Chi mangia piano … vive sano

Laura de Laurentiis A cura di Laura de Laurentiis Pubblicato il 14/03/2018 Aggiornato il 07/08/2018

Più si mangia velocemente, più ci si espone al rischio di ingrassare troppo. O, peggio, di sviluppare la sindrome metabolica. Ecco perché chi mangia piano …

Chi mangia piano … vive sano

Da uno studio condotto all’Università di Hiroshima, sotto la guida del cardiologo Takayuki Yamaji, è emerso che la cattiva abitudine (piuttosto diffusa) di consumare i pasti molto rapidamente, ingurgitando i cibi quasi senza masticare, apre la strada al rischio di sviluppare la sindrome metabolica, caratterizzata da almeno tre alterazioni su queste cinque: trigliceridi alti, ipercolesterolemia, ipertensione, girovita abbondante.   Il dato costituisce una conferma di quanto già pubblicato dalla rivista scientifica Journal of Epidemiology: per i velocisti della tavola il pericolo di andare incontro alla sindrome aumenta di circa il 35% rispetto a quello di chi mangia piano.  

I risultati dopo 5 anni di studi

La ricerca dgiapponese ha preso in considerazione circa 1.000 persone per cinque anni, allo scopo di scoprire una relazione tra il tempo impiegato a consumare i pasti e lo stato di salute.  Così si è avuto modo di scoprire che la sindrome metabolica interessa circa il 6,5% di chi mangia a un ritmo ragionevole; circa il 2% di chi mangia piano, godendosi ogni singolo boccone e addirittura il 11,6% di chi invece inghiotte colazione, pranzo e cena a tutta velocità, senza quindi avere il tempo di assaporarli. Ma c’è di più: gli Speedy Gonzales a tavola sono risultati prevalentemente più grassi e con una glicemia più alta rispetto a tutti gli altri.

Senso di sazietà alterato

Chi mangia velocemente, poi, tende ad assumere più cibo rispetto al fabbisogno: è un dato di fatto che viene messo in relazione con i famosi 20 minuti dall’inizio del pasto di cui il cervello ha bisogno per registrare la sensazione di “stomaco pieno” e quindi inviare il segnale di sazietà. Va da sé che se si consuma tutto il pasto in pochi minuti si continua ad avvertire l’impulso di mangiare per molto tempo ancora: da qui il rischio di esagerare e, di conseguenza, di andare incontro alla sindrome metabolica.   

I campanelli d’allarme

Ecco i valori che favoriscono la comparsa della sindrome metabolica, la cui diagnosi è autorizzata dalla presenza contemporanea di tre parametri alterati su cinque.

  • Circonferenza vita  maggiore di 102 centimetri nell’uomo e di 88 centimetri nella donna;
  •  pressione del sangue  superiore o uguale a 130 per la massima e a 85 per la minima (donne e uomini);
  •  colesterolo Hdl() (buono) è inferiore a 40 milligrammi per decilitro di sangue; (uomini) o a 50 milligrammi per decilitro di sangue (donne);
  • trigliceridi superiori a 150 milligrammi per decilitro di sangue (donne e uomini);
  • glicemia superiore a 110 milligrammi per decilitro di sangue (donne e uomini).

3 regole d’oro

  1. masticare lentamente ogni boccone;
  2. fare qualche respirazione profonda ogni due-tre bocconi;
  3. tagliare sempre i cibi in piccoli pezzi.

 

 
 
 

Lo sapevi che?

La sindrome metabolica può influire in modo negativo anche sulla fertilità, perché ostacola il corretto lavoro delle ovaie.

 

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