Non dimagrisci? Colpa della flora intestinale

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 15/02/2016 Aggiornato il 15/02/2016

I cibi determinano effetti diversi in ciascuno di noi. Ecco perché è consigliabile una dieta personalizzata che tenga conto di come gli alimenti possano influire sulla flora intestinale

Non dimagrisci? Colpa della flora intestinale

Se con la dieta non riusciamo a dimagrire “sarebbe colpa” della flora intestinale. Lo sostiene un gruppo di ricercatori del Weizmann Institute of Science di Rehovot (Israele). In un recente studio pubblicato sulla rivista Cell, i ricercatori dimostrerebbero che non è sufficiente seguire una dieta ipocalorica per dimagrire, ma piuttosto un regime alimentare “ad hoc” che valuti i diversi effetti che i cibi hanno nel processo di assimilazione.

A ciascuno la sua dieta

I cibi, spiegano gli studiosi, potrebbero causare effetti diversi a seconda di chi li consuma: quindi un alimento indicato per una persona, potrebbe non esserlo per un’altra. Lo studio ha previsto l’analisi dell’indice glicemico (Ig) dei diversi alimenti consumati dalle 800 persone prese in esame. L’Ig è un indicatore che segnala la misura in cui i cibi influenzano il glucosio presente nel sangue.

L’indice glicemico cambia

I ricercatori hanno monitorato il livello di zuccheri presente nel sangue delle persone che per 7 giorni avevano consumato gli stessi alimenti. Alla fine della settimana è emerso che l’Ig di ogni alimento non è fisso, ma varia a seconda della persona che ingerisce il cibo. Per esempio, a parità di apporto calorico, la glicemia di alcuni soggetti aumentava dopo l’ingestione di banane, mentre si manteneva stabile in seguito all’assunzione di biscotti. In altre persone, invece, succedeva esattamente l’opposto.

Il ruolo della flora intestinale

Secondo gli studiosi la flora batterica intestinale, che varia da soggetto a soggetto, potrebbe essere la causa dell’effetto dei cibi, proprio perché, come è noto, i batteri intestinali influenzano i livelli di zucchero nel sangue. Per testarlo, gli esperti hanno prescritto a ogni persona del campione una dieta personalizzata. Le diverse diete apportavano le stesse calorie, ma ognuna era stata elaborata per avere un effetto “benefico” su alcuni partecipanti e un effetto “cattivo” su altri. Al termine dei 7 giorni del test, le diete “nocive” avevano causato diversi picchi glicemici. Quelle “buone”, invece, avevano contribuito a mantenere sotto controllo la glicemia e avevano determinato un cambiamento benevolo del microbioma intestinale.

No alle diete standard, sì alle diete personalizzate

È quanto affermano i ricercatori se si vuole restare in forma e prevenire obesità e diabete. Se pasti uguali consumati da differenti persone provocavano risposte glicemiche diverse, l’unico modo per ottenere i risultati sperati da una dieta dimagrante e soprattutto per restare in buona salute, sarebbe quello di seguire una dieta personalizzata piuttosto che i “soliti” consigli dietetici universali.

 

 

 
 
 

lo sapevi che?

La pasta di semola di grano duro, se cotta al dente, presenta un indice glicemico di 45. Questo valore può aumentare se la cottura viene prolungata.

 

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