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La vaccinazione antitetanica è necessaria per evitare di morire se si contrae il tetano, un rischio ancora attuale. In Italia il vaccino contro il tetano è obbligatorio per tutti i bambini e le prime tre dosi devono essere somministrate nel primo anno di vita. Successivamente devono essere fatti i richiami perché l’immunità data dal vaccino non è per sempre.
Due richiami sono obbligatori: uno a 6 anni, l’altro a 14 anni, successivamente ne è raccomandato solo uno ogni 10 anni. Il dottor Leo Venturelli, pediatra, è con noi per dare tutte le informazioni che i genitori dovrebbero avere sul tetano e sull’antitetanica, la vaccinazione che rappresenta l’unica strategia efficace per prevenirlo.
Cos’è il tetano
Il tetano è una malattia gravissima causata dal Clostridium tetani, un batterio presente nell’ambiente anche sotto forma di spora, ossia di cellula riproduttiva da cui i batteri originano e si replicano.
E sono le spore a rappresentare il vero pericolo per l’uomo perché possono sopravvivere per anni e anni nella polvere, nel terriccio, nella ruggine, sulle spine delle rose, che proprio per questo rappresentano i più comuni veicoli della malattia. <<Le spore del tetano penetrano nell’organismo attraverso ferite e tagli, specialmente se profondi, e contaminano il sangue per poi trasformarsi nel batterio>> spiega il dottor Leo Venturelli. <<Il batterio produce una tossina pericolosissima, chiamata “tetanospasmina”, che attraverso il sangue raggiunge il cervello causando le contrazioni e gli spasmi muscolari che sono i sintomi caratteristici del tetano>>. Il periodo di incubazione del tetano varia da 1 a 21 giorni.
La sigla che identifica il vaccino contro difterite-tetano-pertosse viene scritta con la D maiuscola, cioè “DTPa”, quando la dose di antidifterica è piena e con la “d” minuscola, cioè “dTPa”, quando la dose somministrata è ridotta, come avviene nell’età adulta. Per quanto riguarda la sigla che identifica l’antipertosse è “Pa” dove la “a” sta per acellulare, un tipo di vaccino usato da circa vent’anni che, rispetto al vaccino precedente, determina effetti indesiderati molto più blandi.
Sintomi di contagio
Il contagio non avviene mai da persona a persona, quindi il batterio non può essere trasmesso da chi si ammala, ma può colpire solo ed esclusivamente in seguito all’ingresso nel sangue delle spore che sono presenti un po’ ovunque dove c’è sporcizia. Ci sono quattro forme di tetano: generalizzata, localizzata, cefalica e neonatale.
- La forma più frequente è la generalizzata, che riguarda circa l’80% dei casi. Le manifestazioni a cui dà luogo sono quelle che orientano la diagnosi. Il primo sintomo è il cosiddetto trisma, cioè una contrazione involontaria dei muscoli facciali che conferisce alla bocca una sorta di ghigno noto come “riso sardonico”. Più o meno allo stesso tempo o poco dopo compaiono rigidità del collo e dei muscoli della pancia, spasmi muscolari dolorosi, difficoltà a deglutire, febbre, sudorazione, tachicardia.
- La forma localizzata, meno grave e meno comune, dà luogo a spasmi muscolari solo nella zona infettata.
- La forma cefalica, molto rara, si può sviluppare come conseguenza di tagli e ferite riportati sul viso e sul capo e causa contrattura e spasmi della mandibola e una particolare paralisi della faccia che rende la pelle flaccida, priva di tono. Questa forma ha un’incubazione brevissima, addirittura di uno-due giorni.
- Infine esiste un tipo di tetano neonatale, che si osserva nei Paesi svantaggiati e che riguarda i neonati di madri non vaccinate, che quindi non vengono protetti dagli anticorpi trasmessi dalla madre durante la gravidanza e l’allattamento>> dice il dottor Venturelli. Il contagio avviene subito dopo il parto, quando il taglio del cordone ombelicale viene effettuato utilizzando strumenti non sterilizzati. <<È un rischio che i nostri neonati ovviamente non corrono>> assicura il pediatra. In genere il periodo di incubazione è di massimo due settimane e i sintomi sono rappresentati da contratture muscolari dolorose, febbre, accelerazione del battito cardiaco.
La diagnosi e le cure
La diagnosi di tetano viene fatta semplicemente attraverso l’osservazione dei sintomi perché non ci sono analisi del sangue che possano evidenziare l’avvenuto contagio con sicurezza. Per quanto riguarda le cure, vengono iniettate immunoglobuline antitetaniche umane (siero antitetanico) ottenute dal sangue di donatori che sono stati vaccinati contro il tetano. Allo stesso tempo, viene disinfettata con la massima cura la ferita responsabile del contagio: si usa acqua ossigenata perché il batterio si replica solo in assenza di ossigeno.
Infine viene somministrato un antibiotico, utile per impedire ai batteri del tetano presenti nel sangue di produrre la loro terribile tossina. <<Va detto che non sempre le cure assicurano la guarigione, ci sono casi in cui non si riesce a evitare l’irreparabile>> spiega il dottor Venturelli. <<Per questo è così importante la vaccinazione antitetanica: è l’unica forma di prevenzione davvero efficace>>. Di fatto neppure contrarre la malattia dà l’immunizzazione, quindi anche chi viene colpito dal tetano deve fare gli eventuali richiami e, se necessario, iniziare o concludere il ciclo vaccinale.
Come funziona il vaccino
Il vaccino antitetanico contiene la tossina tetanica manipolata in laboratorio per privarla della sua naturale pericolosità, mantenendo intatta la sua capacità di sollecitare la produzione di anticorpi contro il tetano. La tossina trattata contenuta nel vaccino si chiama “anatossina”. Una volta entrata nel sangue, attiva particolari globuli bianchi (i linfociti) i quali, grazie a questa stimolazione, iniziano a produrre gli anticorpi che, in modo specifico e selettivo, sono in grado di contrastare il Clostridium tetani nell’eventualità in cui, in caso di lesioni della pelle, dovesse fare il suo ingresso nel sangue aprendo la strada al rischio di causare il tetano.
<<La formazione di anticorpi anti-tetano si verifica di solito entro un paio di settimane dalla vaccinazione, ma è possibile che ci voglia più tempo. Dipende dalla risposta individuale>> spiega il dottor Venturelli. <<Questa è la ragione per la quale in caso di ferite vengono iniettate le immunoglobuline antitetaniche, cioè anticorpi già pronti, anziché somministrare il richiamo del vaccino. Se la persona è già stata vaccinata e dall’ultima dose sono trascorsi meno di dieci anni è invece possibile che venga effettuata solo una dose di richiamo>>.
Dove si effettua
L’antitetanica viene somministrata per iniezione intramuscolare che nei bambini, fin verso i 2 anni, viene praticata sulla coscia, nella zona antero-laterale. Nei più grandicelli e negli adulti viene invece praticata nella zona della spalla, nel muscolo deltoide.
Possibili effetti collaterali
Nella maggior parte dei casi l’antitetanica è ben tollerata e non causa reazioni. È comunque abbastanza frequente che entro 24-48 ore compaiono nella zona dell’iniezione rossore, gonfiore, indolenzimento. In circa 1 caso ogni cento entro 48 ore dalla vaccinazione può salire la febbre (di solito modesta) ed è possibile che sia avvertito un blando malessere generale. Molto raramente possono manifestarsi dolori muscolari e articolari piuttosto marcati. In ogni caso, tutti i disturbi sono transitori e tendono a scomparire nell’arco di pochi giorni.
Cosa fare in caso di reazioni
<<Solo se la reazione al vaccino è molto intensa è opportuno contattare il pediatra>> raccomanda il dottor Venturelli. <<Altrimenti basta il paracetamolo, da somministrare se c’è febbre elevata o se si comprende che il bambino avverte dolore. Per la reazione locale, cioè nella zona dove è stata praticata l’iniezione, si può applicare con un massaggio lieve un gel all’aloe>>.
Quando rimandare il vaccino
Un lieve raffreddore, ma anche qualche lineetta di febbre e un po’ di tosse non sono motivazioni valide per rimandare la vaccinazione. <<Se invece il bambino ha 38 di febbre o più, sta assumendo cortisone per bocca o comunque è ammalato in modo significativo conviene rimandare il vaccino a guarigione avvenuta. Può invece essere vaccinato se sta assumendo l’antibiotico da qualche giorno e le sue condizioni generali di salute sono già buone>>.
Calendario vaccinale e immunizzazione
La vaccinazione antitetanica si completa in tre dosi, mediante un vaccino esavalente combinato: difterite-poliomielite-tetano-epatite B-pertosse-Haemophilus influenzae tipo b.
- Prima dose: nel terzo mese di vita
- Seconda dose: nel quinto mese di vita
- Terza dose: all’anno di vita. Questa terza dose completa il ciclo di vaccinazioni.
I richiami
I richiami hanno lo scopo di garantire la protezione nel tempo, perché gli anticorpi contro il tetano tendono a diminuire con il passare degli anni, rimanendo nel sangue per circa 10 anni. I richiami sono obbligatori fino all’adolescenza, poi sono solo vivamente consigliati. Ecco cosa prevede il calendario vaccinale:
- Quarta dose (cioè primo richiamo): a 5 anni di vita, il richiamo riguarda non solo l’antitetanica, ma il vaccino combinato DTPa (difterite, tetano, pertosse)
- Quinta dose (cioè secondo richiamo): tra i 14 e i 15 anni di vita, sempre in associazione a difterite e pertosse (DTpa).
Ogni 10 anni dopo i 14-15 anni di età
Ogni dieci anni andrebbe effettuata una dose di richiamo, in associazione con l’antidifterica adulti e l’antipertossica (vaccino combinato dTPa).
Casi particolari
In caso di ferite profonde o contaminate (per esempio da terriccio), è possibile che i medici ritengano necessario effettuare un ulteriore richiamo. Questa eventualità si pone quando dall’ultima dose ricevuta sono trascorsi più di cinque anni. Al medico compete anche la decisione di somministrare il siero antitetanico (immunoglobuline antitetano).
In gravidanza
Nel terzo trimestre di gravidanza le donne dovrebbero effettuare una dose di vaccino antitetanico, meglio se associato all’antidifterica e all’antipertosse. Il vaccino combinato è noto come vaccinazione dTPa e non espone il nascituro ad alcun rischio. È vivamente raccomandato perché, grazie agli anticorpi materni, protegge il neonato dalle pericolose infezioni contro cui viene praticata.
In breve
La vaccinazione antitetanica, obbligatoria dagli anni ’60, è irrinunciabile per ottenere una protezione duratura contro il tetano, infezione gravissima che può avere conseguenze irreparabili. Prevede la somministrazione di tre dosi nel primo anno di vita, una dose di richiamo a 5 anni e un’altra a 14-15 anni. La protezione diminuisce con il passare del tempo e questo rende necessario, dall’adolescenza in avanti, effettuare richiami ogni dieci anni.