Come curare bene i punti di sutura post parto

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo, con la consulenza di Stefania Piloni - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 08/11/2024 Aggiornato il 08/11/2024

Possono essere applicati sia in caso di cesareo, sia in caso di episiotomia. È importante medicarli, in modo che guariscano rapidamente e non espongano al rischio di infezioni. Ne parliamo con la ginecologa Stefania Piloni.

Punti di sutura post parto

I punti di sutura post parto, dopo il cesareo o l’episiotomia, causano fastidio e bruciore. È essenziale dedicare loro la giusta attenzione in modo che cicatrizzino e guariscano prima.

Occorre una disinfezione regolare con prodotti specifici, la medicazione per tutto il tempo necessario e una igiene corretta. Vediamo come fare per disinfettare le ferite in gravidanza.

Come curare la ferita dell’episiotomia

Durante il parto naturale, a volte è necessario effettuare l’episiotomia per aiutare la nascita del bambino. L’episiotomia è un taglietto che viene praticato sul perineo, la zona che divide la vulva dall’apertura anale.

Solitamente non è necessario tornare in ospedale per la rimozione dei punti di sutura post parto. Questi infatti sono riassorbibili e scompaiono spontaneamente nel giro di 5-6 giorni. Nel frattempo, però, è importate avere cura della zona, mentre l’incisione si rimargina completamente, perché spesso la donna avverte fastidio e bruciore, soprattutto al passaggio dell’urina e durante la defecazione.

Inoltre la zona è gonfia e infiammata e può risultare dolorosa soprattutto in posizione seduta. È quindi opportuno riservare qualche semplice attenzione a questa zona, vediamo quali:

  • Il perineo va lavato al mattino e alla sera con acqua tiepida, con sapone delicato ed eventualmente soluzioni disinfettanti specifiche per la zona.
  • Si sciolgono nell’acqua e non richiedono la ricetta medica, ma è opportuno farsi consigliare dal ginecologo o dal farmacista.
  • Si deve poi asciugare bene la zona, con una salvietta morbida in tessuto naturale ad uso assolutamente personale, tamponando delicatamente senza strofinare.

Nelle prime settimane dopo il parto dovrai indossare assorbenti perché compariranno le lochiazioni, perdite uterine che sono tra i sintomi del post parto. Il contatto tra la cute ferita e il tessuto umido dell’assorbente potrebbe ritardare la cicatrizzazione. Può quindi essere utile sistemare salviettine specifiche per assorbire l’umidità.

In caso di infiammazione che causa dolore, è opportuno chiedere al ginecologo se sia utile applicare del ghiaccio e un prodotto Per facilitare la guarigione può essere utile collocare apposite salviettine tra l’assorbente e la ferita dell’episiotomia. Per alleviare il fastidio dei punti, poi, si possono applicare impacchi di ghiaccio e una crema analgesica.

Se si avverte dolore in posizione seduta, utilizzare un salvagente o un anello apposito in gomma (che è in vendita nei negozi di articoli sanitari) può dare sollievo.

Rimedi naturali

Anche i rimedi naturali sono efficaci e possono essere assunti anche in allattamento (per sicurezza è meglio chiedere al ginecologo). “Una volta che sono terminate le perdite del dopo parto, per ammorbidire la cicatrice è possibile effettuare massaggi circolari in zona, ogni sera dopo l’igiene intima, utilizzando un olio di mandorle o l’olio utilizzato prima del parto” suggerisce la professoressa Stefania Piloni, ginecologa ed esperta di medicina naturale. “Prima di riprendere i rapporti sessuali è utile applicare un gel all’aloe, che ha effetti cicatrizzanti e idrata a fondo. Inoltre non ha controindicazioni per l’allattamento”.

Episiotomia, quando farla e perché

L’episiotomia viene eseguita quando esiste il rischio che il tessuto che costituisce il perineo vada incontro a una lacerazione a causa della pressione esercitata dalla testolina del neonato durante il passaggio nel canale vaginale. Quando la circonferenza del capo del piccolo è un po’ superiore alla media, oppure la donna è al suo primo parto, esiste infatti il rischio che il tessuto cutaneo di questa zona si laceri.

I bordi della ferita risulterebbero irregolari e frastagliati, quindi più difficili da curare e da rimarginarsi. L’ostetrica esegue allora un’iniezione di anestetico sul perineo (che spesso la partoriente non avverte nemmeno), quindi effettua un taglio di due o tre centimetri. In questo modo il capo e, poi, il corpo del bambino riescono a uscire più facilmente, senza causare lacerazioni. Una volta che il piccolo è venuto al mondo, si applicano alcuni punti riassorbibili.

La medicazione della ferita del taglio cesareo

Nel caso sia stato effettuato un parto operativo, è forse ancora più importante dedicare la giusta attenzione alla medicazione della ferita del taglio cesareo. Infatti si tratta di un vero e proprio intervento chirurgico, anche se sicuro ed effettuato di routine, che va curato a dovere anche per prevenire eventuali infezioni post parto.

La donna che ha partorito con il cesareo solitamente viene dimessa dall’ospedale 4 giorni dopo l’intervento e dopo una visita ginecologica di controllo. Nel periodo in cui resta ricoverata, è il personale che provvede alla corretta igiene della zona e a disinfettare la cute. A volte i punti sono rimossi proprio nel corso della visita pre-dimissione. In altri casi, la donna torna in ospedale dopo qualche giorno per proprio per togliere i punti e controllare che la ferita stia guarendo bene, senza rischio di infezioni.

Anche se dopo la rimozione dei punti la ferita è perfettamente chiusa, può apparire ancora gonfia, di colore rosso scuro e la pelle è un po’ infiammata. Ci vorrà un po’ di tempo perché diventi più chiara e poi quasi invisibile. Nel frattempo, ecco come gestire la medicazione della ferita da taglio cesareo.

Per almeno una settimana sarebbe importante evitare di bagnare la ferita per esempio facendo la doccia e soprattutto il bagno, cercando invece di lavarsi “a pezzi”.

Nella prima settimana dopo il parto, la cicatrice si mantiene pulita tamponando delicatamente una garza sterile imbevuta di un disinfettante leggero privo di alcol, diluito nell’acqua. Quindi asciugare delicatamente la zona, tamponandola con un asciugamano in cotone morbido e pulito, senza strofinare.

Ricoprire quindi la ferita con una garza asciutta, applicandovi un cerotto per tenerla ferma e impedire che possa entrare in contatto con gli indumenti. nella bella stagione, evitare di esporre la cicatrice al sole: potrebbe scurirsi in modo permanente, perché i raggi Uv “fissano” la melanina, il pigmento che colora la pelle.

Se la ferita del cesareo brucia, oppure compaiono secrezioni giallastre, significa che non è guarita bene e quindi è bene contattare il ginecologo per un eventuale controllo. Potrebbe infatti trattarsi di un’infezione.

 

 
 
 

In breve

Le ferite dell’episiotomia e del cesareo vengono suturate con punti riassorbili, ma fino a quando non sono guarite perfettamente è importante pulire delicatamente la zona con detergenti specifici, asciugare senza strofinare e applicare prodotti disinfettanti e cicatrizzanti suggeriti dal ginecologo.

 

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