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Quante volte è capitato di sentirsi gonfi e appesantiti dopo un abbondante pasto… sensazioni certamente non piacevoli, che possono accompagnarci per ore e indurci a respingere anche solo l’idea di tornare a infilare le gambe sotto a un tavolo. È in questi momenti che la tentazione di digiunare non sembra poi tanto una cattiva idea. E, in effetti, un digiuno fatto bene e sotto la supervisione di un medico presenta numerosi benefici.
Non vuole dire non mangiare
Come sottolineato dal nutrizionista e psichiatra Stefano Erzegovesi, responsabile del Centro per i disturbi alimentari del San Raffaele di Milano, è importare chiarire subito che digiuno non vuol dire non mangiare. Si tratta invece di ridurre in maniera cospicua l’apporto calorico per qualche periodo (digiuno intermittente) o di non mangiare per alcune ore durante il giorno (digiuno totale). Esistono diverse tipologie di digiuno intermittente. Si va dal semplice salto del pasto (meglio sempre lo stesso) a regimi più strutturati.
Totale o intermittante?
Il consiglio del professor Erzegovesi è quello di scegliere regimi intermittenti, come il 12:12 – che prevede di concentrare l’assunzione di cibo in 12 ore due giorni alla settimana e di digiunare nelle restanti 12 – o il 16:8, in cui ogni giorno non si mangia oltre un intervallo di otto ore.
Non per tutti
La cosa importante è non digiunare quando si è in gravidanza o si allatta, quando si è ammalati, quando si soffre di anoressia o bulimia e nella fase di crescita dei bambini. Da tutti gli altri i regimi di digiuno possono essere seguiti per tutta la vita, con benefici costanti.
Perché fa bene
Il digiuno corretto porta a numerosi benefici per l’organismo. Innanzitutto aiuta certamente a dimagrire. Normalizza il metabolismo, regolarizza l’intestino e riduce i fattori di rischio di molte malattie come obesità, diabete di tipo 2, tumori e Alzheimer. Aumenta la longevità e rende la pelle più sana, pulita e luminosa, perché consente alle cellule di eliminare le scorie in eccesso. Rafforza la resistenza alla fatica e aumenta la concentrazione, riduce lo stress, favorisce il sonno e stimola la libido.
Da sapere!
Esistono numerosi approcci alla pratica del digiuno:
– digiuno 12:12, che prevede due giorni a settimana in cui concentrare l’assunzione di cibo in 12 ore e digiunare nelle restanti 12;
– digiuno 16:8, in cui ogni giorno non si mangia oltre un intervallo di otto ore;
– dieta del guerriero, 20 ore solo con poca frutta o verdura, seguite da un pasto completo serale;
– totale, solo acqua, te e tisane uno o due giorni alla settimana;
– 5:2, cinque giorni alla settimana di dieta normale, intervallati da due giorni non consecutivi in cui non superare le 500-600 Kcal;
– a giorni alterni: un giorno di restrizione calorica alternato a uno normale;
– giorno di magro: un giorno di restrizione calorica in cui mangiare solo verdure, fibre e pochi grassi ‘buoni’ come frutta secca e olio extravergine d’oliva;
– mima-digiuno: cinque giorni consecutivi di restrizione calorica (800 Kcal circa al giorno), una volta al mese o tre-quattro volte l’anno.