Le mamme italiane sono tra le più vecchie in Europa

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 17/06/2013 Aggiornato il 17/06/2013

Da una recente indagine Istat è emerso che nel nostro Paese le mamme  sono tra le più vecchie d’Europa. Una tendenza che ha alcune controindicazioni…

Le mamme italiane sono tra le più vecchie in Europa

Le mamme italiane sono tra le più vecchie d’Europa. Secondo l’Istat, negli ultimi 20 anni l’età media in cui avviene il primo parto parto è cresciuta sensibilmente, passando dai 29,1 anni del 1991 ai 31,4 anni – con punte di 31,8 nelle regioni del Centro – nel 2011. Un dato, quello delle mamme “vecchie”, che pone l’Italia ai vertici d’Europa, al pari della Svizzera e poco sotto la Spagna e l’Irlanda, contro una media europea ferma a circa 30 anni.

Non è più un fatto naturale

“La gravidanza non è più vissuta come un fatto naturale, ma come una scelta consapevole su cui gravano, però, una serie di fattori. Si preferisce completare il proprio percorso di studi, ma anche avere alle spalle una situazione economica stabile e trovare il compagno ideale” ha commentato Cesare Taccani, specialista in medicina della riproduzione del centro per la fertilità ProCrea di Lugano (Svizzera). “Quello che però molte donne tendono a sottovalutare è l’effetto negativo che il tempo ha sulla loro fertilità. Con il passare del tempo non solo si abbassano le possibilità di andare incontro a una gravidanza, ma nelle aspiranti mamme “vecchie” aumentano anche le possibili complicanze”.

Quando l’orologio biologico avanza…

In particolare, l’orologio biologico incide sul numero di ovociti disponibili, sull’integrità del loro patrimonio genetico. “Con il passare degli anni si riduce anche il numero di uova che possono essere fecondate aumentando, di contro, quello di embrioni anomali destinati il più delle volte in un aborto”, prosegue il medico. “C’è il rischio che subentrino nel tempo patologie al collo dell’utero o della pelvi, quale infiammazioni o endometriosi, che spesso sono diagnosticate tardivamente e che c’è un rischio maggiore di aumentare l’infertilità o l’effettiva capacità di portare a termine la gravidanza”. Infatti, analizzando i dati sulle dimissioni dagli istituti di cura, gli aborti spontanei risultano aumentati del 30 per cento in 25 anni, con dei rapporti di abortività nelle donne tra i 40 e i 44 anni che sono più del doppio rispetto a quelli della classe 35-39 anni. In aumento anche il numero di chi ricorre ai centri di procreazione assistita.

In breve

POSTICIPARE TROPPO COMPORTA DEI RISCHI

Parallelamente all’aumento dell’età media in cui le donne italiane hanno oggi il loro primo figlio (quasi 32 anni), è inevitabilmente aumentata l’età delle donne che si rivolgono ai centri di fecondazione assistita per poter avere una gravidanza.

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