Prevenzione tumore al seno: autopalpazione e diagnosi

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo, con la consulenza di Marcello Orsi - Dottore specialista in Radiologia Pubblicato il 16/10/2025 Aggiornato il 16/10/2025

È l’unico modo per individuare un nodulo ancora di piccole dimensioni e sapere se è maligno o no, intervenendo se necessario. Va effettuata anche in gravidanza con gli esami opportuni, che non sono dannosi per il feto.

Prevenzione tumore al seno: autopalpazione e diagnosi

Ogni anno, il mese di ottobre ricorda l’importanza della prevenzione del tumore al seno che, secondo i dati del Ministero della Salute relativi al 2024, lo scorso anno ha colpito oltre 925.000 donne nel nostro Paese, classificandosi come la malattia oncologica più frequente nel sesso femminile.

Per fortuna, la prevenzione del tumore al seno permette di individuare casi in stadi molto precoci e di intervenire quando la malattia non si è ancora diffusa, garantendo di conseguenza una elevata percentuale di sopravvivenza. La prevenzione si esplica su vari piani, dalle visite senologiche agli esami specifici per ciascuna età, fino alle manovre di autopalpazione che sono essenziali.

Da che età si inizia

Secondo le indicazioni dell’Airc, i controlli senologici devono iniziare già in giovane età, attorno ai 25 anni con le manovre di autopalpazione. A queste si dovrebbero poi aggiungere la visita senologica e alcuni esami come l’ecografia e, più tardi, la mammografia, in base al proprio rischio individuale.

“Studi internazionali dimostrano l’importanza di effettuare la prima mammografia a 40 anni, ripetendola ogni anno” spiega il dottor Marcello Orsi, medico radiologo, Responsabile della Radiologia Senologica della Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano. “Se esiste una familiarità per tumore al seno in giovane età, una donna dovrebbe cominciare a eseguire la mammografia dieci anni prima dell’età in cui si è ammalata la propria madre, oltre a discutere con il proprio medico dell’opportunità di effettuare eventuali test genetici”.

Non esistono ancora, invece, precise indicazioni per quanto riguarda l’ecografia mammaria, un sistema che sfrutta gli ultrasuoni per indagare i tessuti mammari. Gli esperti suggeriscono di effettuare visita senologica ed ecografia una volta all’anno, a partire dai 30 anni di età.

Questi controlli non fanno parte degli screening regionali, quindi è la donna che li deve organizzare parlandone con il proprio medico. Si possono pianificare senza fretta, in assenza di sintomi, pagando il ticket e rivolgendosi se possibile a centri di radiologia senologica specializzati, facenti parte delle cosiddette Breast Unit.

Sono unità di senologia in cui è presente personale specializzato nelle neoplasie mammarie in grado di leggere con competenza gli esami, ma non solo: se necessario, in caso di esame dubbio garantiscono la possibilità di effettuare subito un’indagine di secondo livello come una risonanza magnetica oppure una biopsia su un nodulo, accorciando notevolmente l’iter diagnostico e riducendo la comprensibile ansia della donna.

I controlli senologici in gravidanza e allattamento

La prevenzione del tumore al seno è fondamentale, perché l’incidenza è purtroppo in aumento a causa di fattori predisponenti legati anche alle nuove abitudini di vita. “Inquinanti ambientali, fumo, assunzione di alcolici in misura maggiore rispetto al passato sono possibili cause dell’aumento della frequenza di forme di tumore al seno” aggiunge il dottor Orsi. “Inoltre sono più numerose, rispetto al passato, le donne che decidono di avere un figlio a 40 anni e anche oltre, quindi in un’età in cui l’incidenza del tumore al seno aumenta. Questo fa sì che sia necessario indagare un nodulo sospetto in una donna in gravidanza, oppure che sta allattando”.

È fondamentale non rimandare mai un controllo perché si sta allattando, senza dover sospendere l’allattamento. Ed è certo che la mammografia in gravidanza si può fare, anzi è consigliata dalle ultime indicazioni degli esperti diffuse durante il Congresso Attualità in Senologia – AIS (Firenze 2025), nel caso in cui la visita individui un nodulo palpabile.

Nelle apparecchiature di ultima generazione, le dosi di radiazioni sono molto ridotte e non causano pericoli per il feto, soprattutto tenendo conto del rapporto rischio-beneficio che impone l’accertamento della natura del nodulo stesso.

Nel seno in gravidanza e allattamento, la sensibilità diagnostica degli esami strumentali diminuisce, ma mammografia ed ecografia insieme possono mettere in evidenza un nodulo sospetto con un buon margine di sicurezza. In questo modo si può decidere per il trattamento oppure si effettuano ulteriori controlli a qualche mese di distanza.

Sintomi che possono destare sospetto

Per una efficace prevenzione del tumore al seno, a qualunque età, è necessario rivolgersi al medico se:

  • Si avverte la presenza di un nodulo
  • Si verificano secrezioni di colore scuro o rosso dal capezzolo
  • La pelle del seno si presenta alterata, tipo a “buccia d’arancia”
  • Si notano deformazioni o retrazione dell’areola o del capezzolo

Non ci si deve però allarmare: non sempre questi segnali indicano sistematicamente che si tratta di un tumore al seno. Soprattutto nelle donne più giovani, per esempio, ancora in età fertile, esistono alcune malattie benigne del seno, come le cisti e i fibroadenomi, che si presentano sotto forma di noduli.

Con il passare dell’età le possibilità che si tratti di un nodulo maligno aumentano. Per questo è importante contattare il medico.

Come fare l’autopalpazione

Per la prevenzione del tumore al seno gli esami specifici sono essenziali, ma l’autopalpazione permette di conoscere il proprio seno anche nel periodo di intervallo tra le ecografie e le mammografie. Si esegue a casa propria, una volta al mese, al termine del ciclo mestruale, quando il seno è meno dolente. Ecco come procedere.

L’osservazione

Davanti a uno specchio, con le braccia alzate e piegate e le mani dietro la testa, osservare se si individua un mutamento nella zona del seno. In particolare è bene cercare di scoprire se vi sono cambiamenti nel colore della pelle, ulcerazioni, screpolature o fossette di retrazione (simili alla pelle a buccia d’arancia).

Step autopalpazione - osservazione

Osservare se i due seni sono simmetrici e se i capezzoli hanno una forma regolare, oppure se sono rientranti e non lo erano stati in precedenza.

La palpazione

Stando in posizione eretta, appoggiare i polpastrelli delle dita di una mano sul seno opposto. Cercare di sentire se al tatto si notano ingrossamenti, noduli o altre alterazioni. Il massaggio va esercitato in senso circolare, prima con una pressione superficiale, poi di media intensità, quindi più profonda.

Step autopalpazione - palpazione

Si deve iniziare dall’ascella, continuando con ampi movimenti a spirale attorno alla curva del seno, verso l’interno e l’esterno del capezzolo. Esaminare con attenzione tutta la parte che va dall’ascella allo sterno e sotto il capezzolo, e dalla clavicola (l’osso della spalla) al punto più basso del reggiseno. Ripetere la stessa operazione con l’altra mano sull’altro seno.

In posizione supina, sistemare un cuscino o un asciugamano sotto la spalla destra, in modo da distendere e appiattire bene i tessuti del seno. Porre la mano destra sotto la testa e usare la sinistra per esaminare il seno destro, come è stato fatto in posizione verticale, eseguendo una serie di movimenti circolari con le dita a tre diversi livelli di pressione: leggera, media e intensa. Analizzare l’intera area del seno e della zona sotto ascellare. Ripetere la stessa operazione con l’altro seno.

Step autopalpazione - posizione supina

La spremitura

In posizione eretta, premere delicatamente i capezzoli e verificare se c’è fuoriuscita di secrezione, valutandone eventualmente colore e quantità.

Step autopalpazione - spremitura

Regole da ricordare per la prevenzione del tumore seno

Conoscere il proprio seno tramite un’autopalpazione regolare è importante perché consente di individuare più rapidamente le alterazioni di nuova comparsa, senza preoccuparsi per segni che non si modificano nel tempo o che hanno un andamento ciclico.

La ghiandola mammaria, infatti, non è liscia né omogenea e si modifica molto durante le fasi del ciclo. Di conseguenza è normale avvertire noduli più o meno grandi e zone più dure al tatto di altre durante l’autopalpazione. Questi segni non devono preoccupare, soprattutto le prime volte che si esplora il seno.

Anche il dolore al seno (detto mastodinia) è molto frequente tra le donne più giovani. In assenza di altri sintomi non è un segnale di pericolo. È bene quindi non allarmarsi e attendere semplicemente almeno due cicli mestruali verificando l’andamento del dolore, che spesso “va e viene” o sparisce.

Screening mammografico

L’autopalpazione è quindi essenziale e va eseguita sempre, ma l’ideale sarebbe individuare un nodulo quando è ancora così piccolo da non poter essere rilevato con la palpazione. Per questo motivo esistono in Italia programmi di screening, rivolti alla popolazione maggiormente a rischio di ammalarsi di tumore al seno.

Le età possono variare a seconda dei programmi regionali, ma le donne comprese nello screening (che consiste in controlli gratuiti, rivolti a persone senza sintomi) ricevono per lettera un invito a recarsi in un centro specializzato. In Lombardia, per esempio, attualmente sono invitate a sottoporsi a mammografia gratuitamente, ogni due anni, le donne di età compresa tra i 50 e i 74 anni.

Alla luce delle nuove indicazioni scientifiche, ricevono l’invito allo screening mammografico gratuito anche le donne tra i 45 e i 49 anni. In Lazio, invece, partecipano allo screening con la mammografia ogni due anni le donne tra i 50 e i 69, con la possibilità di allungarlo fino a 74 anni su richiesta della donna.

 
 
 

In breve

I controlli per la prevenzione del tumore al seno sono essenziali per individuare un nodulo ancora piccolo e quindi curabile. Ci sono indicazioni per ogni età e il seno deve essere indagato anche in gravidanza e in allattamento.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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