Cosa mangiare per aumentare il latte materno

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 17/12/2025 Aggiornato il 17/12/2025

La produzione di latte materno è un processo fisiologico ma buone abitudini alimentari possono supportarlo oltre ad essere essenziali per sostenere energia e benessere generale in un periodo delicato come l’allattamento. I consigli della nutrizionista Laura Mazzotta. 

La dieta per avere più latte materno

La produzione di latte materno è un processo naturale, ma al tempo stesso complesso, che risponde a molte variabili, ormonali, nutrizionali, emotive, nonché a fattori legati allo stile di vita. Molte donne, soprattutto nelle prime settimane dopo il parto, sono prese dai dubbi o dal timore di “non avere abbastanza latte” e cercano indicazioni pratiche sui cibi da mangiare per avere più latte.

È importante ricordare che, nella maggior parte dei casi, il corpo è perfettamente in grado di produrre latte a sufficienza: la domanda del bambino, il giusto modo di attaccarsi al seno e la frequenza delle poppate sono i fattori che incidono maggiormente sulla quantità prodotta. Tuttavia, una dieta equilibrata varia e ben calibrata ha un ruolo chiave nel fornire all’organismo l’energia e i nutrienti necessari per affrontare un periodo tanto impegnativo.

A parlarcene è la dottoressa Laura Mazzotta, specialista in Igiene Preventiva e Nutrizione Clinica presso il Poliambulatorio Aesthe Medica Ferrara.

Dieta utile per avere latte

L’alimentazione durante l’allattamento non deve diventare fonte di ansia o di rigore eccessivo: è piuttosto un’occasione per nutrirsi meglio, ascoltare i segnali del corpo e garantire un apporto adeguato di calorie, proteine, grassi buoni, vitamine e minerali essenziali. Alcuni alimenti vengono tradizionalmente considerati “galattogoghi”, ovvero capaci di sostenere la produzione di latte, ma è importante collocarli all’interno di un contesto dietetico complessivo che favorisca idratazione, regolarità intestinale, equilibrio metabolico e gestione dello stress.

 Una dieta realmente utile per sostenere la produzione di latte materno non si basa su “alimenti miracolosi”, ma su un insieme di scelte nutrizionali che permettono al corpo di lavorare in condizioni ottimali durante un periodo che richiede molta energia.

L’allattamento, infatti, comporta un dispendio quotidiano aggiuntivo che può arrivare a 500 kcal: per questo motivo non è consigliabile ridurre troppo l’introito calorico, né saltare i pasti. Il latte materno viene prodotto a partire dalle riserve energetiche e dai nutrienti assunti con l’alimentazione: mantenere un equilibrio costante aiuta a prevenire cali della produzione e garantisce alla mamma maggiore vitalità.

Cosa scegliere

Quali sono i cibi da mangiare per avere più latte? Alla base della dieta dovrebbero esserci i carboidrati complessi come avena, riso integrale, farro, orzo e patate. Questi alimenti favoriscono un rilascio graduale di glucosio, evitando sbalzi glicemici che possono generare stanchezza e influire sul ritmo metabolico e quindi di riflesso sulla produzione di latte. L’avena, in particolare, è ricca di beta-glucani, fibre solubili che contribuiscono a un buon senso di sazietà e che, secondo alcune osservazioni cliniche, potrebbero avere un lieve effetto galattogogo.

Le proteine sono altrettanto importanti: servono per mantenere i tessuti materni in salute, sostenere il sistema immunitario e contribuire alla qualità del latte. Ottime fonti sono le uova, il pollo, il tacchino, il pesce ricco di Omega-3 (come salmone, sgombro, trota), ma anche i legumi, spesso sottovalutati ma indispensabili per il loro contenuto in ferro, fibre e proteine vegetali. Gli Omega-3 sono fondamentali anche per il benessere neurocognitivo materno e possono migliorare la composizione lipidica del latte.

Un ruolo chiave è svolto anche dai grassi buoni: olio extravergine d’oliva, frutta secca, semi di lino, sesamo e girasole aiutano il corpo a mantenere un corretto equilibrio ormonale e forniscono energia di qualità. I semi, in particolare, apportano calcio, ferro e fitoestrogeni naturali che possono sostenere la fisiologia dell’allattamento.

Non meno importante è l’idratazione: bere acqua regolarmente permette al corpo di produrre latte in modo più efficiente. Non è necessario forzarsi a bere grandi quantità di acqua, ma evitare lunghi periodi senza. Tisane e infusi, purchè non zuccherati, possono essere utilizzati, se graditi.

Infine, è fondamentale mantenere uno stile alimentare vario, ricco di frutta e verdura di stagione, in modo da garantire all’organismo materno un adeguato apporto di vitamine, minerali e antiossidanti. Una dieta bilanciata, regolare e nutritiva rappresenta sempre il miglior sostegno alla fisiologia dell’allattamento, molto più di qualsiasi singolo alimento “magico”.

Cosa evitare

Quando si parla di alimentazione durante l’allattamento, spesso ci si concentra sui cibi da mangiare per avere più latte mentre è altrettanto importante conoscere ciò che può interferire con la produzione di latte, con il benessere della mamma o con la serenità del bambino.

Non esiste una lista rigida e universale di cibi vietati, ma ci sono categorie di alimenti e comportamenti alimentari che la ricerca e l’esperienza clinica consigliano di limitare o evitare.

1) Alcol

Il primo elemento su cui fare attenzione è l’alcol che passa rapidamente nel latte materno e, anche se non compromette direttamente la produzione, può alterare la qualità del latte e influire sul sistema nervoso del neonato, che non ha ancora la capacità di metabolizzarlo in modo efficiente. Questo può tradursi in difficoltà nel sonno, irritabilità e rallentamento dei ritmi fisiologici. Il consiglio medico è di evitarlo del tutto, oppure di consumarlo solo sporadicamente, rispettando un intervallo di sicurezza di almeno 2–3 ore prima della poppata.

2) Caffè

Un altro punto riguarda la caffeina. Molte mamme si sentono stanche, soprattutto nelle prime settimane, e ricorrono al caffè per sostenere l’energia. La caffeina, però, passa nel latte e in quantità eccessive può rendere il bambino più agitato, causando difficoltà nel riposo o irritabilità. L’indicazione generale è di non superare i 200 mg al giorno, pari a circa due tazzine di caffè, e di considerare nel computo giornaliero anche tè, bevande energetiche e cioccolato, spesso ricchi di caffeina “nascosta”.

Da evitare sono anche le diete drastiche o gli schemi di restrizione calorica, spesso intrapresi per recuperare il peso pre-gravidanza. Una riduzione improvvisa delle calorie può portare a un calo significativo della produzione di latte, oltre a generare stanchezza, vulnerabilità immunitaria e umore instabile. L’allattamento richiede energia: restrizioni severe o lunghi digiuni sono incompatibili con questa fase.

3) Cibi processati

È utile limitare anche i cibi eccessivamente processati, ricchi di zuccheri aggiunti, grassi trans o additivi. Oltre a non apportare nutrienti di qualità, possono influenzare la glicemia, la digestione e il metabolismo materno, elementi che indirettamente possono interferire con la fisiologia dell’allattamento.

Alcuni alimenti come cavoli, broccoli, cipolle, aglio e spezie dal sapore particolarmente intenso possono dare fastidio al bambino, soprattutto se molto piccolo, poiché alterano il gusto del latte materno, anche se questo meccanismo è molto variabile da donna a donna. Non esistono in sostanza cibi universalmente “vietati”: è molto più importante l’osservazione individuale e l’ascolto del bambino nelle ore successive alla poppata.

4) Integratori e tisane

Un punto spesso sottovalutato riguarda integratori e tisane galattogoghe vendute senza controllo. Alcune erbe (come galega, fieno greco, cardo mariano) sono utilizzate tradizionalmente per aumentare il latte, ma non sempre hanno evidenze solide e possono interagire con farmaci o condizioni cliniche.

È quindi consigliabile assumere integratori solo dopo una valutazione professionale.

Consigli

In ottica preventiva, è fondamentale evitare di adottare soluzioni drastiche, diete improvvisate, integratori non verificati o comportamenti alimentari troppo rigidi. Il corpo funziona meglio quando riceve nutrienti completi, pasti regolari e un adeguato apporto calorico.

Allo stesso tempo, è importante monitorare il proprio stato di salute generale: una stanchezza eccessiva, un calo di peso marcato, dolore al seno, segnali di mastite o difficoltà persistenti con la produzione di latte meritano sempre una valutazione medica o il supporto di un’ostetrica esperta in allattamento. Intervenire precocemente riduce i rischi e permette di ripristinare più facilmente un equilibrio fisiologico.

La prevenzione passa anche attraverso la cura del benessere emotivo. Stress, ansia o mancanza di riposo possono interferire con i meccanismi ormonali alla base della produzione di latte.

Tecniche di rilassamento, una buona organizzazione quotidiana, il sostegno del partner e della famiglia e la richiesta di aiuto quando necessario rappresentano strumenti importanti quanto l’alimentazione. Un ambiente sereno e non giudicante aiuta la mamma a sentirsi più sicura e supportata, con effetti benefici anche sul bambino.

Importante, infine, tenere sempre presente che ogni percorso di allattamento è unico. Non esiste un modello valido per tutte, così come non esistono risultati “perfetti” da raggiungere. Nutrire il proprio bambino, con latte materno esclusivo, latte misto o formula, deve essere un’esperienza sostenibile, rispettosa della salute e del benessere della madre. Una dieta adeguata, un ascolto attento dei segnali del corpo e un supporto professionale qualificato sono gli strumenti più sicuri per vivere questa fase con serenità e consapevolezza.

Schema di menù settimanale

Proporre uno schema di menù settimanale per le mamme che allattano non significa stabilire regole rigide, ma offrire una guida pratica che permetta di nutrirsi in modo equilibrato, regolare e vario.

L’obiettivo principale è sostenere l’organismo con alimenti ricchi di nutrienti, garantire un sufficiente apporto calorico e mantenere costante la produzione di latte, evitando oscillazioni energetiche che potrebbero influire sul benessere materno. Un menù ben strutturato aiuta anche a ridurre lo stress quotidiano, perché libera la mente dal “cosa preparo oggi?”, che per molte neomamme può diventare un compito impegnativo.

Lo schema seguente è pensato per includere carboidrati complessi, proteine di alta qualità, grassi buoni e un ampio consumo di frutta e verdura.

Non sostituisce una valutazione nutrizionale personalizzata, ma rappresenta un modello equilibrato e sostenibile. Le porzioni devono essere regolate in base alla fame, al peso, all’attività fisica e alle esigenze individuali, ricordando che l’allattamento aumenta il fabbisogno calorico in modo significativo.

Questa proposta settimanale offre equilibrio tra energia pronta e nutrienti a lento rilascio, fibra, proteine e grassi buoni. È utile ricordare che la varietà alimentare migliora anche la qualità del latte e introduce al bambino, attraverso aromi e sapori, una sorta di “educazione gustativa” precoce. L’acqua deve essere consumata regolarmente, senza forzature, preferendo bevande semplici e non zuccherate.

Lunedì

  • Colazione: porridge di avena con frutti rossi e semi di lino (ottimo per energia costante e fibre)
  • Pranzo: riso integrale con ceci, zucchine e olio evo
  • Cena: salmone al forno con patate dolci e broccoli al vapore
  • Spuntini: yogurt greco + una manciata di mandorle

Martedì

  • Colazione: pane integrale con ricotta e miele
  • Pranzo: farro con tonno, olive, pomodorini, mais e olio evo
  • Cena: pollo alla piastra con spinaci e cous cous
  • Spuntini: frutta fresca e crackers integrali

Mercoledì

  • Colazione: smoothie con banana, avena e semi di sesamo (ricco di calcio)
  • Pranzo: pasta integrale con lenticchie e carote
  • Cena: trota al cartoccio con verdure grigliate
  • Spuntini: yogurt bianco e noci

Giovedì

  • Colazione: yogurt naturale con granola e semi di girasole
  • Pranzo: quinoa con avocado, lime e fagioli neri
  • Cena: tacchino al limone con fagiolini e patate
  • Spuntini: pera + frutta secca

Venerdì

  • Colazione: pancakes integrali con frutta fresca
  • Pranzo: zuppa di legumi misti con crostini integrali
  • Cena: sgombro con carote, patate e un filo d’olio
  • Spuntini: yogurt e una mela

Sabato

  • Colazione: muesli con latte o bevanda vegetale senza zuccheri
  • Pranzo: orzo con verdure e olio evo
  • Cena: uova strapazzate con spinaci e pane integrale
  • Spuntini: frutta fresca

Domenica

  • Colazione: avena con frutta secca e una spolverata di cannella
  • Pranzo: pesce al vapore con riso basmati e verdure al salto
  • Cena: vellutata di zucca o di verdure miste con crostini integrali
  • Spuntini: yogurt e mandorle
 
 
 

In breve

Non esistono cibi miracolosi che aumentano la produzione di latte: una dieta equilibrata e sana è il miglior supporto in questa direzione in una fase delicata come quella dell’allattamento. L’attenzione va prestata per altro non solo a ciò che si deve mangiare ma anche a ciò che è bene evitare o ridurre per non compromettere il benessere della mamma e del piccolo.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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