Vaccino Hpv, efficace già con una dose

Metella Ronconi A cura di Metella Ronconi Pubblicato il 10/09/2019 Aggiornato il 10/09/2019

Il dato, però, riguarda la vaccinazione precoce prima dei 14 anni, quando la maggior parte delle giovani non è stata esposta al virus Hpv

Vaccino Hpv, efficace già con una dose

Per essere efficacemente protette dalle lesioni precancerose a carico della cervice uterina potrebbe bastare una sola somministrazione del vaccino Hpv, ossia contro il Papilloma virus responsabile della quasi totalità dei tumori di questa porzione dell’utero. Sono i dati rilevati da una ricerca dell’Università di Melbourne in Australia, pubblicata sulla rivista scientifica Papillomavirus Research.

La ricerca australiana

Il team di esperti ha messo a confronto i dati relativi allo screening cervicale dei registri nazionali delle vaccinazioni di Hpv e dei registri di tumore e mortalità relativi a oltre 250mila donne nel periodo che va dal 2007 (quando è iniziata la vaccinazione per questo tipo di virus in Australia) al 2014. L’obiettivo della ricerca era quello di valutare l’efficacia del vaccino Hpv in base al numero di dosi somministrate: il 19,5% del campione non era stato vaccinato, il 3-4% aveva ricevuto una sola dose del vaccino Hpv, mentre il 7,8% e il 69,8% aveva ricevuto rispettivamente due e tre dosi. Nelle donne che erano state vaccinate a un’età più precoce, quando la maggior parte non era stata esposta al virus, la somministrazione di una sola dose di vaccino è risultata sufficiente come strategia preventiva.

Stessa protezione con costi ridotti

Si tratta di un dato molto interessante perché, se una sola dose dovesse essere sufficiente a offrire protezione, questo consentirebbe di coprire una più ampia fetta della popolazione, specialmente nei Paesi più poveri, riducendo i costi della vaccinazione. Anche in Danimarca e Stati Uniti sono stati forniti dati simili, ma servono altri studi scientifici più specifici prima di poter pensare di modificare le raccomandazioni riguardo la vaccinazione.  

La situazione in Italia

Da oltre un anno nel nostro Paese il piano di vaccinazione prevede la somministrazione obbligatoria di due dosi e non più tre all’età di 12 anni a tutte le ragazze e in alcune regioni anche ai ragazzi, a distanza di sei mesi. La somministrazione di tre dosi, invece, a 0, 2 e 6 mesi, viene fatta dai 14 anni in su, quindi anche in età adulta, perché non si hanno ancora conferme sul fatto che a questa età la riduzione delle dosi sia sufficiente a prevenire le displasie della cervice uterina. Purtroppo negli ultimi anni in Italia la vaccinazione contro l’Hpv ha subito un calo del 10%. Eppure questa strategia è sicura: quello che viene inoculato, infatti, non è il virus in sé ma una proteina del virus presente sulla sua superficie esterna, l’esoscheletro, che stimola la risposta immunitaria di chi si sottopone alla vaccinazione.

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

Oggi si impiega per lo più il vaccino nonavalente, quello che copre contro 9 ceppi dell’Hpv.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Mamma e papà Rh negativo: in gravidanza e dopo il parto si deve fare lo stesso la profilassi?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se entrambi i genitori sono Rh negativo non ha alcun senso che alla donna venga effettuata la profilassi contro il fattore Rh positivo, viso che il figlio sarà con certezza Rh negativo.   »

Autismo: c’è un’indagine che può accertarlo con sicurezza in gravidanza?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Come e più di altre anomalie del neurosviluppo, i disturbi dello spettro autistico sono legati a molteplici "errori" genetici. Alcune ricerche hanno indicato più di 1000 geni potenzialmente coinvolti: la complessità del problema non consente di accertarlo con sicurezza durante la gravidanza.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti