Depressione post partum: più colpite le donne di città

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 16/09/2013 Aggiornato il 16/09/2013

Sei una neomamma e vivi in un grande centro urbano? Attenzione, sei più a rischio di soffrire di depressione post partum, disturbo dell'umore tipico nelle neomamme. 

Depressione post partum: più colpite le donne di città

Chi vive in una grande città ha più probabilità di soffrire di depressione post partum, il disturbo dell’umore che colpisce le donne nel periodo immediatamente successivo al parto con varie modalità e gradi di intensità. A sostenerlo è una ricerca guidata da Simone Vigod, psichiatra del Women’s College Hospital e del Women’s College Research Institute di Toronto, e pubblicata sul Canadian Medical Association Journal. Lo studio, che ha preso in esame un campione di 6.421 donne canadesi, ha messo in evidenzia che quelle che vivono nei centri con oltre 500mila abitanti sono più esposte alla depressione post partum, rispetto a quelle che abitano in aree meno congestionate.

Più difficoltà di adattamento al cambiamento

Secondo i ricercatori canadesi vivere in condizioni ambientali diverse dalla città spingerebbe l’organismo femminile a reagire più velocemente ai cambiamenti. Mentre le neomamme cittadine, abituate ad avere sempre tutto a portata di mano, farebbero più fatica ad adattarsi ai cambiamenti legati alla nascita del bambino: insomma, sarebbero meno ricettive e aperte al cambiamento e quindi più prediposte alla depressione post partum.

Come prevenire la malattia

Spiega Andrea Scoletta, ginecologo: “Oltre all’identificazione precoce dei fattori di rischio, per prevenire la depressione post partum è essenziale rilevare alcuni fattori protettivi, come per esempio, il sostegno da parte del partner già a partire dalla gravidanza e anche dopo la nascita del bebè, e il supporto della rete sociale di riferimento (amici e familiari) e degli operatori sanitari coinvolti”. È importante, infatti, non restare e soprattutto non sentirsi mai sole. Conferma Scoletta: “È fondamentale che le donne non siano lasciate sole dopo la nascita del bambino per allontanare il rischio di depressione post partum che potrebbe avere pesanti ricadute su tutta la famiglia”. 

In breve

RITORNARE A LAVORARE AIUTA

Ricerche recenti hanno evidenziato l’esistenza di una correlazione positiva tra l’attività lavorativa della donna e la minore tendenza a manifestare la depressione post partum: chi ha un buon rapporto con la propria occupazione è, infatti, meno incline a sviluppare questa malattia. 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti