Maternità anticipata per gravidanza a rischio: come funziona

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 09/12/2025 Aggiornato il 09/12/2025

Se determinata da particolari condizioni di salute oppure di lavoro, è possibile chiedere di astenersi prima del periodo di congedo obbligatorio.

Maternità anticipata per gravidanza a rischio: come funziona

Nel caso in cui durante l’attesa si presentino condizioni che possano compromettere il buon esito della gravidanza, sia che si tratti di problemi di salute oppure di particolari situazioni lavorative, la donna che lavora, dipendente oppure autonoma, ha il diritto a richiedere l’indennità di maternità anticipata per gravidanza a rischio.

Questo significa che la futura mamma può astenersi dal lavoro prima del periodo di congedo obbligatorio che scatta all’ottavo mese di gravidanza. Si tratta di una misura voluta per tutelare la salute sia della madre che del nascituro e gestire in maniera opportuna le situazioni a rischio durante l’attesa. La domanda va fatta direttamente all’Inps previo rilascio di un certificato da parte di un ginecologo di struttura pubblica o privata purchè accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale.

Cosa fare

Durante la gravidanza si possono presentare condizioni che mettono a rischio la salute sia della futura mamma che del nascituro. In questi casi si può richiedere la maternità anticipata per gravidanza a rischio, una misura prevista da Decreto di Legge 151/2001 che consente alle donne in gravidanza di astenersi dal lavoro in anticipo rispetto ai tempi previsti dal congedo obbligatorio di maternità che secondo la normativa vigente, conosciuta come Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, deve iniziare due mesi prima della data presunta del parto ed estendersi fino ai tre mesi successivi al parto.

In base alla norma della maternità flessibile è possibile anche fare domanda per ottenere l’astensione dal lavoro a partire da 1 mese precedente al parto fino ai 4 mesi successivi oppure svolgere tutti e 5 i mesi di congedo obbligatorio nel periodo successivo al parto.

Quando può essere richiesta

Il congedo di maternità anticipato per gravidanza a rischio può essere richiesto in situazioni specifiche che possono compromettere la salute della donna o del feto:

  • quando si presentano complicazioni nella gestazione quali ad esempio la placenta previa oppure infezione come la toxoplasmosi
  • in presenza di malattie antecedenti della madre che possono essere aggravate dalla gravidanza, come il diabete, l’ipertensione, l’obesità grave
  • in presenza di specifici fattori di rischio per complicanze come eventuali problematiche che si sono presentate in precedenti gravidanze, quali ad esempio la preeclampsia, e situazioni particolari come una gravidanza multipla o l’età avanzata della gestante
  • nel caso di condizioni di lavoro e ambientali non idonee che possono inficiare sulla salute della donna o del bambino
  • se la lavoratrice svolge un’attività pericolosa, faticosa e insalubre e non può essere spostata ad altre mansioni che siano compatibili con lo stato di gravidanza. In questi casi è lo stesso datore di lavoro a dover constatare l’incompatibilità del lavoro con la gravidanza e dunque ad occuparsi della gestione del caso saranno gli Uffici Territoriali dell’Ispettorato Nazionale Lavoro.

Nell’elenco dei lavori considerati a rischio per la gravidanza si trovano:

  • attività e mansioni che espongono alla silicosi e all’asbestosi (malattia polmonare cronica dovuta all’inalazione di fibre di amianto)
  • lavori che comportano l’uso di scale o impalcature
  • manovalanza faticosa oppure mansioni che costringono ad assumere posizioni affaticanti
  • lavori dove è previsto l’utilizzo di macchinari mossi a pedale o scuotenti
  • ambienti a contatto con malattie infettive, sostanze tossiche o nocive
  • mondatura del riso
  • qualsiasi lavoro che si svolge a bordo di un veicolo in movimento come aerei, navi, treni, autobus.

In questi ultimi due casi si parla non tanto di maternità anticipata quanto di interdizione anticipata proprio perché sono le condizioni lavorative a suggerire l’astensione da un lavoro a rischio.

Chi può richiederla

Con il messaggio n. 572 del 7 febbraio 2023  l’Inps ha esteso la possibilità di richiedere la maternità anticipata per gravidanza a rischio, che prima era riservata alle lavoratrici dipendenti, anche a quelle autonome.

  • Possono quindi usufruire della misura tutte le donne lavoratrici sia con contratti di lavoro dipendente che libere professioniste
  • La maternità anticipata per gravidanza a rischio può essere richiesta anche dalle donne che svolgono lavori occasionali, con contratto a progetto, libere professioniste o dipendenti con contratto part-time
  • Possono chiedere l’indennità per interdizione anticipata, legata a condizioni di lavoro non compatibili con lo stato di gravidanza, artigiane, commercianti, coltivatrici dirette o imprenditrici agricole, impiegate nella pesca marittima che svolgono lavori considerati a rischio, tutte iscritte alla Gestione separata Inps di riferimento.

Cosa dice l’Inps

È l’Inps a gestire le richieste di maternità anticipata per gravidanza a rischio. La domanda può essere presentata dal proprio datore di lavoro oppure può essere fatta direttamente all’Inps:

  • si può procedere online attraverso il sito dell’INPS; accedendo con le proprie credenziali (SPID, CNS o CIE) è possibile compilare e inviare la domanda in via telematica. Il modulo richiede informazioni dettagliate sulla lavoratrice, sul datore di lavoro, sulla gravidanza e sulle ragioni della richiesta di maternità anticipata
  • ci si può rivolgere al call center chiamando il numero 803164 (gratuito da rete fissa) oppure 06164164 (da rete mobile a pagamento)

Per presentare la richiesta per l’astensione anticipata dal lavoro per gravidanza a rischio è necessario allegare un certificato medico rilasciato dal ginecologo di struttura pubblica o privata accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale.

Il certificato deve riportare:

  • l’attestazione di gravidanza a rischio con diagnosi e prognosi
  • l’attestazione che la visita sia stata effettuata in regime ambulatoriale SSN e non di Libera professione
  • le generalità della lavoratrice
  • la data presunta del parto

Lo stipendio cambia?

Nel periodo di astensione dal lavoro per gravidanza a rischio la lavoratrice percepisce un compenso pari all’80% della media globale giornaliera calcolata sulla base dell’ultimo periodo di paga precedente l’inizio del congedo di maternità anticipata, proprio come avviene per l’astensione obbligatoria.

Per le lavoratrici dipendenti la prestazione viene anticipata direttamente in busta paga dal datore di lavoro che viene poi indennizzato dall’Inps.

Vengono indennizzate tutte le giornate del periodo di assenza, con due eccezioni:

  • le festività e le domeniche che cadono nel periodo di maternità per le operaie
  • nel caso delle impiegate le festività che cadono di domenica.

Anche per le lavoratrici autonome l’indennità per gravidanza a rischio è sempre dell’80% della retribuzione giornaliera. Viene versata direttamente dall’ente solo in presenza di una regolarità contributiva. È l’Inps ad erogare direttamente l’indennità anche per:

  • operaie agricole
  • lavoratrici a termine per attività stagionali
  • domestiche
  • disoccupate o sospese senza Cassa integrazione
  • lavoratrici dello spettacolo saltuarie o con contratto a termine.
 
 
 

In breve

L’indennità di maternità anticipata per gravidanza a rischio può essere richiesta da tutte le lavoratrici, dipendenti e autonome, nel momento in cui si presentano particolari condizioni di salute o di lavoro che possano mettere in pericolo la futura mamma e il nascituro.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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