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Il vaccino è considerato l’antidoto più efficace per ridurre il rischio di contrarre l’Hpv (il papilloma virus), ovvero l’agente virale responsabile di oltre due terzi dei casi di tumore della cervice uterine. L’Hpv è infatti un virus molto diffuso fra le persone con una attività sessuale non protetta e con più partner.
Dal 2008 il vaccino contro il papilloma virus umano è offerto gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale ai ragazzi di 12 anni. La protezione però funziona anche se il vaccino viene somministrato entro i 20 anni. Quindi, se non si è ancora superata quest’età vaccinarsi contro l’Hpv può comunque ridurre il rischio di sviluppare nel tempo un tumore del collo dell’utero.
L’età-limite
È quanto stabilito da un ampio studio statunitense pubblicato sulla rivista medica The Lancet Child & Adolescent Health. I ricercatori hanno voluto valutare l’efficacia della vaccinazione quadrivalente contro l’Hpv oltre l’età indicata per la prevenzione del tumore della cervice uterina.
Per fare ciò, hanno messo a confronto un gruppo di 4.357 giovani donne cui era già stata riconosciuta una lesione di grado 2 (due terzi delle cellule epiteliali dell’utero trasformate in cellule tumorali) o 3 (quasi totalità delle cellule) con un campione di ragazze con meno di 26 anni sottoposte alla vaccinazione contro l’Hpv.
La protezione è risultata più alta tra le ragazze che avevano effettuato tutte e tre le dosi raccomandate entro i 20 anni. Nessuna protezione significativa è stata invece osservata nelle donne che hanno ricevuto la prima dose di vaccino a un’età pari o superiore a 21 anni o che non hanno completato la serie.
Il momento migliore per vaccinarsi
I ricercatori statunitensi hanno puntato l’attenzione sulla necessità di far comprendere alle adolescenti l’importanza di effettuare presto questa vaccinazione.
Le prove, infatti, suggeriscono che la protezione è più forte quanto prima viene somministrato il vaccine. Ulteriori ricerche sull’uso del vaccino anti-HPV 9-valente introdotto di recente, saranno necessarie per valutare l’efficacia della vaccinazione nelle donne tra i 21 e i 26 anni.
La situazione in Italia
In Italia, la media relativa alle adolescenti nate nel 2004 (chiamate per la vaccinazione nel 2016) e vaccinate si assesta al 53,14 per cento. Lontanissimo è l’obiettivo di una copertura del 95 per cento e preoccupante è il trend in diminuzione rispetto agli anni precedenti.