Sempre più “malati” di ortoressia

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 19/01/2017 Aggiornato il 19/01/2017

Chi si ostina a consumare solo cibi biologici, biodinamici, vegetali, escludendo quelli industriali, potrebbe soffrire di un nuovo disturbo alimentare: l’ortoressia

Sempre più “malati” di ortoressia

Oltre ai noti disturbi alimentari come anoressia e bulimia, recentemente si sta riconoscendo una nuova patologia legata al cibo: l’ ortoressia. Si tratta di una malattia caratterizzata dall’ossessione di voler mangiare soltanto alimenti sani, intendendo per sani i cibi biologici, biodinamici e igienicamente sterili.

L’origine dell’ortoressia

Questa malattia è stata descritta per la prima volta da Steve Bratman nel 1997, un dietologo che si autodefinisce “ex – ortoressico”. Mentre nell’anoressia e bulimia il problema è focalizzato sulla quantità di cibo, nell’ ortoressia l’attenzione è rivolta totalmente alla qualità del cibo. Alcune delle domande che si pone chi soffre di questo disturbo sono:

  • la mia alimentazione è sana oppure è inquinata da sostanze dannose all’organismo?
  • gli utensili da cucina utilizzati per preparare le pietanze sono igienicamente sicuri o possono trasmettere malattie?

Per risolvere questi dubbi, la risposta di molti ortoressici sarebbe quella di avvicinarsi a una dieta vegetariana o addirittura vegana, una dieta, quest’ultima, che prevede il divieto di consumare tutti i prodotti di origine animale, compresi latte e uova.

No ai cibi industriali

L’attenzione a consumare solo cibi sani, incapaci di nuocere chiunque li consumi, si sta sempre più diffondendo nella nostra società, anche in relazione ai risultati emersi dagli studi sul rapporto tra invecchiamento, neoplasie e consumo di cibi industriali e di origine animale. Secondo il dottor Ezio Camillo Di Flaviano, primario del reparto di Riabilitazione alimentare del Policlinico di Abano Terme (Padova), questa sindrome deriverebbe dal pericolo emerso dal consumo di cibi come carne() e derivati del latte e formaggi.

Una paura ossessiva

Alcune persone, più sensibili rispetto ad altre, si sarebbero spaventate a tal punto da sviluppare una paura e una preoccupazione eccessive ad assumere cibi non biologici, così da leggere in modo scrupoloso, quasi ossessivo, le etichette di tutti i prodotti confezionati.

Spesa  più costosa

L’ortoressia si accompagna a un altro svantaggio: quello di spendere di più: pur di consumare solo cibo bio, si arriva a spendere per la spesa anche più di quanto sarebbe consentito dalle  proprie possibilità

Più diffusa nelle grandi città

Secondo Di Flaviano, l’ortoressia sarebbe molto diffusa soprattutto in alcune aree geografiche come Firenze, Roma, Milano, cioè nelle grandi città, dove certamente l’impatto dell’inquinamento è maggiore rispetto ad altre aree meno urbanizzate.

 

 

 
 
 

lo sapevi che?

L’ortoressia interessa circa il 15% dei disturbi alimentari in generale.

 

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