Mangiare peperoncino dimezza il rischio di infarto e ictus

Stefania Lupi A cura di Stefania Lupi Pubblicato il 27/04/2020 Aggiornato il 30/04/2020

Il consumo regolare di peperoncino sembra ridurre la mortalità cardiaca del 40% e quella per cause cerebrovascolari di oltre il 60%. I risultati di un nuovo studio italiano

Mangiare peperoncino dimezza il rischio di infarto e ictus

Mangiare peperoncino fa bene al cuore. Lo rivela una ricerca del Dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia) pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology.  Lo studio ‘Moli-sani’ è il primo a studiare le proprietà del peperoncino in relazione al rischio di morte in una popolazione europea e mediterranea come quella del Molise.

Seguendo lo stato di salute 22.811 cittadini del Molise, per circa 8 anni, e confrontandolo con le loro abitudini alimentari, i ricercatori sono arrivati alla conclusione che, mangiare peperoncino 4 volte alla settimana o più, abbassa il rischio di infarto del 40%.

Tutto merito della capsaicina

“La protezione dal rischio di mortalità è risultato indipendente dal tipo di alimentazione seguita – commenta Marialaura Bonaccio, ricercatrice epidemiologa di Neuromed e primo autore della pubblicazione. “Il che significa che qualcuno può seguire la salutare dieta mediterranea, qualcun altro mangiare in modo meno sano, ma per tutti mangiare peperoncino ha una funzione protettiva”.

“Il peperoncino svolge effetti benefici soprattutto per merito del suo principio attivo, la capsaicina – aggiunge Stefano Erzegovesi, primario del Centro per I Disturbi alimentari dell’ospedale san Raffaele di Milano in un’intervista al Corriere.it. Per esempio, favorisce la  produzione del grasso bruno, che accelera il metabolismo e fa consumare più calorie. Inoltre, aumenta l’Hdl, il cosiddetto colesterolo buono, riduce i trigliceridi e la proteina C-reattiva, quindi ostacola le molecole pro-infiammatorie e ha un effetto protettivo sulle malattie aterosclerotiche, rendendolo importante per prevenire le malattie cardiovascolari, come l’infarto. La capsaicina agisce anche sulla sostanza P, un mediatore del segnale doloroso e con effetti sul mal di testa, il mal di denti e ogni genere di dolore”.

Conferme da altri studi internazionali

Come già osservato in Cina e negli Stati Uniti, le varietà di peperoncino, pur consumate con modalità diverse in tutto il mondo, possono essere davvero benefiche per la salute. Nuove ricerche dovranno essere avviate per capire le modalità biochimiche attraverso le quali agiscono il peperoncino e le sue varie tipologie che sono comunque accomunati dalla presenza di capsaicina.

 

 

 
 
 

Lo sapevi che?

Per calmare il bruciore e l’irritazione causati dal peperoncino sulla lingua non bisogna bere acqua; il modo migliore per attenuare il fastidio è masticare del pane o bere un sorso di latte.

 

Fonti / Bibliografia

  • Chili Pepper Consumption and Mortality in Italian Adults - PubMedIn a large adult Mediterranean population, regular consumption of chili pepper is associated with a lower risk of total and CVD death independent of CVD risk factors or adherence to a Mediterranean diet. Known biomarkers of CVD risk only marginally mediate the association of chili pepper intake with …
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