Tubercolosi: aumentano le forme farmaco-resistenti

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 27/05/2014 Aggiornato il 27/05/2014

In Italia l’incidenza della tubercolosi resta invariata, ma sono in aumento le forme resistenti ai farmaci

Tubercolosi: aumentano le forme farmaco-resistenti

La tubercolosi è una delle malattie infettive più diffuse al mondo, tanto che tra infetti e malati arriva ad interessare circa un terzo della popolazione mondiale, eppure è tra le più sottovalutate. Negli ultimi anni è stato registrato un aumento di forme resistenti ai farmaci, in particolare nei Paesi dell’Est europeo, ma anche in Sudafrica e nelle Filippine.

In Italia poco diffusa

Alberto Villani, responsabile di pediatria generale e malattie infettive del Bambin Gesù, in occasione di un convegno sull’argomento, ha spiegato perché, pur essendo la tubercolosi una malattia con un’incidenza molto bassa nel nostro Paese, va sempre tenuta sotto controllo.

… ma presente tra i bambini

L’Italia è tra le aree con la più bassa incidenza di tubercolosi: tra i 4 mila e i 5 mila casi all’anno, il 10-15 per cento dei quali riguarda bambini e ragazzi. Nel 2006 i casi resistenti alla terapia, sia tra gli adulti che tra i bambini,  erano 129 e di questi 28 multiresistenti (cioè resistenti a due dei più potenti farmaci antitubercolari) invece nel 2011 sono stati registrati 390 resistenti di cui 81 multiresistenti. Si tratta di pochi casi, però in forte crescita. E i dati prevedono un aumento di queste forme multi-resistenti nel giro di 3-5 anni; ecco perché secondo i medici è importare non abbassare la soglia dell’attenzione.

Se è resistente ai farmaci

Nelle persone affette dalla forma resistente ai farmaci, le medicine comunemente usate nella cura della tubercolosi non funzionano, pertanto per guarire è necessario ricorrere ad altre terapie più costose e con maggiori effetti collaterali. Nella tubercolosi tradizionale, con un adeguato trattamento la guarigione riguarda il 99 per cento dei casi, ma nelle forme  multiresistenti le statistiche scendono addirittura al 50 per cento.

I bambini non sono contagiosi

I bambini possono ammalarsi di tubercolosi, ma non sono contagiosi. La tubercolosi è, infatti, una malattia che può essere trasmessa solo da un adulto: i bambini, essendo immunologicamente immaturi, sono particolarmente suscettibili alla malattia che può svilupparsi anche in forme particolarmente gravi che coinvolgono, oltre ai polmoni, anche il sistema nervoso e le ossa. Nei bambini piccoli i sintomi più evidenti sono inappetenza, tosse e febbre.

In breve

ESISTE UN VACCINO

Per prevenire la tubercolosi esiste una sorta di vaccino che tuttavia non protegge al 100 per cento dall’infezione. A differenza di altri Paesi, in Italia questo vaccino non è obbligatorio e viene somministrato solo ad alcune categorie professionali.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Mamma e papà Rh negativo: in gravidanza e dopo il parto si deve fare lo stesso la profilassi?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se entrambi i genitori sono Rh negativo non ha alcun senso che alla donna venga effettuata la profilassi contro il fattore Rh positivo, viso che il figlio sarà con certezza Rh negativo.   »

Autismo: c’è un’indagine che può accertarlo con sicurezza in gravidanza?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Come e più di altre anomalie del neurosviluppo, i disturbi dello spettro autistico sono legati a molteplici "errori" genetici. Alcune ricerche hanno indicato più di 1000 geni potenzialmente coinvolti: la complessità del problema non consente di accertarlo con sicurezza durante la gravidanza.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti