Latticini in tavola: salvacuore o no?

Silvia Camarda A cura di Silvia Camarda Pubblicato il 20/03/2019 Aggiornato il 20/03/2019

Consumare regolarmente latte e latticini sembra ridurre il rischio di malattie cardio-vascolari e non incide sull’aumento di peso. Meglio ancora se i prodotti lattiero-caseari sono interi. Ma non tutti sono d’accordo. Ecco perché

Latticini in tavola: salvacuore o no?

Non è vero che sono più salutari il latte e i latticini scremati.  Diversi studi stanno dimostrando il contrario e cioè che il latte intero e i suoi derivati fanno bene al cuore e non fanno ingrassare. Lo sostiene, per esempio, lo studio “Pure” (Prospective Urban Rural Epidemiology), uno dei maggiori studi osservazionali sugli effetti dei prodotti lattiero-caseari sulla salute. Per la ricerca sono state reclutate 136.384 persone di 21 paesi dei 5 continenti con un follow-up di 9 anni.

I benefici sulla salute

Al termine della ricerca è emerso che un consumo di 2 o più porzioni al giorno di latticini sarebbe associato a un minor rischio di morte e di patologie cardiovascolari; il latte intero è più protettivo del latte scremato o parzialmente scremato; gli individui che consumavano latticini interi erano anche i più magri.

Linee guida invariate

Ogni 5 anni il Dipartimento degli Stati Uniti e il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti pubblicano le Linee guida dietetiche per gli americani. Le prossime saranno pubblicate nel 2020, ma al momento non è prevista una variazione di consumo sui latticini poveri di grassi a favore di quelli più grassi. Per quanto riguarda quelle italiane, è stata chiesta l’opinione del dottor Ghiselli, Dirigente di Ricerca del Centro di Ricerca CREA – Alimenti e nutrizione e Presidente della Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione: “Nelle nostre Linee guida si fa la differenza tra latte e yogurt e altri prodotti caseari che hanno frequenze e porzioni diverse. Le raccomandazioni sono uniformate a quelle dell’Oms (appena uscite): considerando la dieta media degli italiani, se risparmiano grassi – soprattutto saturi – da qualunque fonte essi derivino, è meglio. Occorre quindi privilegiare i prodotti più magri, sia che si tratti di carni che di prodotti da forno che latticini”.

Troppi grassi a tavola

Secondo il nutrizionista Ghiselli, una dieta equilibrata deve prevedere non più del 30% di grassi e tra questi non più del 10% devono essere grassi saturi. E anche se i grassi saturi del latte contribuiscono molto poco ai saturi della dieta complessiva, è la somma che fa il totale e quindi, al momento, è preferibile non variare queste raccomandazioni. Il consiglio è sempre quello di ridurre il consumo dei grassi in generale, orientando le scelte verso prodotti meno grassi, senza per forza limitare i latticini, che: “come risulta anche da questo studio, purché consumati nelle corrette misure, sembrano in grado di produrre benefici per la salute”, conclude Ghiselli. Recenti indagini riferiscono, però, che gli italiani consumano quantità molto basse di latte e yogurt (circa una porzione al giorno) e quantità più alte di formaggio rispetto a quanto consigliato dalle Linee guida.

 
 
 

Da sapere

LE PORZIONI RACCOMANDATE IN ITALIA

3 porzioni al giorno di latte e/o yogurt (125 ml)  e 3 porzioni alla settimana di formaggi (50 grammi per gli stagionati e 100 g per quelli molto freschi).

 

 

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