Tumore ovarico: 3 proteine favoriscono le metastasi

Laura de Laurentiis A cura di Laura de Laurentiis Pubblicato il 13/04/2018 Aggiornato il 04/08/2018

Nel tumore ovarico entrano in gioco tre proteine, che peggiorano la malattia. La scoperta italiana fa ben sperare sul fronte delle cure

Tumore ovarico: 3 proteine favoriscono le metastasi

Uno studio interdisciplinare dell’Istituto Regina Elena di Roma, coordinato da Laura Rosanò in collaborazione con Anna Bagnato, del laboratorio di Modelli preclinici e nuovi agenti terapeutici e sostenuto da Airc (Associazione italiana ricerca sul cancro), ha evidenziato che nelle donne con tumore ovarico la presenza contemporanea di tre proteine si associa a una maggiore aggressività della malattia. Più di preciso favorisce la comparsa di metastasi, la cui presenza rende il cancro alle ovaie una malattia dalle conseguenze irreparabili.

Le 3 proteine in questione

Sono i recettori dell’endotelina, la beta-arrestina e hMENA. La loro copresenza spiega almeno in parte lo sviluppo delle metastasi, gettando luce su uno dei maggiori interrogativi che gli scienziati oggi si pongono e che riguarda appunto la ragione per la quale il tumore delle ovaie si diffonde ad altri organi. Quella che invece noto è il meccanismo di base: una cellula tumorale per invadere il tessuto circostante deve modificare il proprio citoscheletro, ossia il complesso di filamenti proteici che costituiscono la sua impalcatura e ne controllano forma e funzione. La cellula invasiva si fa strada, creando tracce nel tessuto circostante e lo fa grazie a particolari protrusioni chiamate “invadopodi”. Lo studio ha dimostrato che il recettore per l’endotelina, in associazione con la proteina beta-arrestina, guida la formazione di invadopodi maturi sia nel tempo sia nello spazio. Inoltre, è emerso che la proteina del citoscheletro hMENA è un elemento chiave di questi processi, dato che agisce legando il recettore dell’endotelina e la beta-arrestina, determinando così un’interazione che fino  a ora non era mai stata studiata.  

L’importanza della scoperta

“Identificare i potenziali nodi di vulnerabilità creati da interazioni tra le proteine coinvolte è fondamentale non solo per capire come le cellule tumorali diventano più aggressive, ma anche per considerarle bersagli di un’eventuale terapia, al fine di bloccare il processo metastatico” ha spiegato la dottoressa Laura Rosanò. È stato anche osservato che l’endotelina-1  si lega ai recettori espressi dalle cellule sia del carcinoma ovarico sia del microambiente tumorale circostante e promuove così la disseminazione metastatica: questi risultati aprono la strada a nuove possibilità di cura. Va detto che esiste già un antagonista dei recettori dell’endotelina, principio attivo macitentan, approvato per indicazioni non oncologiche, che potrebbe essere sperimentato nei carcinomi sierosi dell’ovaio, caratterizzati da elevate concentrazioni del recettore.

 

 

 
 
 

Da sapere! 

Il tumore delle ovaie rappresenta il 5% di tutti i tumori femminili in tutta Europa. È più frequente nei Paesi dell’Europa nord occidentale e negli Stati Uniti, mentre è relativamente raro in Asia, Africa, Sud America.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Si può rimanere incinta dopo un unico rapporto?

22/04/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

In linea teorica, è certamente possibile avviare la gravidanza dopo un unico tentativo, tuttavia va messo in conto che ci voglia più tempo visto che, secondo le statistiche, le probabilità di concepire per ciclo mestruale non sono moltissime.   »

Olive confezionate e rischio listeria

22/04/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Se si ha il sospetto di essere state contagiate dalla listeria si può fare lo specifico test sul sangue, tuttavia per avere un risultato attendibile occorre che trascorrano tra le due e e quattro settimane.   »

Bimba di tre anni che vuole mangiare solo dolci, pane e latte: che fare?

21/04/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Le abitudini alimentari si acquisiscono in famiglia: se ai bambini vengono proposti cibi poco sani, come lo sono quelli ricchi di zuccheri, ci si deve aspettare che poi li reclamino. Per aggiustare il tiro, occorre apportare cambiamenti a cui anche i genitori si dovrebbero adeguare.   »

Fai la tua domanda agli specialisti