A cura di Silvia CamardaPubblicato il 03/12/2018Aggiornato il 03/12/2018
La Ristoceutica, disciplina innovativa che associa più alimenti funzionali, può aiutare a portare in tavola pasti più salutari
Che l’alimentazione sia fondamentale per prevenire le malattie è ormai noto a tutti. Di recente è nata addirittura una nuova scienza, la ristoceutica, che studia come raggiungere il benessere… mangiando.
Il pasto funzionale
La ristoceutica, frutto di anni di studio del professor Vincenzo Lionetti della Medicina critica traslazionale della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, si prefigge di portare in tavola un’alimentazione adatta a chi soffre o è a rischio di malattie cardio e cerebrovascolarisenza perdere sapore, odori, colori e consistenza dei cibi: basta associare più alimenti funzionali alla salute dell’uomo. Secondo Lionetti, per esempio, un ottimo pasto funzionale è costituito da i pasta di farina di orzo (ricca di betaglucano), rape e cavolo, condita con olio extravergine d’olivacoratina, la specie olearia con il più alto quantitativo di polifenoli. Il betaglucano d’orzo (naturale inibitore delle istondeacetilasi) svolge un’azione cardioprotettiva.
Una vita per la scienza
Le competenze del professor Lionette sono diverse:
conosce la biomedicina, le bioteconologie, le agrobioscienze e le scienze dell’alimentazione.
Si relaziona con i medici e i produttori agroalimentari.
Studia l’interazione tra diversi alimenti funzionali (al fine di favorire sicure sinergie piuttosto che pericolosi antagonismi).
Analizza gli effetti delle tecniche di conservazione e cottura sui composti nutraceutici presenti negli alimenti funzionali (al fine di mantenerne le concentrazioni efficaci).
Da sapere!
Il termine ristoceutica è un neologismo che deriva dalla fusione di due parole: ristorazione e nutraceutica.
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