Puerperio: cos’è e come vivere questo periodo post parto

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 22/05/2024 Aggiornato il 22/05/2024

Il puerperio è un periodo intenso e particolare, che richiede alla donna impegno fisico e mentale. Vediamo quanto dura questa fase, quali problemi presenta e come è possibile affrontarla provvedendo al benessere proprio e a quello del neonato.

Puerperio: cos’è e come vivere questo periodo post parto

Il puerperio è un periodo intenso e particolare, che richiede impegno fisico e mentale alla donna perché il corpo deve riprendersi dalle fatiche del parto e il rischio di depressione è più elevato. Per questa ragione, è importante che i famigliari supportino la neo-mamma soprattutto dal punto di vista pratico. L’ostetrica è un fondamentale punto di riferimento per questioni come allattamento al seno, rieducazione del pavimento pelvico e altro ancora.   

Significato di puerperio e durata

Il termine puerperio deriva dal latino “puer pario” ossia “metto al mondo un bambino”. Indica il periodo di circa sei-otto settimane che segue alla nascita di un bebè. Un tempo il puerperio era anche definito “quarantena” perché per la donna rappresentava un momento speciale, ricco di emozioni contrastanti e non sempre positive.  
Che si tratti del primo figlio o dei successivi, il puerperio per certi aspetti rappresenta una sorta di rinascita della donna. Questa, anche se esperta, si trova ad affrontare nuove sfide perché ogni bambino è diverso dall’altro.  
Se la mamma non è al primo figlio può certamente contare sulle competenze acquisite nelle gravidanze precedenti, ma una nuova esperienza genitoriale porta con sé nuovi ritmi, nuove sensazioni legati all’unicità di ogni bambino.  A questo impegno psicologico si aggiunge spesso la mancanza di sonno, per le poppate e i risvegli frequenti del bebè. Inoltre il corpo della donna è ancora indebolito dalle fatiche del parto, dalle perdite vaginali e spesso è dolorante dopo un cesareo o per l’applicazione di punti al perineo. 

Puerperio, un periodo impegnativo

“Si tratta insomma di un periodo in cui la donna dovrebbe rallentare i suoi ritmi, prendendosi del tempo per riposare procrastinando lavori domestici pesanti e dedicandosi solo al neonato ed eventualmente ad altri fratellini”, suggerisce Eleonora Zorzi, ostetrica a Verona. “Un tempo, quando si viveva in grandi famiglie, le faccende quotidiane come spesa e gestione della casa erano compito dei famigliari. Nella concezione odierna di maternità si è persa in parte questa possibilità di aiuto all’interno delle famiglie: spesso la mamma della puerpera è in età lavorativa e il compagno, dopo qualche giorno di congedo, deve tornare a lavorare. Di conseguenza, la donna si trova spesso a dover far fronte a diverse incombenze in un periodo già molto faticoso.” 

Cosa accade al corpo di una puerpera 

Durante il puerperio il corpo e la psiche di una donna vanno incontro a profonde modificazioni per tornare a condizioni simili a quelle di prima della gravidanza. Tutto questo avviene molto rapidamente, mentre in gestazione il corpo impiega circa nove mesi a raggiungere le condizioni che lo caratterizzano al momento del parto. Vediamo quello che succede dopo il parto, dal punto di vista fisico e psicologico. 

L’utero ritorna alle sue dimensioni normali 

Circa dieci-quindici giorni dopo la nascita del bambino, l’utero torna alle dimensioni normali. Se la donna allatta al seno, la produzione di ossitocina, che si verifica quando il bambino succhia, stimola le contrazioni uterine. La donna può quindi avvertire dolori molto simili ai crampi mestruali, spesso più intensi, chiamati morsi uterini. Questi dolori possono essere alleviati attraverso l’assunzione di analgesici come il paracetamolo o l’ibuprofene e durano qualche giorno”. Gli organi contenuti nella cavità addominale, che si sono spostati a causa dell’aumento di volume dell’utero stesso, tornano nella loro corretta posizione. 

Le ferite si rimarginano 

Spesso la donna durante il parto subisce una lacerazione spontanea del perineo o, in casi più rari, viene eseguita l’episiotomia per favorire la nascita del bambino. In questo caso occorre qualche giorno perché i punti cadano e qualche settimana affinché la ferita guarisca del tutto ed è necessario osservare una igiene intima regolare e corretta, utilizzando prodotti specifici. L’intervento di un’ostetrica a domicilio può essere fondamentale per la cura delle ferite oltre che per il supporto psicologico. Soprattutto durante i primi giorni dopo il parto, ove il dolore può essere ancora intenso, bisognerebbe cercare di sedersi lateralmente evitando il contatto diretto della lacerazione con il piano di appoggio e applicare impacchi freddi. “Nel caso di un cesareo, è importante che la donna eviti sforzi eccessivi finché la ferita chirurgica non sia guarita completamente” aggiunge Eleonora Zorzi. La componente del dolore in caso di taglio cesareo dipende molto da donna a donna, ma anche dal contesto nel quale è stato eseguito l’intervento. Solitamente le neomamme che hanno eseguito un intervento programmato si riprendono più velocemente e hanno meno dolore rispetto alle donne che subiscono lo stesso intervento in urgenza. 

Compaiono le perdite uterine 

Per un periodo di tempo che va da 20 a 40 giorni, la donna è soggetta a perdite vaginali, simili a mestruazioni ma più abbondanti. Vengono definite lochiazioni (o lochi) e fanno parte delle manifestazioni tipiche del puerperio. Inizialmente sono di colore rosso vivo, ma con il passare dei giorni divengono progressivamente più chiare, fino ad assumere un colore giallastro. Sono manifestazioni del tutto normali, ma se diventano maleodoranti, se compare febbre o se improvvisamente la perdita di sangue aumenta è bene rivolgersi al Pronto soccorso. Il ritorno del flusso mestruale dopo un parto è chiamato “capoparto”. Se una donna non allatta, potrebbe comparire anche con la fine del puerperio, quindi un mese dopo il parto, oppure può farsi attendere qualche mese. Se invece la donna allatta il ciclo potrebbe non tornare anche per tutto il periodo dell’allattamento. “E’ molto importante in questo caso parlare di contraccezione con il proprio ginecologo, in quanto l’allattamento non è considerato un metodo contraccettivo sicuro e non è possibile sapere quando l’attività ovarica riprenderà” suggerisce l’ostetrica. 

Inizia la produzione di latte 

Già durante la seconda parte della gravidanza, le ghiandole mammarie iniziano a produrre il colostro, un liquido giallognolo e appiccicoso che viene anche chiamato “oro liquido”. Questa sostanza continua a essere prodotta nell’immediato dopo parto e rappresenta una fonte energetica molto importante per il bambino. Tra le 48 e le 72 ore dopo il parto avviene la cosiddetta “montata lattea”, dove il colostro si trasforma gradualmente in latte maturo. Il seno può diventare teso e dolente. E’ molto importante che il bambino si attacchi al seno in modo corretto per evitare l’insorgenza di problemi come ragadi, ingorghi e scarsa crescita neonatale. L’avvio dell’allattamento al seno può essere molto impegnativo sia fisicamente sia mentalmente per la donna. Infatti, finché non arriva la montata lattea il bambino può rimanere attaccato al seno anche molto tempo, poiché il colostro soddisfa le sue esigenze nutrizionali ma non dà il senso di sazietà. Con l’arrivo della montata lattea, invece, generalmente il bambino riesce ad assumere quantità di latte maggiori e le poppate si distanziano maggiormente una dall’altra. L’importante in questi momenti è dimenticarsi dell’orologio e chiedere a chi sta attorno alla puerpera di svolgere le mansioni quotidiane in modo che lei possa dedicarsi al bambino e a sé stessa. 

Si può soffrire di lieve depressione 

Molte donne nei primi giorni di puerperio sono soggette al cosiddetto baby blues o maternity blues, una forma di tristezza “e tendenza al pianto” dovuta alla fatica del parto, alla mancanza di sonno e soprattutto agli squilibri ormonali (“crollo ormonale”) con il crollo di estrogeni e progesterone . Il baby blues è una condizione molto comune, che dura circa una settimana-dieci giorni. Se, trascorso questo periodo, la crisi non scompare e, anzi, sembra diventare più intensa, è opportuno parlarne con il ginecologo o con l’ostetrica, per escludere eventuali forme di depressione post partum vera e propria.  

Cosa non fare durante il puerperio 

 Per potersi riprendere più rapidamente durante il puerperio, è consigliabile evitare alcune abitudini che possono ritardare il recupero o, peggio, causare problemi veri e propri. Vediamo quali:

  •  Affaticarsi. È essenziale che la donna eviti un consumo eccessivo di energie nel dedicarsi a lavori domestici che non siano strettamente necessari, soprattutto se sono faticosi e se implicano l’uso dei muscoli addominali e del pavimento pelvico. L’ideale sarebbe che la donna potesse avere la mente libera per riposarsi, approfittare per dormire quando dorme anche il bambino, dedicarsi al suo neonato e agli altri eventuali figli.
  • Indossare la pancera. La pancera contenitiva sembra appiattire l’addome, ma andrebbe evitata. Infatti impedisce ai muscoli addominali di riacquistare tono in modo naturale. “Inoltre potrebbe rappresentare un rischio per la salute” dice ancora l’ostetrica Eleonora Zorzi. “Gli studi infatti dimostrano come la pancera, comprimendo gli organi addominali, aumenti il rischio di prolasso degli organi pelvici in età più avanzata”.
  • Stare sempre a letto. È vero che la donna deve riposare il più possibile, ma è opportuno anche variare la propria attività, uscire con il bimbo, fare due passi. Circa un mese dopo il parto è possibile riprendere un’attività fisica moderata come una camminata e qualche minuto di bicicletta. 
  • Evitare l’uso di assorbenti interni o coppette mestruali. Questi presidi, scelti in caso di bagno in mare o in piscina, non vanno bene perché potrebbero aumentare il rischio di infezioni.

Rapporti sessuali in puerperio, come regolarsi

In merito ai rapporti sessuali, la ripresa dei rapporti completi può avvenire quando la donna si sente pronta e non prova più disagio a livello perineale. Generalmente si consiglia di rimandarli dopo la prima visita ginecologica dopo il parto, che solitamente si esegue a 40 giorni, ma non è una regola. È invece molto importante ricordare, qualora non si desideri una nuova gravidanza subito, che il rapporto avvenga in modo protetto in quanto non è possibile sapere quando il ciclo mestruale riprende. 

Come vivere questo periodo 

Il puerperio è insomma un periodo delicato, durante il quale è bene rispettare la necessità di riposo e tranquillità della donna. Le visite a mamma e neonato sono inevitabili, ma sarebbe importante che fossero brevi e che non affaticassero la puerpera. Meglio ancora se chi viene in visita si offre di portare un po’ di pesa, riordinare la casa, occuparsi del bucato. 
La donna non deve avere fretta di recuperare subito il suo peso forma perché si vede ancora sovrappeso, con l’addome molle e svuotato. Dovrebbe seguire una alimentazione equilibrata e completa, evitando le calorie inutili che derivano dai dolciumi, dai fritti, dalle preparazioni ricche di grassi e soprattutto dagli alcolici. Una dieta che comprenda pasta, pane, riso, carne e pesce, latticini, frutta e ortaggi freschi è importante per recuperare le forze e per rientrare in linea. 
Il sonno è essenziale. Nelle prime settimane di vita il neonato spesso dorme poco perché i ritmi del suo sonno sono diversi da quella di un individuo adulto. Il riposo della donna è spesso frammentato ed è quindi opportuno concedersi sonnellini diurni ogni volta che se ne avverte il bisogno. 
Il puerperio è anche il periodo in cui mamma e neonato imparano a conoscersi e instaurano un legame speciale. La presenza di un’ostetrica di fiducia nei primi giorni del puerperio è un valido aiuto per avviare un corretto allattamento al seno, imparare a prendersi cura del neonato e ricevere sostegno pratico e psicologico in un momento bello ma impegnativo.

 
 
 

In breve

Il puerperio è un periodo di sei-otto settimane che segue alla nascita del bambino. È una fase che richiede alla donna impegno fisico ed emotivo, perché deve riprendersi dalla fatica del parto, avviare l’allattamento e occuparsi della casa e degli altri eventuali figli. L’ideale sarebbe evitare le fatiche inutili e contare sul supporto dei famigliari e dell’ostetrica.

 

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