Prodotti senza glutine, sì ma solo per i celiaci

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 18/10/2017 Aggiornato il 18/10/2017

Si tende ormai a dare al colpa al glutine per disturbi come gonfiore di stomaco, mal di testa, nausea, dolore alle giunture, depressione, febbre da fieno. Eppure solo un numero ristretto di persone è realmente intollerante a questa proteina e deve assumere prodotti senza glutine

Prodotti senza glutine, sì ma solo per i celiaci

Un’alimentazione con prodotti senza glutine dovrebbe essere seguita solo da chi è realmente affetto da celiachia, in caso contrario, il gluten free causa più danni che benefici alla salute. È il risultato di uno studio dell’Università di Newcastle (Australia) e pubblicato sulla rivista Medical Journal of Australia, secondo cui solo un sesto degli adulti soffre in realtà di celiachia e ha bisogno di prodotti senza glutine.

Il mercato del gluten free

Pur tenendo conto che lo studio è stato svolto in Australia e quindi potrebbe non essere valido per il resto del mondo, resta comunque il dubbio sulla reale diffusione di questa malattia, visto che appena un sesto delle persone adulte accuserebbe una vera intolleranza al glutine. Questo ricerca solleva poi anche altri interrogativi relativi al mercato del gluten free, assai redditizio. Si parla di più di 6 miliardi di dollari. I prodotti senza glutine costano, infatti, 17 volte di più di quelli normali, e in più espongono al rischio di carenze di oligoelementi e vitamine.

Attenzione al rischi

Secondo lo studio australiano assumere prodotti senza glutine, in assenza di celiachia, peggiore il pericolo di:

Inoltre, non assumere glutine interferisce con importanti batteri intestinali e aumenta l’esposizione alle tossine. Un altro studio ha messo il relazione il consumo di prodotti senza glutine con alti livelli di arsenico nelle urine.

 

 

 
 
 

In breve

UNA PROTEINA DA NON DEMONIZZARE

Il glutine ha un ruolo primario nella produzione di sfarinati di varia natura, soprattutto nel pane, e nell’industria alimentare, che lo utilizza come additivo proteico in vari alimenti confezionati.

 

 

 

 

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