Il cibo spazzatura fa perdere la memoria, ma non i chili

Silvia Camarda A cura di Silvia Camarda Pubblicato il 08/04/2020 Aggiornato il 08/04/2020

Il cibo spazzatura può portare a “menomazioni” cognitive che influenzano l’appetito e promuovono l’eccesso di cibo

Il cibo spazzatura fa perdere la memoria, ma non i chili

Il cibo spazzatura o “junk food”, così come lo chiamano gli inglesi, fa male alla memoria. A sostenerlo è un gruppo di ricercatori della Macquarie University di Sidney a seguito di uno studio pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science.

Lo studio su 20 ragazzi volontari

Al campione sono stati somministrati pasti ricchi di zuccheri e grassi per una settimana. Dopo i 7 giorni, in tutti i ragazzi sono stati riscontrati:

un peggioramento nei test incentrati sulla memoria;

una dipendenza al cibo spazzatura.

Problema più psicologico che chimico

Ne è convinto Richard Stevenson, professore di psicologia, che ha presentato uno studio condotto su 110 studenti magri e sani di età compresa tra 20 e 23 anni che seguivano inizialmente una dieta equilibrata. Poi sono stati suddivisi in due gruppi: il primo ha continuato la dieta sana, il secondo ha iniziato a mangiare per una settimana fast food. Il risultato è stato che: “dopo una settimana di dieta occidentale, cibi appetibili, come snack e cioccolato, diventano più desiderabili anche quando si è sazi. Questo rende più difficile resistere, portando a mangiare di più, il che a sua volta genera più danni all’ippocampo e un circolo vizioso da eccesso di cibo”.

Con cibo spazzatura danni all’ippocampo

A questo risultato ci era già arrivato uno studio del 2017 condotto però sugli animali, secondo cui il cibo spazzatura farebbe male all’ippocampo, una regione del cervello coinvolta nei processi legati alla memoria e al controllo dell’appetito.

Appetito e memoria sarebbero quindi collegati, perché in presenza di sazietà l’ippocampo blocca i ricordi piacevoli legati al cibo, che così diventa meno desiderabile. Se però l’ippocampo non funziona, i ricordi legati a sapori, odori, esperienze culinarie passate, ritorneranno, provocando sensazione di fame, anche quando l’organismo non ne avrebbe bisogno.

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

È noto come una dieta squilibrata possa portare a obesità e diabete. Meno noto è, invece, che queste patologie sono state entrambe collegate anche al calo delle prestazioni cerebrali e al rischio di sviluppare demenza.

 

Fonti / Bibliografia

  • Macquarie University | Tertiary EducationMacquarie University is a place of pioneering minds, breaking free of conventions. Discover our story as one of the global leaders in tertiary education. Find your place of inspiration and apply for Macquarie University, where we are renowned for excellence and innovation.
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