Come evitare il mercurio nei pesci? Meglio portare in tavola quelli di piccola taglia

Silvia Camarda A cura di Silvia Camarda Pubblicato il 17/02/2022 Aggiornato il 17/02/2022

Secondo uno studio statunitense, il regolare consumo di pesce, nonostante il potenziale contenuto di mercurio, non sarebbe associato a un aumentato rischio di mortalità. Meglio, però, preferire le qualità di piccola taglia per evitare il mercurio. Ecco perché

Come evitare il mercurio nei pesci? Meglio portare in tavola quelli di piccola taglia

Pur sapendo che il pesce è un alimento sano, da portare in tavola regolarmente (almeno 2-3 volte alla settimana), alcune persone tendono a consumarne meno per il timore di contaminazioni da mercurio. A tal proposito, uno gruppo di ricercatori statunitensi ha recentemente pubblicato uno studio su Jama Network Open che dimostrerebbe l’assenza di relazione tra consumo di pesce e mortalità correlata a una esposizione al mercurio. Ecco, comunque, come evitare il mercurio nei pesci.

Nel corso dell’indagine, che ha preso in esame oltre 17mila individui, è stato stimato il diverso rischio di mortalità (per tutte le cause e per gli eventi cardiovascolari) in tutti i partecipanti con diverse abitudini alimentari: da chi non consumava pesce a chi ne mangiava in media circa 30 gr al giorno, corrispondenti a due porzioni alla settimana.

Secondo i ricercatori un aumentato consumo di pesce non sarebbe associato in modo significativo:

·       al rischio di decesso

·       al livello di mercurio nel sangue.    

Quali sono i pesci più soggetti all’accumulo di sostanze tossiche?

Gli esperti hanno però steso una lista di consigli da seguire per ottimizzare i benefici del pesce, riducendone al massimo i potenziali effetti negativi. Ecco le loro raccomandazioni:

– variare il più possibile le qualità di pesce: in questo modo si garantisce anche un ambiente  più sano e un’economia sostenibile;

– preferire i pesci di piccola taglia e a ciclo vitale breve, come il pesce azzurro (per esempio, merluzzo, sardine, aringhe, sgombro). Al contrario, quelli di grossa taglia (come i predatori o quelli molto longevi), contengono più mercurio e altri metalli pesanti pericolosi per la salute.  I pesci di grossa taglia e i grandi predatori (come il pesce spada, il tonno rosso, la verdesca, il palombo, il luccio, il persico), essendo ai vertici della catena alimentare, infatti, tendono ad accumulare dosi di mercurio assai maggiori rispetto alle loro prede. L’esposizione ripetuta a mercurio attraverso l’alimentazione può portare a danni neurologici. Per un principio di precauzione, perciò, quest’ultima tipologia di pesce andrebbe acquistata e consumata con una minor frequenza, circa 1-2 volte al mese.

Che tipo di pesce si può mangiare in gravidanza?

Per le donne in gravidanza e in allattamento è consigliabile ridurre il consumo dei grandi predatori perché il mercurio può attraversare la placenta o finire nel latte materno. Prediligere, invece, un maggior consumo di pesci di piccola taglia ricchi di omega 3, acidi grassi insaturi fondamentali per lo sviluppo cerebrale e per la funzione visiva dei neonati.

Come si possono definire i prodotti ittici?

In tutta Europa, Italia compresa, la filiera ittica (dal momento della pesca al consumatore finale) è soggetta a rigidi controlli igienico-sanitario. La dottoressa Valentina Tepedino, medico veterinario, responsabile della società scientifica di Medicina Veterinaria Preventiva per i prodotti ittici, spiega come viene effettuata la sorveglianza: “I controlli sono a campione. Si fanno seguendo un’analisi del rischio valutata da un comitato tecnico-scientifico internazionale che si basa su diversi fattori che riguardano sia i prodotti ittici csia le abitudini alimentari e la tipologia dei consumatori.

Sul mercurio, proprio come è accaduto per il rischio Anisakis, è necessario sensibilizzare sia chi acquista sia chi vende il pesce, senza scoraggiarne il consumo.

In Canada e in Nord Europa già si fa: quando in pescheria un cliente chiede un tonno, un pesce spada o comunque pesci predatori e di grossa taglia, il venditore gli chiede se ha già mangiato lo stesso pesce quella settimana e, nel caso, gli consiglia una specie diversa. La comunicazione con il consumatore deve essere puntuale e non allarmistica. Non si può rischiare che le persone riducano il consumo di un prodotto che alla salute fa benissimo”.

 

 
 
 

In sintesi

Quali pesci mangiare senza mercurio?

Non esistono pesci in assoluto senza mercurio. Quelli di piccola taglia e con un ciclo vitale breve, però, ne accumulano meno e sono considerati più sicuri da questo punto di vista.

Qual è il pesce più sano da mangiare?

In linea di massima il pesce azzurro che ha un basso contenuto di grassi saturi (nocivi per la salute) e un elevato contenuto di acidi grassi Omega 3, benefici per la salute, oltre a ferro e iodio (nei pesci di mare), quest’ultimo fondamentale per il buon funzionamento della tiroide.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti