Rotavirus: sì al vaccino a sei settimane

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 25/11/2019 Aggiornato il 27/11/2019

Ogni anno in Italia vengono colpiti da rotavirus 400mila piccoli sotto i 5 anni.  Ecco perché  la prevenzione con la vaccinazione è fondamentale

Rotavirus: sì al vaccino a sei settimane

I Rotavirus sono la principale causa di gastroenterite acuta nei bambini. Ecco perché è importante vaccinare il neonato fin dalla prime settimane di vita,  come sostengono gli esperti di WAidid (Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici) a seguito dell’allarme lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui  ogni anno in Europa le gastroenteriti acute causate da questo microrganismo sono responsabili di 231 decessi, circa 90 mila ospedalizzazioni e quasi 700 mila visite mediche.

La situazione in Italia

In Italia le infezioni da Rotavirus colpiscono oltre 400mila bambini al di sotto dei 5 anni, con 320mila casi gestiti a casae 10mila ricoveri. Sono 80mila le visite mediche e 11 i decessi annuali causati da questa patologia, responsabile del 17-69% circa delle ospedalizzazioni per gastroenterite acuta, dell’84% dei ricoveri per gastroenterite virale, del 61% degli accessi in Pronto soccorso e del 33% delle visite dal pediatra o dal medico di medicina generale.

Prevenzione con la vaccinazione

Il vaccino contro il Rotavirus somministrato già dalla sesta settimana di vita del bambino è l’unico strumento efficace di prevenzione, come si evince dal nuovo Piano vaccinale, ed è raccomandato soprattutto ai prematuri ricoverati in terapia intensiva e ai neonati con patologie croniche.  Con l’approvazione dei nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza), questo vaccino è offerto gratuitamente in tutto il Paese.

Si prende per bocca

Il vaccino contro il Rotavirus somministrato già dalla sesta settimana di vita del bambino è somministrato per bocca. Le dosi successive (una o due, a seconda del prodotto utilizzato) vengono fatte in concomitanza con le sedute vaccinali successive, entro la 24-26 settimana di vita. Nei nati prematuri la vaccinazione va eseguita in neonatologia, se il piccolo è ancora ricoverato, nei centri vaccinali o negli ambulatori dei pediatri di famiglia.

 

 

 

 

 

 

 
 
 

In breve

FEBBRE ALTA, VOMITO E DIARREA

Come si riconosce l’infezione? Nel neonato i sintomi sono generalmente modesti. Nei bambini tra 6 e 18 mesi l’infezione ha solitamente un periodo di incubazione di circa 1-3 giorni e poi esordisce con febbre e vomito, cui fa seguito dopo 24-48 ore diarrea acquosa, con 10-20 scariche al giorno, che può continuare per 5-7 giorni, provocando una forte e pericolosa disidratazione.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Sanguinamento dopo la “conizzazione”

15/03/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Gaetano Perrini

Le perdite di sangue che si manifestano dopo un intervento di conizzazione effettuato sul collo dell'utero sono un'eventualità normale. La loro scomparsa avviene gradualmente, a mano a mano che si completa il processo di cicatrizzazione.   »

Vomito notturno in seguito a una gastroenterite in un bimbo di tre anni

11/03/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Può capitare che una gastroenterite dia luogo a strascichi che possono esprimersi proprio con episodi di vomito isolati. Non è necessario preoccuparsene subito, tuttavia se il problema persiste diventa necessario consultare il pediatra curante.   »

Psicofarmaci in gravidanza: lo psichiatra dice no (ma sbaglia)

05/03/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Fortuna vuole che esistano psicofarmaci compatibili sia con la gravidanza sia con l'allattamento quindi non ha veramente alcun senso suggerire alla futura mamma che soffre di ansia, attacchi di panico, depressione di non curarsi.   »

Fai la tua domanda agli specialisti