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Rifarsi il seno è uno dei vezzi più ricercati dalle donne. Non a caso l’intervento di mastoplastica è al secondo posto per numero di interventi effettuati in Italia, secondo solo alla liposuzione. Ma se la maggior parte delle donne chiede di far “lievitare” il décolleté, un buon numero di donne punta invece a ridurre il seno. Grazie al bisturi, infatti, si possono ripristinare misure più consone alla figura con effetti diretti sulla postura e sul benessere della colonna vertebrale: cervicale, spalle e schiena beneficiano della riduzione di carico, mentre diminuisce anche il rischio di infezioni della pelle nel solco sottomammario e irritazioni dovute a sudore e sfregamento dei tessuti.
Non solo per bellezza
La mastoplastica riduttiva, come si definisce l’intervento che permette di ridurre il seno, consente di risolvere problematiche di natura fisica e psicologica, oltre che di effettuare attività sportive che altrimenti sarebbero precluse, come la corsa. Un seno più piccolo assicura benefici anche alle articolazioni degli arti inferiori gravate da un eccesso di peso. Ci sono donne che hanno atteggiamenti posturali viziati, dovuti sia al peso delle mammelle sia alla tendenza di nasconderle, che possono causare cifosi o rotazioni della colonna vertebrale. Quando collo e spalle e sopportano un peso importante, dolori, difetti di postura e problemi dermatologici irritativi sono frequenti. Da non dimenticare, poi, gli effetti sull’autostima. Molte donne non si sentono a proprio agio indossando alcuni vestiti. in quanto un seno grande tende ad attirare troppi sguardi. Ridurre il seno può diventare quindi un modo per sentirsi più sicure con gli altri e anche con se stesse.
Il momento migliore per intervenire
Per prevenire l’insorgenza e l’aggravarsi di problemi psicofisici, è importante eliminare presto il difetto, una volta che lo sviluppo puberale è terminato. Questo perché l’intervento correttivo eseguito in età non più giovanile, pur migliorando l’atteggiamento posturale scorretto, non riuscirà mai a modificare eventuali curve patologiche della colonna vertebrale che si sono create nel corso degli anni.
L’iter da seguire
La preparazione all’intervento prevede analisi cliniche di routine. Nelle due settimane precedenti è necessario eliminare il fumo e non assumere farmaci antinfiammatori non steroidei che aumentano il rischio di sanguinamento, come l’aspirina. È anche indispensabile lo screening ecografico o mammografico preoperatorio. L’intervento viene eseguito in anestesia generale, generalmente con un ricovero di un giorno. Si asportano cute e tessuti mammari in eccesso, spostando l’areola più in alto e rimodellando i rimanenti tessuti in una forma più piccola, più alta e proiettata. La procedura di solito non è dolorosa. A seconda dell’entità, la dimissione può avvenire nella stessa giornata dell’operazione o, al più tardi, il giorno seguente.
Possibile allattare
Dopo l’intervento è comunque possibile allattare: oggi esistono, infatti, tecniche chirurgiche particolarmente sofisticate che consentono di asportare grandi quantità di tessuto, lasciando inalterata la struttura della ghiandola. Le cicatrici (una intorno all’areola, una verticale e molto spesso anche una a livello del solco mammario) tendono ad attenuarsi con gli anni.