Sbiancamento dei denti, che passione!

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 23/07/2019 Aggiornato il 23/07/2019

Avere denti bianchissimi è l’obiettivo di molti italiani, ma attenzione alle tecniche di sbiancamento per non rovinare i denti

Sbiancamento dei denti, che passione!

Sono 120mila gli italiani che ogni anno vanno dal dentista chiedendo uno sbiancamento dei denti. Una mania collettiva come confermano i dati raccolti di recente dall’Accademia italiana di odontoiatria conservativa e restaurativa (Aic) in base ai quali ogni anno, soprattutto in estate, gli italiani sono disposti a sborsare circa 30 milioni di euro per trattamenti sbiancanti dal dentista. Un settore in continua crescita con un più 15% annuo, tanto che le procedure di sbiancamento dei denti rappresentano ormai un terzo di tutti i trattamenti odontoiatrici eseguiti per fini estetici. Attenzione però che i metodi per ottenere questo risultato sono tanti e non tutti sono privi di rischi.

Tanti metodi, non tutti buoni

Innanzitutto occorre valutare bene i prodotti per lo sbiancamento dei denti “fai da te”, dentifrici, strisce, collutori, penne e altri schiarenti che si possono trovare in farmacia, in profumeria o al supermercato: secondo le stime degli specialisti Aic attirano un italiano su due per una spesa che si aggira attorno al miliardo di euro, visto che le imperfezioni cromatiche della dentatura sono odiate soprattutto dalle donne, che in tre casi su quattro vorrebbero schiarire il sorriso. In questa corsa ai denti bianchi bisogna però chiedersi se non sia nascosto qualche rischio per la salute. Alcuni prodotti in vendita sul web, per esempio, contengono ipoclorito, una sostanza che sembra efficace sul momento ma che attacca lo smalto, erodendolo e rovinandone lo strato superficiale. Alla lunga in questo modo denti si potrebbero danneggiare, portando a un aumento della sensibilità locale e a un maggior pericolo di carie.

Sempre dal dentista

Per questo quando si sceglie un trattamento sbiancante è importante essere sempre seguiti dal dentista e non avventurarsi nel fai da te. Rivolgersi all’odontoiatra significa anche scongiurare il rischio di incappare in prodotti che abbiano un pH acido, perché gli studi mostrano che si può intaccare lo smalto già con valori di pH compresi fra 4 e 5,5 presenti in alcune formulazioni in commercio; sul web, poi, gli sbiancanti possono arrivare da Paesi al di fuori dell’Unione Europea e quindi essere pericolosi perché non rispettano la normativa attuale. Esiste, infatti, una direttiva europea che stabilisce il contenuto di perossido di idrogeno ammesso negli sbiancanti, indicando le modalità d’uso: in dentifrici, collutori e altri prodotti acquistabili in autonomia la concentrazione deve essere inferiore allo 0,1 per cento. Anche i trattamenti che contengono particelle abrasive possono rivelarsi pericolosi: se usati troppo a lungo, infatti, possono portare a sviluppare una sensibilità irreversibile ai denti per la continua micro-abrasione dello smalto.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Per uno sbiancamento dei denti efficace e sicuro ci vuole il dentista: per una reale efficacia occorre scegliere i prodotti che contengono fra lo 0,1 e il 6 per cento di perossido di idrogeno e che, come stabilisce una normativa europea, devono essere usati solo dallo specialista.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti