Vaccinazioni: perché può venire la febbre?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 30.9.2014 Aggiornato il 26.11.2019

Lievi effetti collaterali, come qualche linea di febbre, dopo le vaccinazioni sono comuni e in genere spariscono in un paio di giorni

Vaccinazioni: perché può venire la febbre?

Paura delle vaccinazioni: della febbre, di una reazione allergica, o addirittura che il vaccino possa favorire l’autismo o altre malattie. Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidòss), 4 genitori su 10 temono gli effetti collaterali delle vaccinazioni, compresa la febbre, tanto che il 18% preferisce evitarle del tutto.

Effetti indesiderati

La vaccinazione è il modo più sicuro e più efficace per ottenere la protezione da alcune gravi malattie. Gli appuntamenti con le vaccinazioni obbligatorie e quelle raccomandate possono essere, però, momenti un po’ delicati sia per i bambini sia per i genitori che, nei giorni immediatamente successivi alla somministrazione del vaccino, possono trovarsi a dover fronteggiare lievi effetti indesiderati, compresa la febbre. Nonostante i vaccini siano sicuri e ben sperimentati e come tutti i farmaci siano sottoposti a lunghe e rigorose procedure di verifica prima della messa in commercio, in seguito a una vaccinazione possono insorgere reazioni, come la febbre, che sono generalmente di lieve entità e si risolvono in fretta senza lasciare conseguenze.

Perché viene la febbre?

I vaccini contengono il virus responsabile della malattia che devono prevenire, ma in forma attenuata o non più vivo. Per lo più si tratta di piccole particelle o frammenti del microrganismo, comunque sufficienti a stimolare la produzione di anticorpi specifici. Benché sia attenuato, il virus iniettato può, comunque, risultare un po’ aggressivo per l’organismo, per questo può comparire la febbre. Si tratta di una normale reazione di difesa dell’organismo.

Scompare in un paio di giorni

La febbre può accompagnarsi a irritabilità e inappetenza. In genere, si presenta da 2 a 24 ore dopo la somministrazione del vaccino e si risolve in un paio di giorni (nel caso della vaccinazione morbilloparotiterosolia la febbre può comparire da 5 a 15 giorni dopo la somministrazione).

Che cosa fare

In caso di febbre vanno seguite le regole generali: far bere molto il bambino ed evitare di coprirlo troppo, perché non accumuli calore. Se necessario, il medico può consigliare un antifebbrile per uso pediatrico, in genere a base di paracetamolo. Se la febbre si protrae oltre le 48 ore è bene far visitare il bambino, perché potrebbe trattarsi di un’altra infezione concomitante.

In breve

DA QUANDO SI È PROTETTI

La protezione dalle malattie non inizia immediatamente dopo la vaccinazione. Ci vogliono in genere alcune settimane perché il processo di immunizzazione si completi e la copertura sia efficace.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Gravidanza che non inizia in allattamento, dopo 4 mesi di tentativi: che fare?

16/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Le gravidanze non si avviano premendo un interruttore. Ci possono volere mesi di tentativi prima di iniziarne una, soprattutto se si sta ancora allattando perché se è vero che l'allattamento al seno non assicura la contraccezione, lo è altrettanto che può rendere più difficile concepire.   »

Gravidanza e antidepressivo sospeso dalla psichiatra: è l’indicazione corretta?

16/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

L'antidepressivo paroxetina è perfettamente compatibile con la gravidanza e anche con l'allattamento al seno, quindi non è necessario sospenderlo quando si è in attesa di un bambino e a conferma di questo esiste un'ampia documentazione scientifica.   »

Ridatazione della gravidanza: c’è da preoccuparsi?

11/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Non c'è nulla di cui preoccuparsi quando la gravidanza viene ridatata, specialmente se la differenza tra l'epoca calcolata in base alla data dell'ultima mestruazione e le misure rilevate dall'ecografia è di appena una settimana.   »

Fai la tua domanda agli specialisti