellosi e non abbia effettuato le cure necessarie.

Salmonellosi nei bambini

La salmonellosi è pericolosa anche per i bambini, in modo particolare per quelli di età inferiore ai due anni. Infatti, la perdita di liquidi dovuta alla diarrea e al vomito e la conseguente disidratazione creano una condizione di rischio per i più piccoli, perché possono alterare le funzioni organiche e portare alla perdita di coscienza e al coma.

È quindi essenziale mettersi in contatto con il pediatra se il bimbo manifesta dissenteria e vomito, prima ancora che compaiano sintomi di disidratazione come:

  • pelle pallida e secca
  • scarsa quantità di urina riconoscibile dal pannolino asciutto
  • fontanella del capo più evidente
  • sonnolenza e scarsa reattività agli stimoli
  • inappetenza
  • pianto flebile.

In questo caso il piccolo va portato al pronto soccorso pediatrico per affrontare la situazione nel modo adeguato.

Tutte le cure

Il trattamento della salmonellosi consiste, solitamente, nel riposo e nella somministrazione di una adeguata quantità di liquidi e sali minerali per ripristinare la quantità di acqua e di sostanze nutrienti che l’organismo ha perso con il vomito e la diarrea. La persona può assumerli a piccoli sorsi, meglio ancora con un cucchiaino oppure una cannuccia, per non stimolare il riflesso del vomito, in modo costante durante l’arco della giornata.

Si può bere semplicemente acqua, oppure tè freddo, tisane, camomilla, brodo molto leggero. È il medico (oppure il pediatra) a stabilire se è opportuno integrare con soluzioni a base di minerali.

In alcuni casi non è possibile assumere liquidi per bocca, per esempio se i bambini sono molto piccoli o se il vomito è ancora intenso e frequente. Di conseguenza, soprattutto nel caso delle donne in gravidanza, dei bimbi piccoli e delle persone fragili, può essere necessario il ricovero in ospedale per qualche giorno, per effettuare la somministrazione dei liquidi per infusione venosa.

Gli antibiotici, attivi contro il batterio, sono indicati solo se l’infezione si presenta in forma seria, che non si risolve da sola nel giro di qualche giorno. Vanno comunque prescritti dal medico e non assunti di propria iniziativa.

Quando i sintomi si alleviano, è possibile riprendere gradualmente una alimentazione leggera, a base di riso bianco, patate e carote lesse, mela. È sempre importante bere il più possibile. I bambini che assumono latte materno possono continuare a farlo perché ricevono liquidi e importanti anticorpi.

La prevenzione della salmonellosi

Le cure della salmonellosi sono importanti, ma ancora di più lo è la prevenzione per evitare di entrare in contatto con il batterio.

In linea di massima andrebbero evitati i cibi crudi di provenienza animale e gli ortaggi e i vegetali non adeguatamente lavati. Il discorso vale per tutti, ma in particolare per i bambini piccoli e per le donne in gravidanza, i quali non dovrebbero consumare:

  • carni crude o non ben cotte
  • salumi, affettati, salsicce
  • latte non pastorizzato, formaggi a latte crudo non stagionati
  • uova non abbastanza cotte
  • frutta, verdure, ortaggi crudi non ben lavati.

Queste precauzioni sono importanti anche per evitare altri tipi di infezioni alimentari, per esempio la toxoplasmosi.

Va ricordata l’importanza di lavare spesso con cura le mani, soprattutto dopo aver maneggiato materie prime crude (come carne e uova) per la preparazione degli alimenti.

Photo by Sarah Chai for pexels

 
 
 

In breve

Per prevenire la salmonellosi, rischiosa in gravidanza e nei bambini piccoli, è bene evitare cibi crudi o poco cotti. Se compaiono i sintomi, come diarrea, vomito, febbre, si deve contattare il medico e cercare di assumere molti liquidi

 

Fonti / Bibliografia

Pubblicato il 6.11.2025 Aggiornato il 7.11.2025
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Pensieri ossessivi tenuti a bada con gli psicofarmaci: si può cercare una gravidanza?

22/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Esistono psicofarmaci in grado di assicurare il benessere psicologico, senza avere come controindicazione la gravidanza. La strategia terapeutica più adatta va però pensata PRIMA del concepimento.   »

Nausea fortissima che si protrae oltre il 1° trimestre: che fare?

18/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Floriana Carbone

Se la nausea si protrae oltre il primo trimestre, interferendo pesantemente sulla qualità della vita, diventa opportuno valutare opzioni terapeutiche che abbiano una maggiore efficacia rispetto ai tradizionali rimedi naturali.   »

Salmone scaduto: dopo quanto possono comparire i sintomi di un’intossicazione?

17/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Il lasso di tempo che intercorre tra l'assunzione di un cibo contaminato e l'eventuale comparsa di sintomi da intossicazione dipende dal tipo di agente infettivo coinvolto.   »

Camera gestazionale più piccola dell’atteso: proseguirà la gravidanza?

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Bisogna sempre attendere l'8^ settimana prima di pronunciarsi rispetto al destino di una gravidanza e anche qui con un margine di errore dell'1% sull'esito favorevole dello sviluppo embrio-fetale. L'aspetto importante è che questo processo di selezione sia rispettato e compreso dalla donna.   »

Gravidanza e poca tolleranza nei confronti dell’integrazione di magnesio

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La scarsa tolleranza al magnesio potrebbe essere dovuta al fatto che non è ciò di cui si è carenti perché l'organismo, se ha bisogno di qualcosa, di solito ne fa tesoro.  »

Tampone vaginale: può essere pericoloso in gravidanza?

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Nel caso in cui ci sia il sospetto di una vaginite, anche inn gravidanza è opportuno effettuare il tampone vaginale che da un lato non espone a rischi dall'altro permette di individuare l'origine dei sintomi.   »

Fai la tua domanda agli specialisti