Vitiligine: cure tradizionali e innovative

Luce Ranucci A cura di Luce Ranucci Pubblicato il 25/11/2019 Aggiornato il 25/11/2019

La vitiligine non è contagiosa né dolorosa e l’esserne affetti non pregiudica l’aspettativa di vita. Le conseguenze sono essenzialmente di tipo psicologico. Ecco che cosa si può fare per rendere meno evidenti le macchie bianche sulla pelle

Vitiligine: cure tradizionali e innovative

La vitiligine è una malattia della pelle riconoscibile per la comparsa di macchie bianche delimitate su tutto il corpo e specialmente sul dorso delle mani, braccia, aree periorifiziali (come quella perioculare e periorale), ginocchia o piedi.

Una malattia autoimmune

La malattia si manifesta per la scomparsa localizzata dei melanociti, le cellule responsabili della pigmentazione della pelle, danneggiate delle cellule del sistema immunitario (linfociti). Per questo, infatti, la vitiligine è classificata come disordine autoimmune perché a un certo punto le difese immunitarie delle persone colpite riconoscono come estranei i melanociti dislocati in alcune parti del corpo e li attaccano, determinando in quelle zone aree depigmentate.  All’origine della vitiligine ci sono diversi fattori scatenanti: situazioni stressanti, traumi cutanei come ustioni solari, esposizione ad alcune sostanze chimiche.

Farmaci e fototerapia

«L’assenza di melanina predispone alle ustioni solari, ecco perché è importante proteggere le chiazze con opportuna protezione solare.  Purtroppo non vi sono trattamenti che possano risolvere la vitiligine in modo definitivo, né in grado di fermarne l’estensione. I trattamenti disponibili hanno lo scopo di indurre una ripigmentazione della cute- chiarisce Bianca Maria Piraccini, professore Associato in dermatologia dell’Università di Bologna, che aggiunge: “Nelle forme lievi e localizzate di vitiligine, quando cioè le macchie interessano meno del 10% della superficie cutanea, sono efficaci diversi farmaci per uso topico quali i corticosteroidi e gli inibitori delle calcineurine come pimecrolimus e tacrolimus, disponibili in creme o unguenti. Nelle forme più gravi è utile la fototerapia. La terapia con Uva è associata all’assunzione orale di farmaci – gli psorialeni – o alla loro applicazione locale”.

Nuove prospettive di cura

Recentemente sono stati presentati dati incoraggianti in merito al trattamento della vitiligine per via topica con creme a base di ruxolitinib. «Questo farmaco agisce interrompendo la cascata dei mediatori infiammatori alla base delle reazioni immunitarie ed è normalmente usato per via sistemica nella terapia di diverse malattie autoimmuni. L’applicazione locale sulle chiazze affette da vitiligine ha mostrato che il ruxolitinib esplica una buona attività ripigmentante. Nello specifico la sua azione è complementare e di potenziamento nei confronti delle terapie disponibili attualmente per la vitiligine. Gli studi finora effettuati, inoltre, anche se condotti su un numero ristretto di pazienti ne hanno confermato un buon profilo di tollerabilità» conclude la professoressa Piraccini.

Da sapere!

La tecnica del camouflage serve a nascondere le aree affette da vitiligine, quindi di colore bianco, rendendole non distinguibili dalla cute sana.  Occorre servirsi di creme pigmentate, appositamente realizzate per abbinarsi al colore naturale della pelle di ciascun paziente, da applicare sulle macchie bianche.

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Sanguinamento dopo la “conizzazione”

15/03/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Gaetano Perrini

Le perdite di sangue che si manifestano dopo un intervento di conizzazione effettuato sul collo dell'utero sono un'eventualità normale. La loro scomparsa avviene gradualmente, a mano a mano che si completa il processo di cicatrizzazione.   »

Vomito notturno in seguito a una gastroenterite in un bimbo di tre anni

11/03/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Può capitare che una gastroenterite dia luogo a strascichi che possono esprimersi proprio con episodi di vomito isolati. Non è necessario preoccuparsene subito, tuttavia se il problema persiste diventa necessario consultare il pediatra curante.   »

Psicofarmaci in gravidanza: lo psichiatra dice no (ma sbaglia)

05/03/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Fortuna vuole che esistano psicofarmaci compatibili sia con la gravidanza sia con l'allattamento quindi non ha veramente alcun senso suggerire alla futura mamma che soffre di ansia, attacchi di panico, depressione di non curarsi.   »

Fai la tua domanda agli specialisti