Vaiolo delle scimmie: c’è una prima vittima

Metella Ronconi A cura di Metella Ronconi

Non sono disponibili cure specifiche, ma il vaiolo delle scimmie, dopo essere arrivato anche in Europa, ha fatto la prima vittima in Cina e ora ha colpito anche negli Usa. Di che cosa si tratta

Vaiolo delle scimmie: c’è una prima vittima

Siamo ancora in piena pandemia da Covid-19 e già si registra la prima vittima dovuta a un’altra infezione: il vaiolo delle scimmie. Si tratta di un veterinario cinese di 54 anni. E, dopo essere stata registrata in Europa – nel Galles, per la precisione – l’infezione ha colpito anche negli Stati Uniti. Come nel Regno Unito, anche in quest’ultimo caso si tratta di una persona che ha contratto la malattia in Nigeria. Massimo Galli, direttore delle malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano e past  president della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, ha dichiarato che per questa infezione non sono disponibili cure specifiche, né profilassi vaccinale, ma che fortunatamente si tratta di una malattia poco contagiosa e pericolosa.

Di che cosa si tratta

Il virus del vaiolo della scimmia appartiene allo stesso genere del virus del vaiolo umano, da cui è però geneticamente piuttosto distante. La malattia, identificata per la prima volta nell’uomo nel 1970, nella Repubblica Democratica del Congo, si è poi diffusa nel continente africano, attraverso scimmie infette, ma anche scoiattoli e altri roditori.

Cosa comporta per l’uomo

La letalità nei casi riportati in Africa è contenuta attorno all’1-3% e comunque inferiore al 10% ed è più alta nei bambini. L’agenzia governativa Public Health England  (Phe) ha rassicurato i cittadini britannici sul fatto che la malattia non si diffonde facilmente e la maggior parte dei pazienti guarisce in poche settimane (da 2 a 4) senza effetti a lungo termine. I sintomi iniziali includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, linfonodi ingrossati e spossatezza. In un secondo tempo si manifesta un rush cutaneo, con bolle che compaiono inizialmente sul viso, prima di propagarsi sul resto del corpo.

Non esiste un vaccino

Per questa infezione non sono disponibili cure specifiche, né profilassi vaccinale. Si tratta tuttavia di una malattia a basso pericolo, in particolare in un contesto europeo dove non ci sono fattori che possono favorire un decorso di maggior gravità, come la presenza di bambini malnutriti o immunodepressi.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Il vaiolo delle scimmie finora era rimasto confinato in Africa. Un’eccezione fu un’epidemia negli Stati Uniti nel 2003, causata dall’importazione di alcuni roditori acquistati come animali da compagnia. Tutte le persone colpite avevano presentato una malattia di grado lieve e non furono registrati decessi.

 

Pubblicato il 26.7.2021 Aggiornato il 26.7.2021
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Aborto spontaneo: dopo quanto si può cercare un’altra gravidanza?

18/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

L'ovulazione si verifica 30 giorni dopo un aborto spontaneo ed è possibile concepire anche in questa circostanza senza che vi siano rischi di un qualsiasi tipo.  »

TSH del neonato: va controllato nel tempo se la madre è ipotiroidea?

18/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Gianni Bona

Se il bambino è nato a termine e se dallo screening neonatale non è emerso nulla, non è necessario fare ulteriori controlli.  »

Cisti del plesso corioideo individuata dall’ecografia: meglio fare altre indagini?

13/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Le cisti del plesso corioideo isolate, ossia non associate ad altre anomalie ecografiche, sono considerate varianti normali, senza effetti sullo sviluppo neurologico o intellettivo del bambino: nella maggior parte dei casi, scompaiono spontaneamente tra la 26ª e la 32ª settimana di gestazione. Quando...  »

Mamma bianca con occhi chiari, papà nero con occhi scuri: che occhi avrà il bambino?

11/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Una coppia formata da un genitore con gli occhi scuri e da un genitore con gli occhi chiari avrà molto più facilmente un bambino con occhi scuri. A meno che gli ascendenti del primo genitore non abbiano occhi chiari, eventualità che per le persone di pelle scura è davvero rara.  »

Fai la tua domanda agli specialisti