Scoliosi: sintomi nei bambini, cura e rimedi

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 23/08/2024 Aggiornato il 23/08/2024

Si manifesta per lo più nell’adolescenza, non ha una causa precisa e non regredisce spontaneamente. Un controllo dall’ortopedico pediatrico è necessario per diagnosticarla e mettere in atto un adeguato trattamento.

Scoliosi: sintomi nei bambini, cura e rimedi

La scoliosi è una malattia della colonna vertebrale. Comporta una deviazione della colonna con una conseguente torsione dei corpi vertebrali. Si tratta di una patologia senza una causa diretta, definita quindi idiopatica, spesso di natura genetica, che compare in genere in età adolescenziale, interessando in maniera preponderante le ragazze rispetto ai maschi. La scoliosi evolve nel tempo e non ha possibilità di regressione spontanea.

Occorre quindi intervenire precocemente perché vengano messe in atto le misure che possano essere d’aiuto per fermarne la progressione che vanno dalla fisioterapia all’utilizzo di un busto fino ad arrivare alla chirurgia. E’ basilare che i genitori monitorino con attenzione la situazione per cogliere i segnali chiari della presenza di scoliosi, in particolare un’asimmetria dei fianchi o delle spalle e la comparsa di un gibbo o un gonfiore di un lato della colonna quando il bambino si piega in avanti stando in piedi a gambe tese.

La visita dell’ortopedico pediatrico è quindi indispensabile per diagnosticare la scoliosi e per distinguerla dagli atteggiamenti scoliotici che spesso preoccupano i genitori ma che in realtà si possono correggere perché dovuti soprattutto a posture scorrette.

Cosa è la scoliosi

Questa malattia che determina una deviazione laterale della colonna vertebrale con torsione dei corpi vertebrali, non correggibile in posizione sdraiata. Come molti termini del campo medico, anche questo deriva dall’antico greco: “scoliosi” ha come significato “incurvamento”. Come sottolineano gli esperti della SIOT, Società italiana di ortopedia e traumatologia, è fondamentale fare un distinguo tra la scoliosi idiopatica e atteggiamento scoliotico.

Con il termine di scoliosi idiopatica (un aggettivo che significa “senza causa”), nota anche come scoliosi dell’adolescenza, si indica una deformità evolutiva della colonna vertebrale che appare durante l’età dell’adolescenza e progredisce fino alla fine dell’accrescimento (15 anni circa per le femmine; 16 anni circa per i maschi). Colpisce il sesso femminile con un rapporto di 4 a 1 rispetto a quello maschile e rappresenta circa l’80% di tutte le scoliosi con un’incidenza dello 0.2 -3% nella popolazione generale.

Le cause della scoliosi

Le cause che producono la deviazione della colonna non sono ancora del tutto note; di sicuro si sa che la malformazione ha una trasmissione genetica. Anche se la scoliosi non si trasmette come patologia ereditaria, il figlio di una madre scoliotica ha probabilità 10 volte superiori di svilupparla a sua volta rispetto al figlio di una madre sana.

Non è un caso che la scoliosi idiopatica si manifesti in genere in queste fasi: 2-3 anni (scoliosi infantile), 5-8 anni (scoliosi giovanile), 11-13 anni (scoliosi adolescenziale). Trattandosi del risultato di uno squilibrio tra lo sviluppo dello scheletro e quello dei muscoli, la scoliosi insorge nei momenti della vita in cui la maturazione ossea è rilevante cioè durante i cosiddetti picchi di crescita.

Un’ulteriore distinzione va fatta tra la scoliosi congenita, quindi già presente fin dalla nascita, e la scoliosi acquisita. Quest’ultima può essere infatti il risultato di alcuni eventi specifici: la scoliosi può avere fra le cause traumi del rachide, infezioni, artrite o anche tumori e patologie complesse come neurofibromatosi, spina bifida, sindrome di Marfan, distrofia muscolare di Duchenne, paralisi cerebrale infantile. Le scoliosi derivanti da queste cause sono le più serie, con un elevato rischio di aggravamento. E’ fondamentale in ogni caso fare una distinzione netta tra la scoliosi e l’atteggiamento scoliotico che è invece una curva della colonna vertebrale sul piano frontale ma senza rotazione vertebrale e non evolve nel tempo: non ha una causa genetica e si può quindi correggere.

I vari tipi di scoliosi

Esistono quindi vari tipi di scoliosi che si differenziano in base alla tipologia di rotazione della colonna e del punto dove si localizza. Per distinguerli, si misura l’angolo di Cobb, ovvero il grado di curvatura della spina dorsale. In genere si identifica una scoliosi quando l’angolo di Cobb supera i 10°, un limite che comunque va sempre valutato con attenzione dallo specialista.
Si definisce curva primaria quella con angolazione più ampia e con più rotazione dei corpi vertebrali, mentre la curva di compenso è quella che si forma affinché la testa riprenda la propria posizione nei confronti del bacino.

Nelle scoliosi con una curva primaria si parla di scoliosi destro-convessa quando la curvatura è rivolta verso destra, mentre la scoliosi sinistro-convessa presenta una curva rivolta a sinistra.

  • Sia la scoliosi destra convessa che la scoliosi sinistra convessa possono interessare diversi tratti della colonna vertebrale.
  • Scoliosi dorsale. E’ quella che si presenta con maggiore frequenza e generalmente coinvolge 6 vertebre con il tipico gibbo costale, ovvero la cosiddetta “gobba”. La curvatura può manifestarsi sia verso destra che verso sinistra, dando quindi luogo a scoliosi dorsale destro convessa oppure a scoliosi dorsale sinistro convessa.
  • Scoliosi lombare. Presenta una deviazione della colonna vertebrale con rotazione delle vertebre lombari, con il caratteristico gibbo lombare. Se ne distinguono due sottotipi, in base alla direzione della curvatura: scoliosi lombare destro convessa e scoliosi lombare sinistro convessa, in assoluto la più comune. È caratterizzata da fianchi asimmetrici e rotazione del bacino, con la tipica “curva a C”.
  • Scoliosi dorso-lombare. La curva, molto ampia, coinvolge sia la zona dorsale della schiena sia quella lombare. Anche in questo caso, possono manifestarsi scoliosi dorso-lombare destro convessa oppure scoliosi dorso-lombare sinistro convessa.
  • Scoliosi cervicale. E’ la forma più rara di questa deformazione. Al contrario di quanto accade per la scoliosi lombare, la scoliosi cervicale sinistro convessa è quella meno frequente.

Se nella colonna vertebrale sono invece presenti due curve dall’angolazione quasi equivalente, si parla di scoliosi a doppia curva primaria. Possono svilupparsi scoliosi toracica e toraco-lombare, dorsale e lombare, a doppia curva toracica. Si parla invece di scoliosi combinata quando convivono scoliosi dorsale e lombare, con 2 curvature principali “a S”.

Scoliosi: i sintomi nei bambini

Non si conosce ad oggi con certezza la causa della scoliosi: è sicuro, comunque, che la sua comparsa si leghi a un complesso di cause coesistenti (genetiche, neuromuscolari, metaboliche) che si evidenziano soprattutto nel periodo della pubertà, quando lo scheletro presenta la sua massima crescita. È quindi opportuno che i genitori siano attenti ad alcuni segnali che possono far sospettare una curva scoliotica nell’età a rischio (tra 10 e 14 anni). Sono soprattutto due: un’asimmetria dei fianchi o delle spalle, che non sono uguali quando si osserva il bambino in piedi, e la comparsa di un gibbo o un gonfiore di un lato della colonna, quando il bambino si piega in avanti stando in piedi a gambe tese.
Nella maggior parte dei casi e soprattutto in fase iniziale, la scoliosi non provoca dolori, tanto che ci si rende conto del problema solo in base a cambiamenti che si notano visivamente. Ecco perché i genitori dovrebbero quindi fare attenzione a questi sintomi che possono essere segnale della patologia:

  • curvatura della colonna vista di fronte
  • differenza di posizionamento delle spalle che porta a una maggior prominenza di una scapola rispetto all’altra
  • posizione della testa non centrale rispetto al bacino
  • sollevamento e prominenza di un’anca
  • differente altezza delle costole e prominenza in posizione china
  • irregolarità dei fianchi
  • variazione nella consistenza e nel colore della cute in corrispondenza della spina dorsale
  • inclinazione del corpo su un lato.

Con il passare del tempo la scoliosi può causare problemi alle articolazioni, ai legamenti e ai dischi intervertebrali e provocare dolori e contratture muscolari, mal di schiena, sciatalgia, stanchezza cronica. Il segnale d’allarme può anche variare in base al punto dove la scoliosi si localizza: una scoliosi lombare sinistro convessa può dare sintomi come dolore che tende a peggiorare, difficoltà nella deambulazione, problemi respiratori, mentre una scoliosi lombare destro convessa provoca fra i sintomi un mal di schiena persistente.

Come si fa la diagnosi di scoliosi

E’ importante che la scoliosi venga rilevata il prima possibile in modo che lo specialista, in base a diversi fattori, come la zona della colonna dove si presenta e l’età, possa fare una previsione del rischio di peggioramento. Per diagnosticare la scoliosi è necessaria una visita specialistica. L’ortopedico pediatrico valuta la posizione del bambino in ortostatismo, ovvero in posizione eretta, e in seguito tramite un test di flessione, durante il quale il bambino dovrà piegarsi in avanti. La comparsa di una deformità sul dorso dal lato della convessità, il tipico gibbo da scoliosi, può comportare la necessità di un approfondimento tramite esami strumentali. Prima di tutto viene eseguita una radiografia della colonna vertebrale per determinarne lo stato e a rilevarne difetti o anomalie, nonché a stabilire con esattezza la misura dell’angolo di Cobb. Per approfondire ulteriormente la situazione, lo specialista potrebbe richiedere una risonanza magnetica.

Cure e rimedi

Molto si può fare innanzitutto in termini di prevenzione, non tanto della scoliosi che è una patologia progressiva e tende e a non guarire spontaneamente, quanto degli atteggiamenti scoliotici. A questo scopo è opportuno che i ragazzi pratichino regolarmente un’attività sportiva. Serve a mantenere il tono muscolare e a controllare il peso, prevenendo posture scorrette, specie in posizione seduta. La sedentarietà è il nemico numero uno della colonna, soprattutto in uno scheletro che si sta formando. Se vi fosse un dubbio di deviazione della colonna, sarebbero consigliabili sport simmetrici come il nuoto, la pallavolo, il basket, il calcio.

Serve invece evitare tutti gli sport che prevedono un’alta mobilizzazione del rachide o torsioni importanti della colonna se praticati a livello agonistico come corsa per lunghe distanze, sollevamento pesi, danza e, nel caso di iperlordosi, il sollevamento pesi, gli esercizi in palestra con carichi pesanti, la danza e la ginnastica artistica. E lo zaino tanto messo sotto accusa? Non provoca la scoliosi quando è di natura idiopatica. Ma se molto pesante può essere responsabile di problemi alla schiena su cui incidono anche altri atteggiamenti non corretti come l’uso prolungato di smartphone e tablet.

Quando i più piccoli lamentano dolori alla schiena, genitori e insegnanti tendono a collegare questi disturbi alla scoliosi, ma questa patologia è quasi sempre asintomatica. Spesso invece il dolore è sintomo semplicemente di vizi di portamento, contraddistinti da atteggiamenti posturali errati che incurvano la colonna vertebrale, ma che sono facilmente e totalmente correggibili e nulla hanno a che vedere con la scoliosi. Se non c’è un collegamento così evidente tra lo zaino pesante e l’insorgere della scoliosi, lo stesso non può dirsi per la cifosi. L’atteggiamento cifotico, che non comporta alterazioni patologiche della curvatura della schiena, è favorito infatti da abitudini sbagliate, per esempio scarsa o inadeguata attività fisica, posture scorrette a causa del tempo trascorso curvi sugli schermi degli smartphone, uso di zaini pesanti.

Quando andare dal medico

«Nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza» spiega il dottor Alberto Momoli, Presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIOT e Direttore UOC Ortopedia e Traumatologia, Ospedale San Bortolo, Vicenza «possono presentarsi patologie ortopediche come la displasia dell’anca nei neonati o difetti della colonna vertebrale, tipici dell’età pre-adolescenziale, come scoliosi o ipercifosi, che un pediatra attento sarà in grado di intercettare suggerendo un controllo successivo da un ortopedico pediatrico.

Molte patologie, infatti, se non trattate durante l’infanzia e in adolescenza, possono manifestarsi con complicanze maggiori e più difficili da trattare nell’età adulta». Di regola dovrebbe quindi essere il pediatra a suggerire ai genitori un controllo specialistico. «In età pediatrica, è fondamentale distinguere tra patologie vere e paramorfismi» sottolinea il professor Antonio Andreacchio, Presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia Pediatrica, SITOP e Direttore S.C. del Reparto Ortopedia e Traumatologia Pediatrica dell’Ospedale dei Bambini “Buzzi” di Milano «perché richiedono una gestione e un intervento da parte dell’ortopedico necessariamente diversi. I paramorfismi, infatti, sono false patologie che rappresentano tappe di passaggio nell’età evolutiva che nella maggior parte dei casi non impattano nella vita del bambino o adolescente ma si risolvono spontaneamente. Sono però spesso proprio tali paramorfismi a preoccupare molto i genitori che portano il figlio dall’ortopedico. La raccomandazione è sempre di rivolgersi a specialisti ortopedici dell’età pediatrica per evitare di incorrere in ansie o rischiare trattamenti inutili, se non talvolta anche dannosi, per il bambino o l’adolescente».

E’ importante quindi che i genitori tengano sempre presente che un atteggiamento scorretto del tronco non provoca la scoliosi: il controllo della postura è invece importante per prevenire il dorso curvo e l’iperlordosi lombare, spesso cause di mal di schiena nell’età adulta. Se vi è un dubbio, comunque, è opportuno che i genitori portino il figlio dal pediatra, che potrebbe predisporre un’eventuale visita dallo specialista ortopedico o fisiatra. Fondamentali anche i controlli periodici.

E’ sempre buona norma controllare i ragazzi una volta all’anno a partire dai 9-10 anni e fino ai 13-14 anni, innanzitutto dal pediatra e, se necessario, dell’ortopedico pediatrico. In caso di iniziale scoliosi, invece, i controlli dovrebbero essere più frequenti (almeno ogni 5-6 mesi). La curvatura della schiena, in ogni caso, anche se non è indice di scoliosi idiopatica, va tenuta sotto controllo perché se eccessiva può essere indice di ipercifosi. Si tratta di una deformità della colonna, che può insorgere già nell’infanzia e che ha una predilezione per i maschi, al contrario della scoliosi.

La causa più comune è il morbo di Scheuermann, una patologia a causa della quale le vertebre invece di crescere come dei rettangoli, diventano dei cunei, favorendo l’incurvamento in avanti. È bene intervenire precocemente perché l’ipercifosi di cui spesso soffrono gli anziani, e che causa numerosi problemi di salute con la conseguente insorgenza di altre patologie, è spesso conseguenza di un dorso curvo non curato durante l’età infantile.
La visita dallo specialista ortopedico, poi, è consigliata soprattutto se il bambino conduce una vita sedentaria o pratica poca attività sportiva e se manifesta segni e sintomi quali: inarcare le spalle o oscillare in avanti, inclinare i piedi verso l’interno o l’esterno, schioccare la mandibola nell’aprire e nel chiudere la bocca, avere le vertigini, provare dolore ai bulbi oculari e avere disturbi all’udito. Questi sintomi, anche se non sono espressione specifica di un disturbo alla colonna vertebrale, meritano un approfondimento.

Busto per scoliosi: quando metterlo?

La prima opzione per affrontare la scoliosi idiopatica è il trattamento fisioterapico. Si svolge in centri specializzati sotto la guida di un fisioterapista esperto e prevede l’esecuzione di alcuni esercizi mirati alla rieducazione posturale. Le scoliosi idiopatiche possono essere curate con successo anche mediante l’utilizzo di busti ortopedici che devono essere prescritti dall’ortopedico per poi essere costruiti e personalizzati da un tecnico ortopedico.

I corsetti possono essere rigidi o semirigidi e hanno la funzione di limitare il progredire della scoliosi. L’ortopedico stabilisce tempi e modi di utilizzo del busto in base alle necessità del bambino o del ragazzo: le visite a cadenza periodica sono necessarie per valutare l’efficacia o meno della terapia. In alcuni casi i busti non riescono a bloccare la progressione della deformità per cui è necessario ricorrere al trattamento chirurgico. La moderna correzione chirurgica della scoliosi si basa sull’uso di barre solitamente in titanio che vengono fissate mediante viti o uncini alla colonna. Il loro uso permette di ottenere una correzione immediatamente stabile per cui non è più necessario nella fase post-operatoria l’uso di busti gessati.

 

In breve

La scoliosi è una patologia in genere di natura ereditaria che necessita di essere rilevata presto in modo che si possa intervenire per cercare di frenarne la progressione. I genitori dovrebbero quindi fare attenzione a sintomi che ne denunciano con chiarezza la presenza della malattia segnalandoli al pediatra che può poi indirizzare verso l’ortopedico pediatrico. E’ il professionista a stabilire la strategia di intervento che prevede il ricorso alla fisioterapia, l’utilizzo di un busto fino all’intervento chirurgico quando necessario.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Dubbi sulla paternità: si può risalire al giorno del concepimento?

02/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Stabilire quale rapporto sessuale tra quelli affrontati in uno stesso mese abbia determinato il concepimento sarebbe un azzardo. Solo lo specifico test, eseguito in laboratorio, può indicare con certezza l'identità paterna.   »

Bimbo di 5 anni che respinge la mamma: colpa della crisi che stanno attraversando i genitori?

02/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Francesca Simion

Leggi anche:  »

Inofolic o Chirofert per favorire l’ovulazione?

02/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Gli integratori che migliorano l'attività delle ovaie hanno tutti un effetto interessante, tuttavia è sempre consigliabile non assumerli di propria iniziativa ma sempre e solo su indicazione del ginecologo curante, al quale spetta stabilire quando davvero servono.   »

A sei settimane messa a riposo a letto per 20 giorni per via di un distacco

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

I "distacchi" a inizio della gravidanza sono comuni e, soprattutto se viene già rilevata l'attività cardiaca dell'embrione, non impediscono la buona evoluzione della gravidanza. Il riposo a letto è ininfluente nel bene e nel male.   »

Fai la tua domanda agli specialisti