Mangiare plastica: attenzione ai crostacei

Silvia Camarda A cura di Silvia Camarda Pubblicato il 30/12/2019 Aggiornato il 30/12/2019

Scampi e gamberi viola alzano il rischio di mangiare plastica. Ecco perché

Mangiare plastica: attenzione ai crostacei

Negli scampi e nei gamberi viola sono state trovate microplastiche, ovvero particelle minuscole di plastica. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori sardi del Dipartimento di Scienze della Vita e Ambiente dell’Università di Cagliari  che, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, ha svolto una ricerca pubblicata sulla rivista Environmental Pollution.  Ciò aumenta il rischio di mangiare plastica con conseguenze sulla salute.

Microplastiche trovate nei crostacei

Nel mare di Sardegna sono stati pescati scampi e gamberi viola contaminati da un’alta concentrazione di microplastiche, in particolare sono stati trovati 413 frammenti nello scampo e 70 nel gambero. L’inquinamento da plastica dei mari è altissimo; si stima che ogni anno finiscano in mare 5-13 tonnellate di plastica. Lo stomaco degli scampi e dei gamberi viola conterebbe polietilene (PE, il principale costituente degli imballaggi e della plastica monouso), e polipropilene (PP, usato per i tappi di bottiglia o le capsule del caffè).

Per loro natura, gli scampi sono crostacei scavatori che si nutrono soprattutto di sostanze che si depositano sul fondale marino. I gamberi viola, invece, ingeriscono sostante presenti in fondo al mare, ma mangiano anche specie animali natanti.

No allarmismi, sì approfondimenti

Anche se non si deve creare allarmismo, i ricercatori vogliono approfondire, con prossimi studi, se le microplastiche:

1.     trovate nello stomaco dei crostacei possano essere dannose alla salute dell’organismo stesso e/o dell’uomo;

2.     possono arrivare sulle nostre tavole aumentando il pericolo di mangiare plastica.

I ricercatori vogliono ora scoprire se questi crostacei sono in grado di frammentare le microplastiche ingerite e se sono capaci di espellerle. Se così fosse, le microparticelle di plastica sarebbero reintrodotte in mare e nella catena alimentare di altre specie. In caso contrario, usando le stesse parole dei ricercatori: “Arriverebbero sui nostri piatti”.

 
 
 

Da sapere!

Dal 1° gennaio 2018 in Italia è entrata in vigore una normativa che disciplina i sacchetti di plastica da utilizzare per imbustare frutta, verdura e altri prodotti freschi sfusi. Questi sacchetti devono essere biodegradabili, compostabili e certificati.

Fonti / Bibliografia

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