Morsi uterini: quanto durano le contrazioni post parto?

Francesca Scarabelli A cura di Francesca Scarabelli Pubblicato il 29/05/2024 Aggiornato il 29/05/2024

Dopo il parto è normale avvertire dei crampi all'addome: si tratta dei morsi uterini, contrazioni involontarie dell’utero, necessarie per ripristinarne le dimensioni normali dopo il parto. Ecco tutto quello che c'è da sapere.

Post parto: che cosa sono i morsi uterini?

Nei giorni immediatamente successivi alla nascita del piccolo, la mamma può accusare fastidi e dolori addominali. Tutta colpa dei morsi uterini. In pratica, l’utero comincia a contrarsi al fine di ridurre il suo volume, fino a tornare alle dimensioni di prima. Queste contrazioni talvolta sono molto forti e dolorose. Durante i nove mesi di gestazione, infatti, l’utero si è dilatato per ospitare il feto e alla fine della gravidanza pesa circa un chilo; nel periodo successivo al parto dovrà quindi contrarsi per tornare alle sue dimensioni originarie, perdendo fino al 95% del suo peso. Un paio di giorni circa dopo il parto, la neo mamma comincerà quindi ad avvertire queste contrazioni post parto fisiologiche che hanno proprio il compito di riportare l’utero alle sue dimensioni originarie: si parla infatti di involuzione uterina.

Cosa sono i morsi uterini?

Le contrazioni post-parto involontarie dell’utero, che si manifestano già a partire dal secondo o dal terzo giorno dopo la nascita del neonato, hanno la funzione di riportare l’utero alle sue dimensioni normali e di favorire le secrezioni da parto, ovvero le normali perdite di sangue e muco che si possono verificare dopo la nascita del bambino, e l’espulsione della placenta. Durante questo processo, la puerpera potrà avvertire spasmi addominali ripetuti che possono essere anche intensi e dolorosi, dei veri e propri “morsi” simili ai crampi che si possono in qualche caso avvertire durante le mestruazioni. Questa sensazione può però variare in base alle caratteristiche e alla percezione soggettiva del dolore e interessa prevalentemente le donne dalla seconda gravidanza in poi, mentre raramente viene avvertita dalle donne al primo parto. Questo dipende dal fatto che, dopo due o più parti, l’utero deve contrarsi maggiormente per tornare alle sue condizioni originarie.

Le cause dei morsi uterini

Lo scopo principale di queste contrazioni, che avvengono durante il puerperio, è quella di favorire l’involuzione uterina, cioè il ritorno dell’utero alle dimensioni precedenti alla gravidanza. Questo processo, però, avviene non solo per riportare l’utero alle sue dimensioni originarie, ma anche per svolgere un’importante funzione emostatica. L’espulsione della placenta, infatti, dà luogo a una fisiologica perdita di sangue; per arrestarla rapidamente entrano in gioco alcuni meccanismi, tra cui un picco di ossitocina subito dopo il parto, stimolato dall’emozione del primo incontro tra mamma e bambino. Alti livelli di questo ormone favoriscono il distacco della placenta, la riduzione delle perdite ematiche successive e la contrazione della muscolatura dell’utero; stimolano inoltre la fuoriuscita del colostro, il primo latte che verrà succhiato dal neonato. È proprio l’emostasi meccanica (chiamata anche formazione del globo di sicurezza) che viene avvertita con la sensazione di crampo al basso ventre tipica dei morsi uterini.

Morsi uterini durante l’allattamento

I morsi uterini possono essere avvertiti con intensità ancora maggiore durante l‘allattamento del neonato. Non è una sensazione della mamma: la suzione del bimbo, infatti, stimola la produzione di ossitocina, ormone che – come abbiamo visto – induce e intensifica le contrazioni uterine. Questo significa semplicemente che nelle mamme che allattano al seno l’involuzione uterina avviene mediamente in maniera più rapida.

 Come si presentano?

Le perdite (dette lochi o lochiazioni) che accompagnano l’attività contrattile dell’utero durante il puerperio variano il loro aspetto col passare dei giorni e delle settimane in base al seguente schema:

  • primi 4-5 giorni: lochi “sanguigni”, simili alle mestruazioni;
  • tra il 5° e il 15° giorno: lochi “siero-ematici”, più chiari e di consistenza filante;
  • dalla terza settimana: lochi “cremosi”, giallo-biancastri e densi.

Quanto durano e cosa fare

Il processo di involuzione uterina richiede circa sei settimane, anche se la sua durata e l’intensità dei sintomi possono variare da donna a donna. Non servono cure: il dolore scompare spontaneamente quando l’utero è tornato alle dimensioni originarie. Ci sono però dei rimedi che si possono provare per ridurre il fastidio dei morsi uterini. Se il dolore è molto intenso, si può assumere un leggero analgesico a base di paracetamolo, non prima di aver chiesto il parere del proprio ginecologo o del proprio medico, figure che devono essere il principale punto di riferimento per una puerpera. Ci sono comunque anche dei rimedi non farmacologici che si possono provare:

  • l’applicazione di una borsa di acqua calda sull’addome o a livello lombare per rilassare la muscolatura, compresa quella uterina;
  • riposare sdraiandosi per qualche minuto;
  • massaggiare delicatamente il ventre;
  • provare qualche tecnica di respirazione per alleviare il dolore;
  • sorseggiare una bevanda calda;
  • camminare e fare alcuni esercizi poco intensi, come ad esempio sollevare le gambe;
  • mantenersi idratate bevendo molta acqua.

Quando preoccuparsi?

I morsi uterini sono fisiologici e tendono a svanire in maniera spontanea con il ritorno alla normalità dell’utero. Ci sono però alcuni segnali da non sottovalutare:

  • morsi uterini che persistono a lungo, oltre i 7-10 giorni;
  • un trattamento farmacologico che non riduce il dolore;
  • forti dolori addominali associati a sanguinamento intenso o perdite vaginali continue.

È importante controllare aspetto e intensità dei lochi e consultare il ginecologo laddove compaia un sanguinamento molto forte (emorragia), se sono già trascorse due settimane dal parto, oppure se risultano maleodoranti o presentano coaguli piuttosto voluminosi.

 
 
 

In breve

I morsi uterini sono contrazioni involontarie della muscolatura dell’utero: si tratta di un processo fisiologico che serve a riportare l’utero alle dimensioni che aveva prima della gravidanza.

 

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