Sindrome del QT lungo, prima causa di morte improvvisa nei giovani

Metella Ronconi A cura di Metella Ronconi Pubblicato il 03/08/2018 Aggiornato il 07/08/2018

La Sindrome della morte improvvisa in culla ha diverse cause. Ma solo una è frequente e prevedibile: una malattia del cuore. Lo confermano alcuni ricercatori che ora insistono sull’importanza dell'elettrocardiogramma nel primo mese di vita

Sindrome del QT lungo, prima causa di morte improvvisa nei giovani

La sindrome del QT Lungo è un’anomalia dell’attività elettrica del cuore, quella cioè che determina il battito cardiaco e alterna fasi di contrazione a fasi di rilasciamento. L’elettrocardiogramma (Ecg) è un esame che, attraverso il posizionamento di alcuni elettrodi sul torace, registra l’attività elettrica del cuore, la quale viene rappresentata graficamente da onde chiamate con lettere dell’alfabeto che vanno dalla P alla U e che si susseguono con intervalli di tempo regolari. Certe alterazioni del sistema elettrico possono allungare l’intervallo di tempo tra la Q e la T (da qui il nome di QT Lungo): in pratica, il cuore impiega più tempo del normale a ritornare nella fase di riposo e questo aumenta il rischio di serie aritmie. E proprio la sindrome del QT lungo può contribuire alla comparsa di Sids ed essere causa di morte improvvisa sotto i vent’anni.

Un esame salva-vita

L’elettrocardiogramma (Ecg) è la riproduzione grafica dell’attività elettrica del cuore. Il tracciato presenta quattro sezioni caratteristiche, identificate con le lettere Q, R, S e T. La sindrome del QT lungo è chiamata così, in quanto è caratterizzata dal prolungamento di un parametro specifico, l’intervallo QT, che rappresenta il tempo necessario a compiere un intero ciclo elettrico nei ventricoli. Più lungo è l’intervallo QT, maggiore è il rischio di pericolose aritmie.

Origine genetica

La sindrome del QT lungo ha origine genetica e se ne conoscono più di 14 tipi, legati ad altrettante mutazioni su geni. svenimenti e palpitazioni, perlopiù durante l’attività fisica o in seguito a emozioni forti, sono i sintomi più tipici; spesso si manifestano verso gli 11-12 anni ma, nei casi più gravi, compaiono già nei neonati o nella prima infanzia. In diversi casi vengono identificati per la presenza di un intervallo QT prolungato con un Ecg effettuato per un controllo o per la visita medico sportiva.

Lo stress emotivo un fattore scatenante

Le aritmie possono essere favorite da diversi fattori. Svenimenti improvvisi non attribuibili ad altre cause devono far nascere il sospetto, in particolare se si verificano in modo ripetuto in bambini o adolescenti. Lo stesso vale se ci sono episodi di palpitazioni e tachicardie, soprattutto in concomitanza in momenti di stress emotivo o addirittura anche quando si sente suonare una sveglia o un telefonino. In questi casi, occorre sottoporsi a un elettrocardiogramma.

È importante identificare il gene

Oltre all’elettrocardiogramma, però, è importante sottoporsi all’analisi genetica. L’identificazione del gene che provoca la malattia permette di di personalizzare la terapia e soprattutto di effettuare il cosiddetto “screening a cascata” per individuare rapidamente i familiari portatori della mutazione, completando in questo modo la prevenzione nell’intera famiglia.

Come si cura

A seconda del difetto genetico e della durata dell’intervallo QT, si stima il rischio della singola persona di sviluppare eventi aritmici e si personalizza la terapia. In alcuni casi è sufficiente ricorrere a farmaci beta-bloccanti (propranololo o nadololo). Nei casi più gravi può rendersi necessario l’inserimento di un defibrillatore, capace di captare sul nascere le aritmie e produrre risposte in grado di ripristinare la normale frequenza cardiaca.

 

 

 
 
 

Lo sapevi che?

Esiste anche, ma è molto più rara, la Sindrome del QT breve (accorciamento dell’intervallo QT): è una malattia congenita correlata a una mutazione genetica. Anche questa sindrome è una causa di morte improvvisa in pazienti, per lo più giovani. 

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Placenta bassa in 16^ settimana: si può prendere l’aereo?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Una sospetta inserzione bassa della placenta va confermata con l’ecografia transvaginale a partire dalla 20^ settimana, quindi circa un mese prima di questa data è prematuro diagnosticarla: proprio per questo un viaggio in aereo si può affrontare senza rischi.   »

Dopo tre cesarei si può partorire naturalmente?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Al travaglio di prova dopo un parto cesareo, noto con l'acronimo TOLAC dall'inglese trial of labour after cesarean, possono essere ammesse solo le mamme che abbiano già affrontato l'intervento solo una, massimo due volte.   »

Manovre effettuate durante l’ecografia: possono causare danno al feto?

04/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Nessuna delle manovre manuali esterne effettuate dal medico per poter svolgere l'ecografia nel migliore dei modi può esporre il feto a rischi.   »

Bimbo di 4 anni con una tosse che non passa nonostante l’antibiotico

02/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

È un'eventualità frequente che i bambini della scuola materna passino più tempo a tossire che il contrario. Posto questo, l’antibiotico andrebbe usato quanto la tosse con catarro persiste per più di un mese senza tendenza alla remissione.  »

Fai la tua domanda agli specialisti