Tigna nei bambini: cause, contagio e come si cura

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa

E’ un’infezione contagiosa frequente nei più piccoli. Ne sono colpiti la pelle, le unghie e il cuoio capelluto: la giusta terapia ne consente una soluzione rapida, i giusti accorgimenti evitano che si diffonda. I consigli della dermatologa Chiara Bocchi.

Tigna nei bambini: cause, contagio e come si cura

La tigna è un’infezione che può interessare la pelle, le unghie e i capelli, causata da funghi cosiddetti “dermatofitici” perché si nutrono degli strati superficiali della cute e dei suoi annessi. E’ molto comune tra i bambini, perché si trasmette facilmente attraverso il contatto diretto con chi ne è affetto o indiretto con oggetti contaminati. Si manifesta con chiazze rosse e desquamanti che, nel caso del cuoio capelluto, possono determinare una perdita di capelli nell’area interessata.

Con la terapia corretta, che deve sempre essere indicata dal pediatra o dal dermatologo, la tigna guarisce completamente, con tempi più o meno lunghi in base alla sede dove si è manifestata. Importante è un intervento tempestivo, soprattutto nel caso interessi il cuoio capelluto, per evitare aree di alopecia permanente. Ce ne parla la dottoressa Chiara Bocchi, specialista in dermatologia e venereologia presso l’Arcispedale S. Anna di Ferrara.

Come si presenta?

«La tinea, meglio conosciuta come tigna, è una comune infezione causata da funghi dermatofitici che può colpire la pelle, le unghie e il cuoio capelluto» spiega la dermatologa. «Si manifesta con macchie o chiazze tonde oppure ovali sulle zone interessate, spesso arrossate, con i bordi più evidenti e il centro più chiaro. Può dare prurito, più o meno intenso, ma ci sono anche casi di infezione in cui il prurito non è presente. Qualora la tinea interessi la testa può provocare la caduta dei capelli in piccole aree mentre se sono le unghie ad essere colpite si possono notare ispessimenti e ingiallimenti».

Le zone del corpo maggiormente interessate dall’infezione da tigna in età pediatrica sono il tronco, le braccia, le spalle e il collo. Molto raramente viene colpito il viso, mentre nei ragazzi più grandi, soprattutto se fanno sport, la tigna può interessare i piedi facendo macerare la pelle e provocando prurito tra le dita. Nei bambini che sudano molto e indossano indumenti che non lasciano traspirare la pelle, infine, la tigna può colpire le pieghe inguinali con eruzioni rosse e molto pruriginose.
Se non vengono debitamente trattate, le macchie tendono ad aumentare di dimensione e l’infezione a diffondersi. E’ la ragione per cui, soprattutto qualora si sia venuti a conoscenza di altri casi di tigna in bambini della stessa classe o scuola, è bene chiedere tempestivamente il parere del pediatra.

Trasmissione e contagio

«L’infezione da tigna è particolarmente contagiosa: si trasmette infatti tramite il contatto diretto con chi ne è affetto, ma anche tramite contatto indiretto attraverso oggetti contaminati come giochi, asciugamani, cappelli, spazzole, tappetini e così via, che possono trattenere a lungo le spore dei funghi» spiega la dermatologa. «Non è un caso, infatti, che la tinea colpisca in modo particolare i bambini che vivono in comunità e hanno contatti e scambi molto frequenti tra coetanei. Va ricordato inoltre che anche gli animali, cani, gatti, conigli, possono essere portatori dei funghi ed essere quindi un veicolo di contagio».
Proprio perché la tigna è di facile trasmissibilità, è fondamentale, qualora un bambino ne sia affetto, adottare alcune precauzioni basilari perché il contagio non si diffonda in famiglia o non ci siano successive reinfezioni:

  • disinfettare gli oggetti che il bambino utilizza con i quali altri bambini o altri membri della famiglia possono venire a contatto (giochi, telecomandi, tastiere, sedie e altri mobili)
  • riservare all’uso personale asciugamani, federe e lenzuola lavandoli a più di 60°
  • prestare attenzione a non condividere spazzole, pettini, cappelli, sciarpe
  • nel caso in famiglia siano presenti animali meglio sottoporli a una visita veterinaria per controllare che non siano portatori dei funghi responsabili della tigna.

Come si cura

«Va tenuto presente che con le dovute attenzioni la tigna guarisce rapidamente e senza conseguenze» spiega la dermatologa. Per questo un consulto con il pediatra o il dermatologo è sempre opportuno qualora si sospetti un’infezione da tigna. «E’ importante infatti riconoscere tempestivamente il problema e procedere con un’adeguata terapia soprattutto nel caso in cui ad essere interessato sia il cuoio capelluto , onde evitare che un’intensa infiammazione determini una perdita permanente di capelli nell’area interessata dalla tinea».

«Il trattamento dell’infezione generalmente prevede l’utilizzo di creme o lozioni antifungine (imidazolo, ciclopirox, naftifina, terbinafina), prescritte dal pediatra o dal dermatologo» continua l’esperta. «Nei casi che coinvolgono il cuoio capelluto può essere necessario un trattamento specifico sistemico, cioè con farmaci per bocca (griseofulvina, itraconazolo, fluconazolo o terbinafina) per cui si rende necessaria una visita dermatologica più approfondita. È molto importante completare sempre la cura anche se la macchia sembra sparita e mantenere una buona igiene per evitare un nuovo contagio».
Meglio evitare invece l’impiego di rimedi fai da te come l’olio di tea tree che non riescono a debellare l’infezione.

Tutte le cause

La tigna è un’infezione legata a particolari tipi di funghi che si cibano soprattutto di cheratina, la proteina che costituisce lo strato superficiale della cute, i capelli e le unghie. Esistono tre diversi gruppi di funghi dermatofitici, ognuno dei quali tende a colonizzare un particolare “ospite”:

  • gli antropofili prediligono gli esseri umani e causano un’infezione che si trasmette sia per contatto diretto che indiretto. Nei bambini è più frequente non solo perché vivono in comunità, ma anche perché hanno una pelle sottile che può essere più facilmente attaccata dalla tigna. Va tenuto presente, inoltre, che il sistema immunitario, non ancora del tutto maturo nei piccoli, può avere maggiori difficoltà a contrastare l’infezione.
  •  gli zoofili infestano gli animali. I bambini possono quindi essere colpiti dalla tigna dagli animali domestici, ma soprattutto da quelli randagi che non vengono mai controllati dal veterinario: meglio insegnare loro a non toccarli.
  •  i geofili vivono nel suolo. E’ la ragione per cui, sia pur raramente, la tigna può essere contratta attraverso il contatto con la terra che ne è infestata.

Le spore della tigna sono molto tenaci e trovano il loro habitat ideale in luoghi umidi e caldi come le piscine, le palestre, gli spogliatoi: proprio per questo i bambini che fanno sport possono essere maggiormente esposti all’infezione.

 
 
 

In breve

L’infezione da tigna si presenta facilmente nei bambini: non è pericolosa e si risolve in genere piuttosto velocemente e senza conseguenze con la corretta terapia suggerita dal pediatra o dal dermatologo. Importante poi mettere in atto alcune misure perché non si diffonda in famiglia. 

 

Pubblicato il 29.12.2025 Aggiornato il 29.12.2025
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Bimba di due anni e mezzo che vuole stare con il papà (e non con la mamma)

29/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Ci sono situazioni complicatissime da gestire in cui il comportamento materno (che pure ha tantissime giustificazioni e si può comprendere) può indurre il bambino a preferire la vita che gli offre il padre grazie ad atteggiamenti più permissivi.   »

Camera gestazionale grande: proseguirà la gravidanza?

29/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Gaetano Perrini

La rilevazione dell'attività cardiaca del feto è un ottimo segno, tuttavia l'ecografia non permette di fare previsioni sul futuro della gravidanza, ma consente solo di valutare il "qui e ora".   »

Litigi ingestibili tra fratelli: che fare?

23/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Serena Mongelli

Sono gli adulti a dover trovare il modo di mediare i conflitti tra fratelli, anche pretendendo con affettuosa fermezza il rispetto di alcune regole base, prima tra tutte il divieto di offendersi con parolacce e insulti vari.   »

Influenza con variante K: può causare (anche) la cistite?

22/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

I sintomi causati dal virus influenzale che sta circolando massicciamente non includono la cistite che, nella stragrande maggioranza dei casi, è dovuta a un batterio.   »

Come faccio a togliere la poppata notturna a un bimbo di un anno?

18/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Per indurre il bambino a rinunciare a bere il latte durante la notte può essere una buona strategia sostituirlo gradualmente con l'acqua.  »

Nausea fortissima che si protrae oltre il 1° trimestre: che fare?

18/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Floriana Carbone

Se la nausea si protrae oltre il primo trimestre, interferendo pesantemente sulla qualità della vita, diventa opportuno valutare opzioni terapeutiche che abbiano una maggiore efficacia rispetto ai tradizionali rimedi naturali.   »

Salmone scaduto: dopo quanto possono comparire i sintomi di un’intossicazione?

17/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Il lasso di tempo che intercorre tra l'assunzione di un cibo contaminato e l'eventuale comparsa di sintomi da intossicazione dipende dal tipo di agente infettivo coinvolto.   »

Camera gestazionale più piccola dell’atteso: proseguirà la gravidanza?

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Bisogna sempre attendere l'8^ settimana prima di pronunciarsi rispetto al destino di una gravidanza e anche qui con un margine di errore dell'1% sull'esito favorevole dello sviluppo embrio-fetale. L'aspetto importante è che questo processo di selezione sia rispettato e compreso dalla donna.   »

Gravidanza e poca tolleranza nei confronti dell’integrazione di magnesio

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La scarsa tolleranza al magnesio potrebbe essere dovuta al fatto che non è ciò di cui si è carenti perché l'organismo, se ha bisogno di qualcosa, di solito ne fa tesoro.  »

Tampone vaginale: può essere pericoloso in gravidanza?

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Nel caso in cui ci sia il sospetto di una vaginite, anche inn gravidanza è opportuno effettuare il tampone vaginale che da un lato non espone a rischi dall'altro permette di individuare l'origine dei sintomi.   »

Fai la tua domanda agli specialisti