Gravi effetti dei vaccini, vero per quasi la metà degli italiani

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi

Il 46% degli italiani pensa che ci siano spesso gravi effetti dei vaccini e il 32% che indeboliscano il sistema immunitario. Si tratta di falsi miti da chiarire

Gravi effetti dei vaccini, vero per quasi la metà degli italiani

Nonostante le tante campagne informative e i proclami degli esperti contro i gravi effetti dei vaccini, attorno alle vaccinazioni ancora oggi continuano a esistere tanti falsi miti e moltissima confusione. L’ennesima conferma arriva dal primo Eurobarometro sull’atteggiamento degli europei sui vaccini, da cui emerge che un numero significativo di italiani, ma anche di altri europei, nutre errate convinzioni sul tema.

Gli ultimi dati sono preoccupanti

Secondo l’indagine, il 46% degli italiani pensa che i vaccini siano spesso responsabili di gravi effetti collaterali. A questi si aggiunge un 32% di nostri connazionali convinti che queste misure indeboliscano il sistema immunitario. Infine, il 34% degli italiani crede che le vaccinazioni, in realtà, possano causare la malattia da cui proteggono.

L’Italia, comunque, è in buona compagnia. Il 48% dei cittadini europei, infatti, pensa che questi farmaci provochino effetti collaterali gravi e frequenti, percentuale che supera il 50% in ben sedici paesi Ue.  “Queste sono percezioni errate che bisogna affrontare. L’Europa è la regione nel mondo con il livello più basso di fiducia sulla sicurezza ed efficacia dei vaccini e questo è un rischio per la salute pubblica” ha commentato ad Ansa il vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen.

Gli effetti collaterali sono pochi e conosciuti

Per quanto riguarda gli effetti collaterali, occorre sapere che è vero i vaccini possono scatenare eventi avversi, ma essi sono tutti conosciuti e documentati da studi clinici. I più comuni sono febbre, spossatezza, dolore nella sede di iniezione, malessere. Gli effetti rari sono pochi e comunque tutti noti. Per esempio, il tanto temuto shock anafilattico è estremamente sporadico e in ogni modo è un rischio legato a qualunque farmaco iniettato in soggetti predisposti.

I vaccini sono fra i farmaci più studiati, anche nel lungo periodo, visto che sono utilizzati da anni. A oggi, il corpo di evidenze a proposito dei possibili effetti avversi a breve e lungo termine è molto rassicurante. Sono state condotte ricerche sulle principali malattie autoimmunitarie, come diabete di tipo 1, sclerosi multipla, artrite reumatoide, lupus, e tutti hanno smentito l’ipotesi che possano essere scatenate dai vaccini.

Non indeboliscono il sistema immunitario

In merito al possibile indebolimento del sistema immunitario, c’è da dire il nostro apparato di difesa è progettato in maniera tale da poter fronteggiare senza grandi conseguenze migliaia di antigeni diversi, le sostanze in grado di stimolare la produzione di anticorpi e contenute anche nei vaccini.

E il vaccino esavalente, quello che ci difende dal più alto numero di malattie (sei differenti), contiene solo 24-25 antigeni. Per il sistema immunitario di un bambino, quindi, i vaccini rappresentano un’inezia rispetto a quanto deve affrontare quotidianamente.

Non scatenano malattie

Sull’errata convinzione che i vaccini scatenino la malattia da cui dovrebbero tutelare bisogna dire che essi contengono virus inattivati: i virus, cioè, sono stati trattati in modo tale da non essere attivi e, quindi, non possono far ammalare. I vaccini inattivati possono causare reazioni locali come dolenzia e arrossamento nel punto di iniezione e, meno spesso, febbre, dolori muscolari o articolari o mal di testa. 

 
 
 

Da sapere

La probabilità di avere la malattia naturale contro cui ci si vaccina e soprattutto le sue complicazioni è enormemente più elevata di quella di subire effetti collaterali causati dai vaccini. E purtroppo in moltissimi casi si tratta di complicazioni importanti.

Fonti / Bibliografia

Pubblicato il 17.6.2019 Aggiornato il 18.12.2019
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Nausea fortissima che si protrae oltre il 1° trimestre: che fare?

18/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Floriana Carbone

Se la nausea si protrae oltre il primo trimestre, interferendo pesantemente sulla qualità della vita, diventa opportuno valutare opzioni terapeutiche che abbiano una maggiore efficacia rispetto ai tradizionali rimedi naturali.   »

Salmone scaduto: dopo quanto possono comparire i sintomi di un’intossicazione?

17/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Il lasso di tempo che intercorre tra l'assunzione di un cibo contaminato e l'eventuale comparsa di sintomi da intossicazione dipende dal tipo di agente infettivo coinvolto.   »

Camera gestazionale più piccola dell’atteso: proseguirà la gravidanza?

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Bisogna sempre attendere l'8^ settimana prima di pronunciarsi rispetto al destino di una gravidanza e anche qui con un margine di errore dell'1% sull'esito favorevole dello sviluppo embrio-fetale. L'aspetto importante è che questo processo di selezione sia rispettato e compreso dalla donna.   »

Gravidanza e poca tolleranza nei confronti dell’integrazione di magnesio

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La scarsa tolleranza al magnesio potrebbe essere dovuta al fatto che non è ciò di cui si è carenti perché l'organismo, se ha bisogno di qualcosa, di solito ne fa tesoro.  »

Tampone vaginale: può essere pericoloso in gravidanza?

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Nel caso in cui ci sia il sospetto di una vaginite, anche inn gravidanza è opportuno effettuare il tampone vaginale che da un lato non espone a rischi dall'altro permette di individuare l'origine dei sintomi.   »

Come togliere la poppata notturna a un bimbo di un anno?

12/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Per indurre il bambino a rinunciare a bere il latte durante la notte può essere una buona strategia sostituirlo gradualmente con l'acqua.  »

Fai la tua domanda agli specialisti