Scottarsi o abbronzarsi dipende anche dai geni

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 04/07/2018 Aggiornato il 31/07/2018

Non è solo una questione di fototipo né di fattore protettivo utilizzato. Scottarsi o abbronzarsi è legato anche al Dna

Scottarsi o abbronzarsi dipende anche dai geni

Scottarsi o abbronzarsi? È una questione personale. Ma, se fino a qualche tempo fa, si pensava che tutto fosse legato al fototipo, oggi grazie a una recente ricerca si è visto che a decidere il destino della pelle al sole sono alcune sezioni di Dna intercettate per la prima volta dagli scienziati del King’s College di Londra. Con un imponente studio che ha analizzato i dati di quasi 200.000 persone, gli esperti hanno dunque gettato le basi per arrivare a test genetici in grado di prevedere la risposta delle persone ai raggi solari.

Dalle scottature al melanoma

Una scoperta fondamentale perché dal fatto di scottarsi o abbronzarsi si potrà comprendere meglio i motivi dell’insorgenza del cancro della pelle, dato che una buona percentuale di geni coinvolti nella comparsa delle scottature sono coinvolti anche nella genesi di tumori cutanei. È risaputo infatti che le scottature solari rappresentano un importante fattore di rischio nello sviluppo del cancro della pelle. Comprendere la genetica dell’abbronzatura significa quindi anche capire quella del melanoma, che è il tipo più comune di neoplasia che si presenta nelle persone di discendenza europea.

I fattori in gioco

Gli scienziati hanno scoperto che, pur essendo vero che le persone dalla pelle più scura sono naturalmente più resistenti agli effetti nocivi della luce solare, bisogna sempre tener conto che esistono anche fattori genetici, oltre al colore naturale della pelle, che possono proteggere le persone dal sole. Alcuni di questi geni, coinvolti anche nei tumori della pelle, non hanno probabilmente nulla a che fare con la pigmentazione. Questo potrebbe spiegare perché a parità di colore della pelle alcune persone rischiano sempre di scottarsi anche prendendo poco sole e altre invece si abbronzano senza danni. In sostanza esiste una notevole variabilità tra le persone con lo stesso fototipo e a questa conclusione è stato possibile arrivare utilizzando un’enorme quantità di dati genetici prelevati dalla Biobanca Britannica che contiene informazioni sulla salute e il benessere delle persone, liberamente accessibile per i ricercatori.

Analizzati migliaia di dati

È stato quindi possibile avere accesso a informazioni genetiche appartenenti a decine di migliaia di persone di origini europee che avevano anche riferito informazioni sulla loro tendenza a scottarsi o abbronzarsi. Il team ha poi esplorato la variabilità genetica tra tutte queste persone, arrivando a individuare dieci nuove regioni genetiche che sembrano essere collegate con l’abbronzatura.

 

 

 
 
 

Da sapere!

In attesa di ulteriori indagini resta comunque valida per tutti l’avvertenza di proteggersi sempre e con SPF alti quando ci si espone al sole onde evitare, anche se non ci scotta, un’overdose di raggi che è sempre dannosa per le strutture cutanee.

 

 

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