Un décolleté naturale e pieno con le protesi dinamiche

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 02/03/2018 Aggiornato il 09/08/2018

Le protesi dinamiche, ultima novità in ambito di chirurgia estetica, regalano turgore al seno con grande naturalezza

Un décolleté naturale e pieno con le protesi dinamiche

Le protesi dinamiche sono la grande novità. Gli interventi per modificare l’aspetto del décolleté rendendolo più vicino ai desideri delle donne rimangono sempre in testa alla classifica delle operazioni di chirurgia estetica più gettonate. E così, forte di una costante crescita nelle richieste, la ricerca punta a migliorare sempre di più i risultati della metodica. Cambiando le tecniche di innesto, innanzitutto, ma anche le protesi che vengono utilizzate per dare volume e pienezza, come appunto le protesi dinamiche

Cambiano forma in base alla posizione

Le nuove protesi sanno dare al seno un aspetto decisamente più naturale e morbido rispetto a quelle tradizionali. Il gel di cui sono fatte le protesi dinamiche infatti cambia forma in base alla posizione assunta, scongiurando il temuto “effetto boccia”.

Meno rischi di effetti collaterali

Dopo il necessario tempo di collaudo e di osservazione, le protesi dinamiche, sul mercato da cinque anni ma solo da un paio in Italia, si possono considerare decisamente vantaggiose e sicure dal rischio di incapsulamento che costringe spesso a un successivo intervento. Essendo morbidissime, le nuove protesi non provocano sieromi cioè versamenti di liquidi all’interno della sacca in cui vengono inserite, cosa che succede invece con le protesi texturizzate dotate di una superficie ruvida che graffia e irrita il tessuto. Garantite per dieci anni, le protesi dinamiche sono tracciabili e riconoscibili grazie a una carta d’identità racchiusa in un microchip leggibile attraverso un apposito scanner, a massima garanzia di sicurezza.

Si installano velocemente

Un loro ulteriore vantaggio? Essendo delicate e sottilissime si possono impiantare nel corso di un intervento mini-invasivo e posizionarle dietro la ghiandola invece che sotto il muscolo, in modo da dimezzare i tempi di convalescenza e ridurre anche di tre volte i tempi di recupero. Dopo una settimana dall’intervento infatti si possono riprendere le consuete attività e dopo due tornare in palestra mentre con le protesi classiche la convalescenza durava quindici giorni e bisognava attendere un mese o due prima di riprendere l’attività sportiva.

 

 

 
 
 

DA SAPERE

PIÙ COSTOSE MA PIÙ SICURE

Sono protesi high-tech che risultano più costose rispetto alle altre ma occorre ricordare che per avere risultati soddisfacenti e non correre rischi non si deve mai pensare a un intervento low cost. I prodotti migliori insieme a un chirurgo esperto, del resto, possono fare davvero la differenza sia in termini di risultato finale sia sul fronte della sicurezza; a conti fatti poi un intervento che può sembrare più costoso di un altro finisce per non esserlo dal momento che riparare ad un eventuale errore costa molto di più

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