Omega 3: meno benefici del previsto?

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 24/09/2018 Aggiornato il 24/09/2018

Sarebbe in discussione l’efficacia degli Omega 3 nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Ecco perché

Omega 3: meno benefici del previsto?

Da anni ci sentiamo ripetere che sono i cosiddetti “grassi buoni”, cioè che hanno un effetto protettivo per l’organismo, in particolare nei confronti del cuore e dell’apparato cardiocircolatorio in generale. E, invece, gli Omega 3 potrebbero essere meno prodigiosi del previsto. Secondo un’ampia ricerca, infatti, queste sostanze non avrebbero alcuna capacità di ridurre il rischio di eventi cardiovascolari né di riparare gli esiti da malattie coronariche, ictus o irregolarità cardiache.

Crolla un mito?

Gli omega 3 appartengono alla famiglia degli acidi grassi essenziali, ossia dei grassi che non possono essere sintetizzati dall’organismo, ma provengono esclusivamente dai cibi. Sono contenuti soprattutto nel pesce, specie in quello azzurro. Fino a ieri, si pensava che gli omega 3 avessero un’azione antinfiammatoria, abbassassero il livello di colesterolo nel sangue, diminuissero l’aggregabilità delle piastrine e aumentassero la viscosità del sangue e per questo fossero grandi alleati dell’apparato cardiocircolatorio, oltre che di altri organi. Ora, invece, la nuova ricerca rimette tutto in discussione.

Sollevati molti dubbi

Gli autori della ricerca, che appartengono alla Cochrane Library, iniziativa internazionale no-profit che valuta e diffonde informazioni su efficacia e sicurezza degli interventi sanitari, hanno analizzato ben 79 sperimentazioni randomizzate sull’efficacia degli omega 3. Complessivamente, queste sperimentazioni hanno coinvolto 112.059 persone. Gli esperti hanno esaminato tutti i dati alla ricerca di eventuali parzialità o di errori sistematici e hanno così scoperto che gli omega 3 non sembrano possedere gli effetti benefici tanto decantati. “Non abbiamo osservato effetti protettivi. I ricercatori non sono stati in grado di dimostrare un chiaro beneficio clinico nei disturbi cardiaci” ha confermato il responsabile della ricerca, Lee Hooper, alla conclusione dei lavori.

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

In attesa di capire il ruolo reale degli omega 3, rimane comunque ancora buona norma consumare un certo quantitativo di pesce, alimento benefico sotto molti a punti di vista. Per quanto riguarda gli integratori, invece, meglio chiedere sempre consiglio al medico.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

A 5 settimane l’embrione non si vede

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Nella 5^ settimana di gravidanza non è motivo di allarme non visualizzare l'embrione con il battito del cuoricino. In questa epoca quello che conta è individuare in utero la camera gestazionale.   »

Fai la tua domanda agli specialisti