Smart working: quando il lavoro a casa diventa fonte di stress

Pamela Franzisi A cura di Pamela Franzisi Pubblicato il 26/04/2021 Aggiornato il 26/04/2021

In tempi di pandemia, le persone - soprattutto le donne - che sono riuscite a riadattare il proprio lavoro attraverso forme di smart working, hanno vissuto, comunque, le conseguenze legate alla salute, alla privacy e alla gestione dei ritmi della giornata. Ecco come riuscire a conciliare il tutto… senza troppo stress

Smart working: quando il lavoro a casa diventa fonte di stress

Lo smart working non è poi così smart. Le conseguenze dello stress che ne deriva sono dietro molto forti. Anche a casa, infatti, c’è il rischio di stress lavoro-correlato, una condizione che si verifica quando un lavoratore  non si sente in grado di rispondere adeguatamente alle richieste lavorative. Con effetti, alla lunga, sullo stato di salute psico-fisico.

Che cos’è lo stress lavoro-correlato

Postazioni non proprio ergonomiche, figli a casa collegati in dad e non, incombenze domestiche. Tutti “fattori di rischio psicosociale che, se mal gestiti, possono portare all’emergenza di stress nel lavoratore e arrecargli danni fisici e psicologici. Alcuni esempi – spiega Sergio Iavicoli, direttore del dipartimento Medicina ed Epidemiologia del lavoro Inail e membro del Cts – possono essere l’inadeguata gestione dell’organizzazione e dell’ambiente di lavoro, l’elevato carico di lavoro, le carenze nella comunicazione, in particolare in momenti di cambiamento e incertezza, lo scarso supporto da parte del proprio superiore o dei colleghi, e le relazioni conflittuali nel contesto lavorativo”.

L’analisi dell’International labour organization

Come è stato messo in luce dall’International labour organization (Ilo) nel rapporto “Managing work-related psychosocial risks during the Covid-19 pandemic”, le persone che lavorano da casa risultano esposte a rischi psicosociali specifici, quali il restringimento dei confini tra vita privata e lavorativa, l’isolamento sociale, l’aumento del rischio di violenza domestica, come pure il rischio di sconfinamento del lavoro negli orari tradizionalmente dedicati alla famiglia o al riposo, che richiama la necessità di regolamentare e tutelare reperibilità e orario di lavoro”.

Le donne pagano le conseguenze più alte

Le donne in smart working, poi, sono quelle che vivono maggiormente l’interferenza tra lavoro e famiglia rispetto agli uomini, specie nei lavori molto impegnativi. Sono necessarie competenze trasversali di organizzazione, empatia e  coordinamento. Eppure proprio le donne sono state capaci  di resistere ai cambiamenti  di quest’anno difficile.

 

 
 
 

Da sapere!

Un modello di lavoro misto con giornate in smart working e altre in presenza, si caratterizza come il più adatto a limitare il restringimento dei confini tra vita privata e lavorativa e può rappresentare un’opportunità di crescita lavorativa e di benessere psico-fisico.

 

 

 

Fonti / Bibliografia

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