Incontinenza urinaria post parto: esercizi e soluzioni

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 10/10/2024 Aggiornato il 10/10/2024

L’incontinenza post parto è un problema comune a moltissime neomamme. Non preoccupa perché è transitoria e si risolve da sola: qualche esercizio può comunque essere utile per farla rientrare prima. Li suggerisce il personal trainer Buono.

Incontinenza post parto: un problema diffuso. Come farlo passare in fretta

L’incontinenza urinaria è un disturbo che si presenta circa nel 50% delle neomamme, soprattutto se il parto è avvenuto in modo naturale. E’ sicuramente fastidiosa ma non deve generare eccessive ansie dal momento che si risolve nella maggior parte dei casi in modo spontaneo nell’arco di uno, massimo due mesi. Può essere comunque una condizione imbarazzante con un forte impatto sulla vita relazionale e sull’autostima, capace per altro di peggiorare la depressione post-partum quando presente.

Per questo è utile fare alcuni esercizi e adottare alcuni accorgimenti che possano ridurre il fastidio, contenere il problema e favorirne una rapida risoluzione. Ce li propone Riccardo Giordano Buono, Personal Trainer & Fitness Nutritionist presso Mindful Beauty Experience a Milano. Qualora il disagio persista dopo qualche mese, è bene comunque rivolgersi al proprio medico curante o al ginecologo che potrà indirizzare verso uno specialista in grado di dare le giuste indicazioni per risolverlo.  

Gli esercizi

Anche se con il tempo l’incontinenza da parto tende a rientrare, eseguire con regolarità alcuni esercizi può essere utile per accelerare la soluzione del problema. «Si tratta dei cosiddetti esercizi di Kegel che prendono il nome dal ginecologo statunitense che li mise a punto proprio con lo scopo di rafforzare i muscoli pelvici dopo il parto e tenere sotto controllo i primi sintomi dell’incontinenza urinaria» spiega Buono. «Gli esercizi sono molto semplici ma sarebbe bene inizialmente rivolgersi a un professionista per imparare la tecnica dei movimenti che, per quanto banali possano sembrare, necessitano di essere eseguiti in maniera corretta perché possano dar frutto».

È stato dimostrato infatti che con le sole indicazioni verbali o scritte il 50% delle persone esegue i movimenti in maniera scorretta. «Succede a volte per altro che la donna non abbia confidenza con la muscolatura pelvica: l’aiuto di un professionista in questo caso è basilare perché, ancora prima di fare gli esercizi, si prenda coscienza della parte» continua l’esperto. «Una volta imparati i movimenti, si può procedere da soli tenendo sempre conto che un appuntamento periodico con il professionista resta importante per una valutazione globale della situazione».

Gli esercizi devono essere ripetuti frequentemente durante la giornata e per un periodo di molte settimane. Prima di iniziarli occorre svuotare la vescica e ricordarsi di respirare usando il diaframma, inspirando ed espirando lentamente.

  • In posizione seduta o in piedi, come si preferisce, mantenere contratti i muscoli del pavimento pelvico per circa 5 secondi, come se si volesse spingere la muscolatura verso l’alto. Rilasciare i muscoli e ripetere più volte al giorno.
  • In piedi, con le gambe leggermente flesse e divaricate e le mani sui fianchi, inspirare spostando indietro il bacino ed espirare spingendolo avanti, cercando di contrarre i muscoli pelvici e gli addominali.
  • In posizione supina e con le gambe flesse, contrarre il muscolo interno del bacino. Per verificare la corretta esecuzione dell’esercizio è utile appoggiare una mano sul basso addome e controllare l’attività degli addominali.
  • Cercare di interrompere completamente il flusso di urina mentre si fa pipì. Effettuare l’esercizio con una frequenza di una volta alla settimana.

I rimedi della nonna sono utili?

Alcune erbe sono da sempre consigliate nel caso di incontinenza urinaria. Si tratta del prezzemolo, delle foglie di menta piperita, dei semi di coriandolo e della radice di liquirizia: molta prudenza va usata nell’impiegarle quando si allatta chiedendo consiglio al ginecologo, al pediatra o a un erborista di fiducia. Ci si può affidare tranquillamente invece a due altri rimedi classici: il mirtillo, prezioso per il benessere delle vie urinarie e la camomilla dal potere sedativo. La stitichezza può peggiorare i disturbi urinari: consumare cibi ricchi di fibre come frutta, verdura, legumi e cereali integrali, e di probiotici come lo yogurt e il kefir può essere d’aiuto per mantenere regolare l’avo. Attenzione, infine, ai cibi che possono irritare: meglio evitare i piatti piccanti, i cibi preconfezionati, quelli molto ricchi di grassi e di sale, l’alcool e il caffè in quantità eccessive.

Perché succede

L’incontinenza, cioè la perdita involontaria di urina, è uno dei disturbi causati da una disfunzione del pavimento pelvico, un apparato composto da ossa e tessuto connettivo e muscolare che funge da “telaio” e quindi da sostegno per gli organi pelvici, la vagina, la vescica e l’utero. In parole povere il pavimento pelvico è la parte che poggia sul sellino quando si va in bicicletta. Insieme a un’incontinenza tipica dell’avanzare dell’età, la cosiddetta incontinenza da urgenza, c’è anche un’incontinenza da sforzo.

«Questa non si presenta solo quando si fanno sforzi intensi come il sollevamento di un peso o una corsa, ma anche a seguito di sforzi minimi e banali come uno starnuto o un colpo di tosse» spiega Buono. «Tutto questo è dovuto all’indebolimento del pavimento pelvico che non a caso può essere legato proprio al parto». Dopo la nascita di un bambino, infatti, tutti i muscoli del pavimento pelvico e del perineo sono naturalmente meno tonici di prima: questo perché nella progressione lungo il canale del parto, la testa del piccolo provoca uno stiramento dei muscoli stessi e un incremento della distanza tra ano e vulva con conseguente perdita di tonicità e di contrattilità. Queste modificazioni determinano una ridotta prestazione muscolare che si può manifestare, in alcuni casi, proprio con l’incontinenza post parto, ma anche con una difficoltà nella ripresa dei rapporti sessuali e in rari casi con una caduta verso il basso (prolasso) dell’utero e delle pareti vaginali.

Quando è più frequente

Si stima che circa il 50% delle neomamme soffra di incontinenza post parto, in modo più o meno intenso. La comparsa del disturbo è facilitata da alcune condizioni:

  • il parto è stato lungo e il bimbo è rimasto più tempo nel canale del parto perché la muscolatura del bacino viene sottoposta a maggiore stiramento, con la conseguenza di perdere ulteriormente tonicità
  • il bimbo è particolarmente grosso: il passaggio del piccolo sottopone a sforzo maggiore la muscolatura perineale della mamma, aumentando il rischio di un’eventuale futura incontinenza urinaria. Lo stesso vale se la gravidanza è gemellare
  • la donna è al secondo o a parti successivi: durante la prima gravidanza, i muscoli hanno, in genere, ancora una grande elasticità e sopportano meglio la pressione dell’utero e il passaggio del feto al momento del parto. In quelle successive, invece, la muscolatura della zona del bacino viene ulteriormente sollecitata e quindi la situazione può peggiorare.

Cosa fare se non rientra

L’incontinenza urinaria post parto è in genere transitoria. E’ stato verificato però che a cinque anni dal parto risultano incontinenti il 50% delle donne che lo erano ancora a 3 mesi dal parto e il 90% delle donne che lo erano ancora a 9 mesi dalla nascita del piccolo. Circa 6-8 settimane dopo il parto, quindi, se l’incontinenza non dovesse rientrare, sarebbe opportuno eseguire una valutazione fisiatrica del pavimento pelvico. Il fisiatra, in base al riscontro di alterazioni del perineo (prolassi, cicatrice episiotomica a rischio, debolezza muscolare) proporrà il percorso riabilitativo idoneo.

In breve

Si stima che circa la metà delle neomamme soffra di incontinenza urinaria post parto legata a un indebolimento del pavimento pelvico. Si tratta comunque di una condizione transitoria e non preoccupante che si risolve in poche settimane. Per accelerare il ritorno alla normalità sono utili alcuni semplici esercizi per rafforzare i muscoli pelvici.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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